Il Consigliere comunale dell’UDC, Giovanni Angelino, interviene sul dibattito che coinvolge in questi giorni la città di Matera in merito alla destinazione d’uso dell’area verde di via Dante che ospita un’esposizione di auto usate e alla riqualificazione del Mulino Alvino. Di seguito la nota integrale.
Il 17 agosto del 1942, mentre l’Italia era coinvolta nella seconda guerra mondiale, Mussolini approvava la legge nazionale n. 1150 sull’urbanistica. Dal 1975 la competenza in materia è stata trasferita alle Regioni ma solo nel 1999 la Regione Basilicata si dotava di questo importante strumento legislativo. Nel 2011 il Governo Berlusconi per rilanciare l’economia sul territorio particolare approvava la legge 106, ribattezzata “Piano Casa 2”. Toccava alle Regioni recepire le indicazioni di questa normativa nazionale per scongiurare una sorta di deregulation del cemento. La Regione Basilicata è l’unica che non si è dotata del piano casa e questo ritardo sta penalizzando oltremisura le imprese edili. Il caso del Mulino Alvino è eclatante. Il 5 ottobre scadono i sessanta giorni previsti dalla normativa del silenzio-assenso che riguarda il progetto di riqualificazione dell’area interessata. E ancora una volta è scattato il classico “al lupo al lupo” da parte di alcuni esponenti politici della coalizione di centro-sinistra che invocano il passaggio in consiglio comunale per queste scelte che attengono all’urbanistica della città di Matera. C’è chi scongiura la costruzione di nuovi palazzi nell’area di via Dante già occupata in passato dal Circo e adesso utilizzata come esposizione di auto usate ma dimentica che il Consiglio comunale approvando il Piano casa che riguarda l’edilizia residenziale e le cooperative aveva previsto circa 65 abitazioni in via Dante e 110 al Mulino Alvino. Poichè la Regione non ha ancora recepito la normativa del Piano Casa nazionale non si può invocare una nuova discussione in consiglio comunale visto che la vicenda è stata già approfondita e discussa dagli amministratori locali. A maggior ragione se si considera che il progetto presentato per Mulino Alvino non prevede più la costruzione di alloggi ma di un grande parco pubblico che ospiterà attività ludiche e culturali mentre in via Dante gli alloggi sono ridotti a 46. E’ evidente che le preoccupazioni di alcuni consiglieri di maggioranza non attengono a questioni legate alla pianificazione e alla sensibilità urbanistica ma sono esclusivamente di natura politica. Si continua a lavorare per le prossime scadenze elettorali con la consapevolezza che le postazioni al Senato scarseggiano e i tagli della spending review imposta dal Governo Monti colpiranno a breve anche il massimo ente regionale. Di fronte ad una situazione sempre più drammatica e con il rischio di licenziare altri operai, credo che sia giunto il momento di agire per dare un segnale forte alle imprese che in questi mesi hanno atteso invano l’approvazione di una legge regionale sul Piano Casa 2. Se qualcuno pensa di tenere in ostaggio il sindaco Adduce si sbaglia di grosso perchè non è questo il modo con cui si deve governare la città. Ho invocato più volte la necessità di ritrovare una condivisione degli obiettivi ma se qualcuno continua a fare orecchie da mercante allora è meglio andare tutti a casa e dare nuovamente la parola ai cittadini con l’unica arma a disposizione: il voto.
Giovanni Angelino, Consigliere comunale UDC
Sulle scelte urbanistiche dell’Amministrazione comunale interviene anche il Consigliere comunale del PDL Adriano Pedicini. Di seguito la nota integrale.
Una legge quadro, la 106 “decreto sviluppo” interviene per incoraggiare la crescita economica del paese. In materia urbanistica agisce per promuovere e agevolare la riqualificazione di aree urbane degradate, il mulino Alvino certamente vi rientra a giudicare da quello che è intorno. Tutti d’accordo su questo, il dissenso deriva dal sospetto, da coloro che vedono speculazioni e acque torbide e non valutano che in gioco vi sono solo capitali privati e non pubblici. Piaccia o no le colpe sono da individuare solo nella politica regionale che doveva riempire di contenuti il quadro normativo e dettare con efficacia i limiti di influenza delle norme nazionali, non facendo nulla si è dato il via al pasticcio. La regione Basilicata è stata totalmente assente, non è intervenuta; alcuna norma ha fatto, men che meno una circolare. Talune forze politiche, oggi, richiamano una circolare della Regione Piemonte, chiedono che in Basilicata si prenda questa come riferimento. Non vedo per quale motivo! considerata l’inadempienza della politica lucana ci si debba surrogare con una circolare altrui. Abbiamo un governo regionale che ha ritenuto di non dover intervenire e, se oggi, la città, il suo consiglio e le associazioni di categoria si sentono defraudate di talune scelte urbanistiche lo devono esclusivamente al governo regionale. Tuttavia la questione legislativa mi interessa marginalmente, vorrei spostare l’attenzione sulla città e su quello che è meglio per Matera, ponendo una riflessione che entra nel merito e nelle valutazioni del progetto. Non vi è dubbio che in città ci sono due assolute brutture: il rudere del mulino Alvino di via San Vito che si erge a bella mostra all’ingresso della città; la rivendita di auto di via Dante, recintata a mo di campo di concentramento. Certamente sarebbe stato opportuno trattare la questione nelle competenze del consiglio così come sarebbe dovuto essere, se la contestata norma non avesse operato, di fatto la decisione è solo del dirigente. È questo il nodo che da una parte spinge la solita cultura del sospetto a parlare del partito del mattone, dall’altra ad intravedere oscure manovre ancor prima di valutare nel merito il dettaglio risolutivo e la ricaduta di immagine sulla città. Non mi sottrarrò dall’assunzione di responsabilità nell’affermare che qualora tali competenze fossero del Consiglio voterei favorevolmente questa riqualificazione, ritenendola utile per la città. Si contesta che l’assise suprema del governo di città è derubata dal decidere, ma non ci si accorge che la politica pone le condizioni per non far nulla, l’attuale consiglio non è in grado di decidere su nulla, è conflittuale a prescindere. Prova ne è la politica urbanistica sia regionale che comunale che sembra abbia trovato l’intesa comune nell’inerzia, il “piano casa” ne è prova, dopo due anni dall’approvazione in consiglio, giace dimenticato nei cassetti della politica, chi ha pensato ad investimenti ha dovuto riprogrammare la sua visione ed il danno che la politica ha riversato sulle imprese è incalcolabile. Si fa fatica nei discorsi a capire quali sono le linee di indirizzo politico quando si parla una lingua incomprensibile a quella dell’impresa e del lavoro. Le incertezze e le responsabilità sono tutte di questa politica litigiosa ed omissiva che commette atroci delitti ingarbugliando e rendendo complicata persino la legge 106 sulla semplificazione.
Adriano Pedicini, Consigliere comunale PDL
La fotogallery di www.sassilive.it dedicata al Mulino Alvino, lo storico stabilimento ubicato in via San Vito.
…ahahhahaha che ridere…
Tra le brutture non deve essere dimenticato il palazzo dell’ex biennio dell’ istituto tecnico industriale in Via San Pardo, dal 2002 in stato di abbandono. Nemmeno a farlo apposta è situato a pochi metri di distanza dal mulino….
credo si possa condividere, ovviamente parlo di Pedicini.
Per quanto riguarda Angelino, vorrei condividere ma non so chi è che glielo ha scritto, quindi no comment . . .
Che dire.
Adduce fa scrivere ad Angelino,è ridotto male.
Il PDL resterà opposizione per altre 990 anni.
Se questi sono i temi addotti,
C’è qualche luce a livello regionale, non già nella parte materana, ma è troppo poco.
il vuoto regionale e la mediocrità comunale, due miscele esplosive
ecco, bravo angelino. tutti a casa. che avete fatto solo danni.
pensate alla schifezza che si crea il sabato mattina fate schifo…sto parlando del mercato di S. GIACOMO…..
CHE SCHIFO ……..ABBIAMO TANTI POSTI DOVE FARE COMMERCIO………..SIETE VERGOGNOSI…………….
LEVATE IL MERCATO DA S GIACOMO….è UNA VERGOGNA……………
La prima volta che angelino dice una cosa giusta tutti a casa
SIGNORI POLITICI( O MEGLIO FAX-SIMILI DI POLITICI ) INVECE DI PENSARE AI VOSTRI AMICI COSTRUTTORI, IMPEGNATEVI A RISOLVERE I PROBLEMI DELLA VOSTRA CITTA’ CHE SONO MOLTISSIMI, TANTO ORMAI DI APPARTAMENTI VUOTI MATERA E’ STRACOLMA.
CI SONO DELLE STRADE CITTADINE CHE SONO IMPERCORRIBILI, GLI INGRESSI PRINCIPALI ALLA CITTA’ CON ERBACCE NON TAGLIATE, QUARTIERI SPORCHI, LAVORI PUBBLICI INIZIATI E ABBANDONATI E POSSO ELENCARNE ALTRI.
PERTANTO, PEDICINI, ANGELINO E COMPANI IMPEGNATEVI A FARE IL MINIMO PERCHE’ LA CITTA ‘ E ZOZZA..
Ed ecco la voce PDL. Peccato che Pedicini dimentica che ha suoi rappresentanti presso la Regione e che questi devono considerarsi ugualmente responsabili per quanto non fatto per dare attuazione e giusta disciplina alla legge 106/2011. Va bene, costruiamo in Via Dante, ma perché non dite alla gente che il piano casa 1 non e’ morto ? E perché non dite che con questa operazione si rinuncia, di fatto, al piano casa in Via Dante dove il 40% degli alloggi era prima destinato ad housing sociale e ora, invece, quella percentuale da impegnare per gente meno facoltosa non c’è più ?? Tutti auspichiamo lo sviluppo di questa città e ci gloriamo degli investmenti dei privati, ma le regole del gioco devono essere uguali per tutti. Angelino, sarà perché sei in maggioranza ma il progetto del mulino alvino lo hai visto solo tu, visto che l’ impresa non lo ha presentato e ha sei mesi di tempo per depositarlo…..
Condivido quanto affermato da Doriano Manuello.
Nei due comunicati si parla di “sviluppo”, termine che nella città di Matera è associato alla cementificazione edilizia che, in questi anni, non ha migliorato il mercato immobiliare materano, sia nella qualità che nella quantità dei costi, ma ha prodotto ricchezza, sempre e solo per pochi, soliti noti.
La politica, anche quando ci sono di mezzo soldi privati, deve perseguire l’interesse pubblico e
sociale (housing sociale).
La vicenda del mulino Alvino è l’emblema di come la politica materana ha svenduto e sacrificato la propria storia economica (mulini e pastifici), che ha “sfamato” per secoli i materani, in nome di uno sviluppo effimero imposto da imprenditori senza scrupoli e politicanti senza etica.
Anche la fabbrica di laterizi in via passarelli ha fatto la storia dell’economia materana, almeno nel dopoguerra. Nemmeno a farlo a posta non esiste più nemmeno quella e al suo posto c’è un bell’albergo a quattro stelle.
Da contadini e operai siamo diventati impiegati pubblici e del terziario, ma chi lo ha deciso? Forse chi non voleva avere seccature di scioperi, rivendicazioni ecc.? Comunque… in una prospettiva a lungo termine, i nodi stanno venendo al pettine e un po’ tutti si stanno rendendo conto delle scelte economiche sciagurate, come lei giustamente ha sottolineato.
Chiusa la parentesi economica, ora che ci penso mi viene in mente un’altra bruttura: l’asilo in via Gramsci che tra parentesi fa bella mostra di se ai turisti del castello tramontano che sostano nel boschetto.
Meno male che a maggio i ragazzi delle fucine dell’eco hanno occupato quel ”coso” sotto San Pietro Barisano, almeno hanno rianimato uno dei “cadaveri di cemento” materani….