“Nelle prossime settimane, sulla base dell’impegno assunto dal presidente De Filippo di mettere a disposizione un milione di euro aggiuntivo rispetto ai fondi già stanziati dalla Regione Basilicata, il Dipartimento Agricoltura provvederà ad individuare e sostenere di agricoltori dell’area del cosiddetto “cratere” alluvionato, attraverso l’erogazione di un primo contributo, pari al 15 per cento circa del danno complessivo accertato”. Lo ha annunciato il vice presidente della Giunta Regionale e sub commissario delegato all’emergenza alluvione del marzo 2011, Agatino Mancusi, partecipando, questa mattina, a un confronto promosso dal Comitato Terre Joniche a Matera.
Mancusi ha aggiunto che proprio “raccogliendo una sollecitazione venuta dal Comitato Terre Ioniche, il mio Dipartimento (quello alle Infrastrutture) sta verificando, sul piano tecnico, la possibilità di ricorrere ad una convenzione con gli agricoltori interessati, al fine di consentire loro di eseguire direttamente alcuni interventi minimi di messa in sicurezza degli argini dei fiumi”.
L’intervento del Vicepresidente della Regione ha ripercorso le difficoltà in cui si è sviluppata l’emergenza a causa di quella “tassa sulle disgrazie” che era stata introdotta dallo scorso governo nazionale. E a cui la Basilicata si è da sempre opposta. “I fatti, come è noto, ci hanno dato ragione, dal momento che la Corte di Cassazione ha ritenuto incostituzionale quella normativa”.
ALLUVIONE METAPONTINO: CIA, AGRICOLTORI DIVENTINO MANUTENTORI TERRITORIO
“L’annuncio del vice presidente della Giunta e Assessore alle Infrastrutture Mancusi di mettere a disposizione un milione di euro aggiuntivo rispetto ai fondi già stanziati dalla Regione per l’alluvione del Metapontino del 2011 insieme alla disponibilità di ricorrere ad una convenzione con gli agricoltori al fine di consentire loro di eseguire direttamente alcuni interventi minimi di messa in sicurezza degli argini dei fiumi sono due azioni positive e rilevanti che accolgono le sollecitazioni della Cia”.
E’ il commento del presidente regionale della Cia-Confederazione italiana agricoltori Donato Distefano aggiungendo che “il passo successivo deve essere una nuova legge per la manutenzione del territorio”.
“Intanto – continua – il riconoscimento del ruolo di agricoltori-manutentori del territorio e quindi non solo della propria azienda rappresenta un salto di qualità che va tradotto in provvedimenti unitari tra i Dipartimenti Infrastrutture ed Ambiente in sinergia con le organizzazioni professionali agricole. La cosiddetta riforma della governance agricola deve diventare una priorità facendo in modo, come abbiamo risollecitato solo qualche giorno fa al tavolo sul Consorzio di Bonifica Vulture-Alto Bradano, che i Consorzi, riorganizzati, costituiscano le strutture fondamentali per attuare un programma territoriale di sviluppo rurale, in stretta sintonia con i titolari delle aziende agricole ai quali affidare compiti specifici di manutenzione”.
Nel ricordare che la Cia ha “rispolverato” una proposta di iniziativa popolare «Ristrutturazione del territorio nazionale e potenziamento dell’agricoltura per il riequilibrio territoriale, produttivo e sociale” presentata alla Camera dei Deputati nel giugno del 1994 con la raccolta di oltre 65 mila firme, Distefano anche in qualità di vice presidente nazionale dell’Anbi (Associazione nazionale bonifiche impianti irrigui), sottolinea che gli eventi alluvionali nel solo 2011, dalle prime stime dell’Anbi, hanno prodotto danni per oltre 3 miliardi di euro; è stato calcolato che in 40 anni, dal 1950 al 1990, si sono persi 8,5 milioni di ettari di suolo (un consumo medio annuo di 213.349 ettari); nei quindici anni successivi, dal 1990 al 2005 sono stati persi ulteriori 3,6 milioni di ettari (un consumo medio annuo di 244.202 ettari).
Il piano proposto dall’Anbi per il 2011 contiene 2.519 interventi per una spesa complessiva di 5 miliardi 723 milioni di euro, di cui in Basilicata 27 interventi per 105milioni 766 mila euro.
Siamo consapevoli dell’entità della spesa ma – continua il presidente della Cia e vice presidente nazionale Anbi – è indispensabile individuare soluzioni idonee per il reperimento delle risorse se non vogliamo comunque spendere dieci volte di più nel giro di un triennio solo in termini di danni provocati al territorio e alle attività produttive, per lo più agricole, ed occupazionali. Pertanto, le azioni più urgenti da effettuare sono: sistemazioni idrauliche, regimazione di fossi e corsi d’acqua minori; rifacimento e ammodernamento delle reti di bonifica; realizzazione, adeguamento e rifacimento briglie ed altre opere di bonifica; realizzazione nuovi impianti idrovori; consolidamenti arginali, stabilizzazioni degli alvei e delle sponde. Nell’accordo programma tra Ministero all’Ambiente e Regioni – ricorda – sono previsti Programmi di Ambito Integrato con la mappatura dei bacini idrografici che specie nel Materano dove scorrono cinque corsi d’acqua rappresentano un rischio sempre vivo. Il programma di pulizia e sistemazione idraulico-forestale dei bacini fluviali è pertanto una necessità se non vogliamo assistere supinamente al ripetersi delle alluvioni”.
“Si percorra la via della pulizia e dello scavo dei grandi e piccoli canali sui quali non si fa più manutenzione da 30/50 anni. Devono essere puliti gli alvei e dove necessario le sponde dagli alberi e dalla vegetazione che crea ostruzione e pericolo in caso di piena. Riguardo al settore agricolo, nello specifico si pensi alla rapida attuazione dei progetti, delle iniziative già mappate e individuate di cui all’accordo di programma Stato/regioni relativa alla valutazione ed alla gestione del rischio alluvioni di cui alla direttiva CE 60/2007 recepita in Italia con il D.lvo 49/2010; gestione unificata del piano di manutenzione e preservazione del territorio raccordando le varie competenze in essere con il pieno ed organico coinvolgimento delle aziende agricole e predisponendo i contratti di manutenzione e fornitura di servizi agro meccanici in ambiti definiti e mappati. Occorre porre immediato riparo e lavorare in tempi veloci –conclude Distefano – per costruire un sistema ambientale realmente sostenibile, valorizzando il ruolo primario dell’agricoltura quale volàno di riequilibrio territoriale, produttivo e sociale”.