La fine della consiliatura coincide con un proliferare di delibere, strano che molte di queste riguardino il patrimonio comunale, si ha la sensazione che prima delle elezioni si voglia porre rimedio a quel che non si è fatto, dopo che in questo settore, fondamentale per le casse della città, si è stati solo a guardare, gestendo il patrimonio senza valorizzarlo. È giunta in commissione una delibera che definisce gli indirizzi per un bando del compendio immobiliare di via Marconi: l’area mercatale. Con una proposta di gestione esterna giustificata dal fatto che il comune non ha le capacità tecniche. A questo punto chiunque si porrebbe una domanda: ed il mercato di via Ascanio Persio da chi è gestito? Lì ci sono le capacità tecniche? enigmi irrisolti, forse due mercati sono troppi da gestire, oppure il quiz è ben più raffinato perché quel mercato è gestito dal comune di Matera. Quel che non si comprende è la continuità di sbagli, dopo tanti anni di gestioni fallimentari; non è più semplice alienare i locali e lasciarli ai commercianti? Sarebbe ben più confortante per le casse comunali dopo che in questi siti si sono spalmati tanti soldi pubblici. Di contro vi è una amministrazione che non vuol essere impopolare, soprattutto ora, tollera che non si paghi, sono oltre 2 milioni di euro che si devono recuperare per affitti non pagati, nessuno paga e si continua a non far pagare. Chi è affittuario di una porzione di locale, di una casa, una grotta, una baracca, un terreno, un palazzo o qualunque altro immobile del patrimonio comunale, non paga. È talmente elevato e complesso il conteggio che se si dovesse chiedere l’esatta cifra da incassare, ci vorrebbero un gran numero di impiegati a far di conto. Ma l’operazione del mercato ortofrutticolo di via Marconi, val la pena ricordare che può definirsi il “buco nero” della tesoreria comunale. La vicenda si intreccia con ORTOMAT, dove “ORTO” sta ad indicare appunto il mercato; “MAT” il mattatoio, quest’ultimo costato miliardi delle allora lire e detiene il record di non aver mai macellato alcuna bestia. Di riflesso rappresenta lo sperpero perchè non solo abbiamo buttato tanti soldi, ma siamo stati anche condannati ad un risarcimento milionario lo scorso anno. Nella stessa operazione rientrava la gestione del mercato ortofrutticolo, anche questa una operazione catastrofica, locali chiusi, aspettative disattese, opere mai entrate in funzione, un tempo di realizzazione lunghissimo: lavori avviati nel 1991, terminati nel 2003. Questa dilatazione temporale fu causa di enormi danni e ingarbugliamenti amministrativi perché nel frattempo che si costruiva, la legislazione sul commercio subiva enormi mutamenti. Oggi dopo che la gestione privata di ORTOMAT e la successiva sperimentazione ad altri privati, si cercano altre soluzioni simili. L’inefficienza l’abbiamo constatata, ci siamo affidati ad una sperimentazione che non ha portato un solo centesimo nelle casse comunali, anzi per la manutenzione e l’adeguamento del sito abbiamo impegnato importanti risorse, perché perseverare? Credo che vi sia bisogno di un ragionamento serio sulla questione, non può essere liquidata in zona “Cesarini”, il tempo è scaduto non si è stati capaci di promuovere nulla nel settore commerciale, prova è quel mercato che il sindaco doveva spostare dal rione San Giacomo: dopo 5 anni è ancora lì, non rendetevi promotori di ulteriori danni, il commercio non può sopportare altro. Del resto, una cosa è vera nella delibera di giunta nr. 404 del 4.12.2014: la dichiarata incapacità a gestire il mercato; incapacità che, son certo, non si ferma solo sui banchi della frutta.
Adriano Pedicini, consigliere comunale Forza Italia