La potentina Lidia Ronzano e la materana Carmela La Padula in rappresentanza del coordinamento regionale Acqua pubblica di Basilicata hanno inviato una lettera aperta al presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella per fare chiarezza sulla realizzazione dell’Acquedotto del Mezzogiorno.
Nel nostro Paese occorre sempre prestare molta attenzione a ciò che accade nelle aule Parlamentari e del Governo nei giorni a ridosso di Ferragosto e di Natale/Capodanno. E’ in questi giorni infatti, quando gli italiani sono al mare oppure alle prese con l’organizzazione delle riunioni familiari natalizie, che in quelle aule si partoriscono le norme più insidiose. Piccoli codicilli o singoli articoli che, come virus informatici, vengono inseriti in leggi onnicomprensive per avviare processi che mettono sotto attacco la democrazia ed i beni comuni favorendo multinazionali ed oligarchie finanziarie.
Così anche quest’anno, a pochi giorni dal Natale, la Commissione Bilancio della Camera guidata da Francesco Boccia (PD) ha inserito nella legge Finanziaria – legge che non può essere abrogata- un comma che dà avvio alla costituzione dell’Acquedotto del Mezzogiorno, una mega-società che dovrebbe inglobare Acquedotto Pugliese s.p.a., Acquedotto Lucano s.p.a. ed il frammentato ed in parte privatizzato Servizio Idrico campano.
Il comma è stato inserito di notte, nel corso di due sole sedute in cui la Commissione Bilancio, senza interpellare nessuno ed operando una vera e propria prevaricazione delle Amministrazioni territoriali e, soprattutto, dei cittadini delle regioni coinvolte, ha dato avvio alla realizzazione di un progetto che, per le sue dimensioni e per il suo impatto sui territori interessati, avrebbe richiesto – secondo i principi della democrazia – processi decisionali ben più condivisi e trasparenti ed una legge specifica, frutto di concertazione con i territori e di discussione in sede parlamentare.
Non conosciamo ancora il testo della norma e ci riserviamo, quindi, di esprimerci successivamente in merito.
Ciò che ci preme esplicitare in questa sede è, invece, il nostro totale dissenso sia sul metodo di lavoro adottato che sulla creazione dell’Acquedotto del Mezzogiorno, un organismo mastodontico che:
– finirebbe inevitabilmente con lo sfuggire ad ogni possibilità di controllo da parte sia delle singole Amministrazioni Regionali che, soprattutto, dei cittadini, con un vero vulnus democratico e con un’ulteriore riduzione dei poteri decisionali delle Regioni sui propri territori
– calamiterebbe fatalmente -grazie ai macroscopici flussi monetari ed alla disponibilità di un bene di primaria importanza- interessi sia della malavita che delle rapaci multinazionali che già da tempo mirano ad impossessarsi dell’acqua del Sud Italia, attivando appropriazioni ed illegalità difficilmente contrastabili.
Su quest’ultima dinamica la Basilicata ha già ampia esperienza nel suo rapporto con le multinazionali del petrolio: si veda il processo “Petrolgate” appena iniziato e riguardante illeciti di entità tale da aver causato addirittura le dimissioni del Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi ed aver indotto i p.m. potentini ad ascoltare l’ex Ministro delle Riforme Maria Elena Boschi come persona informata sui fatti. E si ricordino anche le innumerevoli occasioni in cui i cittadini hanno visto la Regione Basilicata perdente, nelle aule del TAR, rispetto alle volontà delle multinazionali che operano in molti settori sul territorio lucano.
E’ evidente, quindi, che la Basilicata non può assolutamente accettare che dinamiche analoghe si attivino anche nella gestione dell’acqua -bene comune e diritto universale riconosciuto dalle Nazioni Unite- che deve essere esclusivamente partecipata e pubblica, ossia controllabile dai cittadini e senza alcuna presenza gestionale privata, come deciso nel referendum del 2011 da 28 milioni di italiani fra cui 270.000 lucani.
Ciò che occorre al Mezzogiorno non è certo la costituzione della mega-società ipotizzata in Finanziaria ma, piuttosto, la trasformazione di Acquedotto Pugliese spa ed Acquedotto Lucano spa in Aziende Speciali Pubbliche che si occupino esclusivamente della gestione del Servizio Idrico Integrato e che operino in sinergia fra loro e con le analoghe strutture da creare nelle vicine regioni, con la finalità primaria di tutelare il bene acqua a vantaggio sia delle presenti che delle future generazioni.
Invitiamo, quindi, il Presidente Pittella:
– ad opporsi con forza alla creazione della società Acquedotto del Mezzogiorno, frutto di un vero e proprio furto di democrazia perpetrato dalla Commissione Bilancio della Camera
– ad avviare un dialogo con il Coordinamento Regionale Acqua Pubblica di Basilicata per dare inizio al necessario processo di reale ripubblicizzazione del S.I.I. lucano.
Chiediamo, inoltre, al Presidente di attivarsi immediatamente per iscrivere la Regione Basilicata nell’Elenco delle Amministrazioni aggiudicatrici e degli Enti aggiudicatori che operano mediante affidamenti diretti nei confronti di proprie società “in house”, come stabilito dall’art.192 del D. Lgs. n.50/2016, in quanto:
– il termine ultimo per l’iscrizione nell’Elenco è stato fissato dal Consiglio dell’ANAC, nella seduta del 29.11.2017, al 15 gennaio 2018,
– la Regione Basilicata non risulta ancora iscritta
– tale iscrizione è indispensabile per consentire il funzionamento di tutte le società “in house” lucane ed in primis di Acquedotto Lucano s.p.a.