Dopo l’approvazione in Consiglio comunale della mozione che costringerà l’Amministrazione comunale a chiedere un parere all’Avvocatura dello Stato e ai Ministeri competenti sulla corretta applicazione della Legge 106/2011 nota come Piano Casa 2 il Consigliere comunale della Lista Stella, riaccende il dibattito sulle scelte urbanistiche che riguardano la città di Matera con una nota inviata alla nostra redazione che riportiamo di seguito integralmente.
Matera da scuola di urbanistica a scuola di speculazione urbanistica
Non amo la polemica fine a se stessa ed ho sempre rispetto delle opinioni e delle convinzioni altrui.
Leggo con una certa amarezza le considerazioni poco benevole del collega consigliere ed ingegnere Scarola sulla inutilità e la inefficacia della mozione che il consiglio comunale ha approvato durante la seduta ultima.
Mi meravigliano i toni cattedratici di chi non ha, sino a quel consiglio, fornito alcun contributo al dibattito né chiedendo la convocazione urgente della commissione urbanistica appena diffusa la notizia del rilascio dei primi permessi a costruire ( richiesta firmata da 10 consiglieri ed il suo nome non c’è), né chiedendo la convocazione urgente del consiglio comunale per affrontare pubblicamente la spinosa questione urbanistica che si sta consumando ( richiesta firmata da 10 consiglieri ed il suo nome non c’è).
Sulla scivolosa questione urbanistica già tanti hanno operato ribaltoni ed inversioni di rotta durante la seduta del consiglio comunale, per cui siamo stati attenti a non cadere nel tranello degli emendamenti dell’ultima ora.
Invoca, il collega consigliere, la mancata discussione della sua proposta che, riporto testualmente “emendamento che prevedeva l’ automatico passaggio in consiglio delle istanze più complesse che potevano avere rilevanza anche urbanistica sulla città”.
Se fosse passato questo emendamento, solamente da quel momento in poi il dirigente si sarebbe dovuto attenere alle nuove disposizioni fornite dal Consiglio Comunale, sanando, nei fatti, tutto quanto già rilasciato con i precedenti permessi a costruire.
Della serie “ chi ha avuto ha avuto, …ecc”
Non credo che fosse quello lo spirito dei consiglieri firmatari della richiesta di convocazione urgente della commissione urbanistica, prima e del consiglio comunale, dopo.
La ratio della mozione, invece, era quella di conoscere, tramite il parere chiesto alla Avvocatura ed ai Ministeri competenti, la legittimità dei permessi a costruire rilasciati dal dirigente, senza creare spartiacque costituite dalla delibera di consiglio Comunale che avrebbe approvato la sua mozione.
Verifica di legittimità sui permessi a costruire rilasciati e quelli che saranno rilasciati in futuro. E qui si individuano due responsabilità: quella tecnico amministrativa in capo al dirigente e quella politica in capo al sindaco.
Sulla prima aspettiamo il parere richiesto, arriverà tra molto tempo, come teme il collega Scarola; potrebbe essere vero ma questo non elimina la eventuale responsabilità nel caso la legge 106/11 sia stata interpretata in maniera non corretta. Non esistono deroghe sulle responsabilità retroattive.
Sulla seconda, invece, il Consiglio comunale, con il voto espresso, ha manifestato di ritenere fondata la responsabilità del Sindaco che non può non sapere cosa accade in amministrazione (sarebbe peggio insistere di essere stato all’ oscuro di tutto, non depone a favore del prestigio e della considerazione di cui dovrebbe godere un sindaco).
La responsabilità politica è nell’ aver innescato la nuova stagione del mattone selvaggio, della falsa illusione che questo sblocchi il mercato del lavoro e costituisca la soluzione al problema delle famiglie che non arrivano alla terza settimana.
È una falsa illusione perché il mercato immobiliare è fermo nella domanda ma potrebbe diventare incontrollabile nella offerta, con gli alloggi che questa aberrante interpretazione della legge 106/11 potrebbe immettere sul mercato con situazioni di ulteriori cambi delle destinazione di verde pubblico e di edilizia scolastica in edilizia abitativa. ( le destinazioni di partenza non sono state citate casualmente).
La domanda è controllabile, l’ offerta, invece, diventa, con la deregulation dell’ urbanistica innescata con la interpretazione data alla legge 106/11, un’ idra dalle cento teste, con permessi a costruire che il dirigente, a parità di condizioni rispetto ai permessi già rilasciati, dovrà rilasciare almeno sino a quando la legge regionale non fornirà elementi di regolamentazione, come previsto dalla stessa legge 106/11 ed alla quale solamente la regione Basilicata non ha, come è noto, ancora ottemperato.
In assenza della domanda di alloggi, senza un mercato disponibile agli acquisti, quale potrebbe essere il risultato finale: cambi di destinazione da mettere in cassaforte, in attesa che il mercato della domanda si riavvii e congelando, nei fatti, il futuro del mercato immobiliare, aumentandone il controllo di pochi a danno di molti imprenditori.
Diventa una semplice operazione di costruzione di una formidabile rendita di posizione da utilizzare e centellinare in futuro con il conseguente controllo del mercato dell’ offerta e dei profitti conseguenti.
Del resto nulla di nuovo sotto il sole della città. Altro che programma elettorale del centrosinistra sulla urbanistica partecipata e la offerta di parità opportunità a tutti.
Ecco la responsabilità politica di aver messo la testa sotto la sabbia rinunciando a svolgere il ruolo politico e demandando la responsabilità delle scelte urbanistiche al dirigente.
Ecco perché caro collega Scarola abbiamo fatto bene a non accogliere la tua mozione: saremmo stati complici della sanatoria del pregresso e del rigore del futuro.
Peraltro non ci risulta che esistano altri comuni italiani che abbiano interpretato ed applicato nello stesso modo la legge 106/11, sicuramente nessuno degli altri 130 comuni della Basilicata, neanche il comune di Potenza che ha certamente le stesse tensioni urbanistiche ed abitative di Matera.
Vorrà dire qualcosa o forse riteniamo che oltre a candidarci alla capitale europea della cultura 2019 possiamo anche aspirare ad essere capitale italiana 2012 di urbanistica.
Matera da scuola di urbanistica a scuola di speculazione urbanistica.
Sempre meglio che essere classificati ignavi, purché se ne parli. Anche questa è comunicazione, anche se poco funzionale ad essere individuati come capitale della cultura.
Enzo Acito, Consigliere comunale Lista stella
Una replica chiara, inequivocabile e lucida. Questa città avrebbe bisogno di altri consiglieri come Acito per rappresentare in modo onesto e trasparente questa nostra città.
pienamente daccordo con acito!! non con tonio e non con il grande saverio ACITO. ACITO LISTA STELLA
Saluto con apprezzamento la chiara risposta dell’Ing. Enzo Acito, uno che ha sempre messo la faccia per i problemi della città senza raggiri di parole, artefizi e cambi di rotta. Complimenti. Quanto al Sig. Scarola meglio lasciar perdere.
PD, prendi e porta a casa . Si prega di lasciare il Comune di Matera e di esiliare più lontano possibile. La città intera ve ne sarà grata.
Complimenti al consigliere Acito (Enzo) per la determinazione e la chiarezza. A rendere ancora più onorevole la sua posizione c’è il fatto che è ingegnere, evidentemente di ben altra caratura rispetto ad altri ingegneri con le mani in pasta come Scarola, Montemurro, Mazzilli, ecc.