Alfonso Ernesto Navazio, Consigliere regionale Io Amo La Lucania, ha inviato una nota per fare chiarezza sulla misura di assistenza sociale denominata “Assegno di Cura”. Di seguito la nota integrale.
Assegno di cura, dove vanno a finire i diritti dei cittadini?
Con la delibera di Giunta n. 1710 dell´ 11 dicembre 2012 la Regione, in esecuzione di quella del Consiglio, la n.588 del 2009, prorogava per il 2013 la misura di assistenza sociale denominata “Assegno di Cura”. Si tratta di un sussidio economico mensile per l’assistenza e la cura a domicilio di persone che, non essendo in grado di compiere gli atti quotidiani della vita, hanno bisogno di un’assistenza continua. Il Fondo nazionale per le Non Autosufficienze, che finanzia la misura, è stato già trasferito alla Regione.
Peccato che, ad oggi, i comuni e i destinatari dell´assegno non hanno ancora ricevuto lo stanziamento. Né tanto meno è dato sapere quando ciò avverrà. Ci si chiede quali siano i motivi dell´«inspiegabile e inaccettabile ritardo» nell´erogazione dell´assegno? L´elefantiaco apparato amministrativo regionale non è riuscito a gestire i problemi tecnici? Diventa inaccettabile che un aggiornamento delle procedure informatiche blocchi i servizi, tanto attesi dai cittadini.
In Basilicata si ripete un film già visto: una storia di assistenzialismo su cui aleggia il fantasma del clientelismo. Il programma COPES (Contrasto alle povertà e all´esclusione sociale) tanto invocato in questi giorni, rischia di ripetere il fallimento del programma di Cittadinanza Solidale di cui ne è la prosecuzione. La finalità principale del programma è nobile “Il Programma ha l´obiettivo di sostenere, attraverso il patto di cittadinanza, i percorsi di autonomia delle persone emarginate socialmente, con impegni definiti e tempi certi di durata dei benefici”. Tuttavia, ha solo bruciato decine di milioni di euro per puro assistenzialismo, in quanto, inconfutabilmente, sono rari i progetti utili che hanno aiutato i beneficiari ad uscire dalla situazione di emarginazione sociale, trovando un lavoro ed affrancandosi dallo stato di necessità.
Purtroppo troviamo ancora oggi le stesse e numerose persone che, contro voglia, devono rivolgersi al comune per avere un buono per fare la spesa.
Di chi è la colpa? La risposta dei cittadini lucani è facilmente intuibile: coloro che “detengono il potere”; gli stessi che avrebbe dovuto impegnarsi per una vera equità sociale.
Liberare le persone, renderle indipendenti. Tagliare la politica generatrice di assistenzialismo ci sembra un compito doveroso che deve andare oltre la semplice denuncia.
Alfonso Ernesto Navazio, Consigliere regionale Io Amo La Lucania
Liberare le persone, renderle indipendenti. Tagliare la politica generatrice di assistenzialismo ci sembra un compito doveroso che deve andare oltre la semplice denuncia.
vedi Ernesto, non so se leggerai,che questo si prefiggeva prima cittadinanza solidale e poi , in forma più evoluta Copes.
E’ andata a finire che buona parte dei soldi se ne sono volati per pagare, inutilmente, i formatori come accade da sempre per la formazione professionale; l’incapacità dei Comuni ha fatto il resto.
Era èprevisto un inserimento lavorativo dei partecipanti al programma e solo qualche comune lo ha fatto.
Matera non ha mai saputo di che si parlava ed i ritardi con i quali avvengono i pagamenti sono causati dei ritardi con i quali sono preparate le schede utili alla corresponsione di quanto pattuito