L’Ater di Potenza, in stretta sintonia con Federcasa, segue con particolare attenzione l’iter del “bando periferie”, condividendo la posizione di Regione, Anci e sindacati per la modifica del riparto delle risorse destinate al Programma di recupero periferie dei Comuni, che a Potenza riguarda in particolare il “Programma Bucaletto”. E’ il caso di ricordare il bando in corso per l’autonoma sistemazione abitativa con finanziamento regionale di 3 milioni di euro autorizzato dal Ministero.
L’impegno dell’Ater e di Federcasa(che rappresenta un centinaio di aziende ed enti territoriali) – sottolinea l’amministratore Domenico Esposito – è quello di costruire alleanze con le istituzioni cognitive, il pubblico e il privato economico per incrementare e migliorare la qualità del proprio patrimonio e costruire le condizioni per la rigenerazione di significative porzioni urbane. Per assolvere a questa “mission” che ci è stata attribuita – aggunge – le risorse finanziarie sono determinanti ed è il caso di ricordare che il Comune capoluogo ha candidato al Programma nazionale ottenendo un punteggio tra i più alti – con una previsione di spesa di 18 milioni di euro complessivi (10 milioni per la costruzione di 100 nuovi alloggi e 8 milioni per la qualificazione della “Cittadella” con servizi ai cittadini) un programma molto atteso dai cittadini che attendono una casa da 38 anni.
La ricerca che abbiamo presentato a Matera, ‘Casa bene comune’, realizzata insieme alle più prestigiose università italiane – sottolinea Esposito – conferma la centralità delle case popolari, vere e proprie infrastrutture sociali e ci indica la direzione da seguire: incrementare certamente il numero degli alloggi ponendo contestualmente grande attenzione alle mutate esigenze sociali. E per questo continueremo l’iniziativa con Federcasa a fianco delle Regioni e dei Comuni (con solo della nostra regione) danneggiati dalla scelta del Governo che va modificata nell’interesse dei cittadini.
E’ doveroso avere la serietà di approfondire, perché l’approssimazione degli ultimi 7-8 anni ha prodotto scelte sbagliate e danni. Servono un’analisi corretta e l’individuazione di risposte concrete, a partire dall’implementazione del patrimonio Erp di nuove unità. Occorre quindi considerare l’edilizia residenziale pubblica sovvenzionata un servizio di interesse generale e non un servizio di interesse economico generale, aumentare in maniera significativa gli sgravi fiscali per l’Erp, a partire dall’IRES, portare le nostre aziende a sviluppare un housing sociale complementare all’Erp insieme a Cassa depositi e prestiti. Ed è da tempo inoltre che rappresentiamo la grande opportunità di fare crescere il patrimonio di edilizia residenziale pubblica attraverso piani di rigenerazione urbana delle periferie, secondo le linee guida dell’antisismica.