“Di quel disastroso evento, l’UGL Basilicata vuole ricordare tanti lavoratori lucani che sono rimasti vittime: così quella data del 23 novembre 1980, della piccola Basilicata, resta tuttora indelebile nel ricordo di tutti”.
È quanto si legge in una nota della segretaria regionale dell’UGL Basilicata.
“1980 – 2014, trentaquattro anni di sacrifici, promesse di sviluppo: ad oggi, la situazione nell’industria lucana e la percentuale di occupati nel settore la dice lunga sulla scarsa capacità innovativa ed il mancato tentativo di far partire dopo anni il sistema industria. L’intera Regione ha pagato un prezzo altissimo in costo di perdite di vite umane, lavoratori scomparsi e figli orfani che hanno dovuto combattere con un sogno di promesse ed illusioni, nella speranza di uno sviluppo industriale che non si è mai avvertito: troppo lontano – prosegue l’UGL – dal vedere qualche opera di ricostruzione industriale terminata, costata pure tantissimi soldi. Soldi che sono stati destinati ad un processo d’industrializzazione che potesse abbinare alla ricostruzione di case soprattutto un virtuoso processo di sviluppo socio-economico. Per la ricostruzione in Basilicata lo Stato ha stanziato 50.902 mld di lire fino al 1991, 32 in euro fino al 2008 con Finanziarie ad elargire contributi. Alle aziende 3 mila mld di lire. Perché di quel fiume immenso di denaro, che a valori attualizzati ad oggi viene stimato in circa 80 miliardi di euro, è stato fatto un uso non proprio immune da sprechi, accuse e sospetti: dalle prime misure di emergenza (decreto 776 del 1980) è un crescendo di risorse che trovano la base nella legge del 1981 con la quale si stanziano 8.000 miliardi di lire per la ricostruzione. Alla fine, tra mini-norme, rifinanziamenti e proroghe saranno ben 33 gli interventi legislativi previsti. Un po’ tutte le aziende che attinsero a piene mani ai fondi statali per ricostruire la Basilicata (i casi specifici delle aree industriali di San Nicola di Melfi, Vitalba e Nerico hanno persino del clamoroso ed incredibile) sono sparite dalla circolazione lasciando tantissima delusione e soprattutto una schiera infinita di lavoratori in mobilità. Oggi – conclude l’UGL – c’è in qualcuno ancora la speranza che ci si ricordi dei tanti che aspettano una ricostruzione mai giunta, ma soprattutto il desiderio che le parole evidenziate dal compianto Presidente della Repubblica Italiana, Sandro Pertini, non debbano tornare a vivere suoi giornali di altre zone del nostro Paese che ancora soffrono, lottano e vogliono giustizia”.