Michelangelo Camardo, Presidente dell’Associazione Culturale Codice 21, in una nota ripercorre la storia di un progetto denomimnato “Parco dello storia dell’Uomo”, snaturato rispetto alla proposta iniziale presentata dalla stessa Associazione. Di seguito la nota integrale.
I fatti.
Nell’Agosto del 2015, l’Associazione Culturale Codice 21 presentava al neo eletto Sindaco De Ruggieri la proposta di realizzare un progetto scientifico per Matera fondato su due attività: tutela e ricerca scientifica, una novità assoluta per questo territorio, missione di Codice 21.
Tutela: il progetto era volto anzitutto a preservare le preziose e delicatissime testimonianze storiche e culturali ancora presenti nei Sassi e nel Parco della Murgia Materana, ed a fornire un sistema di controllo e gestione che ne garantisse la migliore conservazione. Tutela perché dopo decenni di ruberie, di ogni tipo di violazione e di atti vandalici, era arrivato il momento per Matera di scegliere una strada diversa dalla volontaria e quotidiana perdita dei valori presenti sul proprio territorio.
Ricerca: il progetto intendeva avviare una nuova serie di ricerche allo stato attuale dell’arte in grado di fornire al sistema culturale ed economico (non solo locale) la solidità scientifica e le certezze di una storia mai indagata e tuttora sconosciuta, che, priva di fondamenti, viene paradossalmente propagandata come la più lunga vicenda umana nello stesso territorio: la storia di Matera. Una storia sempre raccontata in totale libertà e con ogni possibile sfumatura creativa.
Il progetto di Codice 21 nasce dalla consapevolezza che i Sassi ed il Parco della Murgia Materana sono un patrimonio storico e culturale con i più alti riconoscimenti nazionali ed internazionali da circa quarant’anni, ma sono al tempo stesso sono il patrimonio che viene esibito con la più grave lacuna di conoscenze tra tutti quelli esistenti.
Per comprenderlo basti citare il fatto che a Matera viene istituzionalmente attribuita una storia ininterrotta a volte di 8mila a volte di 10mila di anni a volte anche di più, e negli ultimi quattro anni viene anche indicata, sempre istituzionalmente, come la terza città più antica del mondo. Per contro Matera è quasi totalmente assente da tutta la letteratura scientifica.
La proposta progettuale di Codice 21 fu accolta dal Sindaco De Ruggieri che volle dargli come cornice la propria idea chiamata al tempo Parco dell’Antropocene, idea sostenuta dai noti slogan che lo stesso De Ruggieri ama ricordare in tutte le possibili occasioni, fra i quali: “dalla selce al silicio”, “dai buchi neri alla Grotta dei Pipistrelli”.
In quel momento si andavano definendo i progetti per Matera Capitale Europea della Cultura, e il Sindaco chiese e ricevette da Codice 21 sostanza, nomi del settore scientifico da coinvolgere, tempi, previsioni di costi ed indicazioni sui possibili canali per reperire i fondi. Invitalia infatti venne da noi indicata come il canale potenzialmente migliore per lo sviluppo del progetto.
Il 4 Giugno 2016 si tenne presso Palazzo Lanfranchi il convegno organizzato da Codice 21 dal titolo: I Percorsi dell’Uomo – Il Patrimonio Scientifico dell’Area Murgiana.
Nel convegno fu presentata per Altamura la ricerca condotta dal Prof. Manzi, curatore degli studi e della datazione dell’Uomo di Altamura. Per Matera il sottoscritto presentò l’inedito tema del Patrimonio Scientifico del territorio di Matera, con una sintesi dei dieci anni (allora) di ricerche condotte dai membri di Codice 21. Al termine del Convegno i due Sindaci di Matera e Altamura presenti e partecipanti, firmarono un atto d’intesa istituzionale per dar corso al progetto che fu denominato I Percorsi dell’Uomo a cui si univa all’originaria attività di tutela e ricerca dedicata a Matera anche la città di Altamura con il relativa territorio Murgiano della Puglia.
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Sedici giorni dopo, il 20 Giugno 2016, il Sindaco De Ruggieri presentava ai media ed al pubblico nella sala conferenza del Comune di Matera i membri del Comitato scientifico di questo progetto, tra cui il sottoscritto. La presidenza del Comitato per scelta ed intercessione di Codice 21 fu affidata a Massimo Bray, già Ministro dei Beni Culturali e attuale Direttore Generale dell’Istituto Treccani, giunto quel giorno da Roma con la scorta per ricevere personalmente l’incarico.
Il Sindaco De Ruggieri per l’occasione sfoderò dei nuovi slogan: anzitutto “i valori fondanti del Comitato scientifico derivanti dalla 4 A” (agricoltura, ambiente, archeologia e antropologia), ma quello che non passò inosservato a nessuno dei tanti rappresentanti dei media fu soprattutto la frase: “Il comitato, presieduto da un autorevole esponente, come Massimo Bray, dimostra che è finito il tempo dei boy scout”. La frase successiva affidava al Comitato il compito di condurre il progetto per Matera, che, nel frattempo, aveva cambiato titolo da Parco dell’Antropocene a Parco della storia dell’uomo. Strette di mano e proclami dei due Sindaci di Matera e Altamura produssero una copiosa rassegna stampa.
Codice 21, nonostante le variazioni di titolo, non ha mai cambiato nulla circa l’oggetto e la sostanza del progetto offerto per Matera: Tutela e Ricerca. L’obiettivo finale è sempre stato proteggere il patrimonio esistente e produrre le nuove attività di ricerca scientifica necessarie per definire quel sistema di conoscenze e di certezze che darebbero a Matera e al territorio Murgiano il posto che meritano nella storia dell’evoluzione dell’uomo. Il tutto per offrire al mondo culturale e turistico il miglior modo di vivere e conoscere il grande e preservato patrimonio storico di Matera.
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Il 29 Agosto 2016 fu concordata fra tutti i soggetti interessati (Comitato scientifico e Sindaci) la prima riunione operativa per dar corso al progetto, data che richiese un notevole tempo di perfezionamento per via del fatto che Massimo Bray allora si muoveva con la scorta e, dato l’impegno, fu programmato il suo arrivo il giorno prima. Il Sindaco De Ruggieri riuscì a non esserci né la sera del 28, né tutta la giornata del 29 Agosto 2016, la riunione del Comitato presieduta da Bray si tenne ad Altamura in un clima di grande imbarazzo.
Da quel momento il Sindaco non dette più alcun segno di comunicazione, facendo mancare quindi i presupposti necessari per il prosieguo del progetto e disperdendo tutto il lavoro prodotto per oltre un anno. Avocò a sé ogni attività di progettazione con il risultato di farne una questione del tutto personale.
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Il progetto di un uomo
Continuato come il percorso di una sola persona, come tutti hanno potuto constatare, il progetto denominato Parco della storia dell’uomo si è sviluppato senza nessun coinvolgimento pubblico, aiutato in questo persino dall’ultima pandemia.
Ne è uscito un progetto completamente stravolto, che stravolgerà ancora una volta i luoghi che da sempre hanno costituito l’identità e l’unicità di Matera. Le prime spiegazioni arrivate quando la comunità si è trovata i cantieri aperti attribuiscono e demandano tutte le scelte e le responsabilità alla lontanissima Invitalia.
In ogni caso sono stati impegnati diversi milioni di euro. Questo progetto prevede i seguenti temi con relativi impegni di spesa:
Preistoria: l’intervento riguarda il villaggio neolitico di Murgia Timone
Civilità rupestre: l’intervento riguarda 7 chiese rupestri del Parco della Murgia Materana
Civiltà contadina: l’intervento riguarda gran parte dell’area del Sasso Caveoso e Casalnuovo
Città delle stelle: l’intervento dovrebbe riguardare qualcosa che riguarda il Centro di Geodesia Spaziale, tuttora non è chiaro cosa.
I progetti sono stati appaltati e aperti i cantieri nei Sassi e da poco anche nel Parco della Murgia Materana. Si noti la perfetta corrispondenza tra i temi del progetto con gli amati slogan di De Ruggieri.
Dopo le numerose richieste di chiarimenti, dall’analisi dei documenti progettuali recuperati tramite il lavoro di numerosi volontari sono venute fuori le prime importanti certezze.
Non un solo centesimo verrà impegnato per tutelare il patrimonio (vero e non modificato) dei Sassi o del Parco Murgia.
Non un solo centesimo verrà impegnato per approfondire la conoscenza né della preistoria, né delle chiese rupestri, né della fantomatica civiltà contadina e per forza di cosa neanche delle stelle.
Bastano queste due osservazioni per definire che si tratta di un progetto di mero consumo di denaro pubblico che avrà soprattutto il grande risultato di pregiudicare definitivamente in tutti i luoghi di intervento la possibilità di una futura indagine scientifica.
Ci sono inoltre delle cose inedite e mai verificatesi prima.
Il progetto della preistoria e delle chiese rupestri andrà a modificare il paesaggio storico archeologico e naturale del Parco della Murgia Materana. Questo non l’aveva fatto ancora nessuno, almeno con i soldi pubblici. Il Parco della Murgia Materana ha avuto l’ardire di rimanere finora sostanzialmente originale, forse troppo vero, un fastidioso ingombro ai racconti favoleggianti con cui si ama rappresentarne la presunta storia.
Stessa sorte per quella parte dei Sassi che aveva conservato finora un aspetto originale con la sua inimitabile essenza rupestre. Centinaia di interventi pubblici e privati senza controllo e criterio lo hanno ridotto negli ultimi anni ad un luogo sterile, falsato penosamente da materiali ed edilizia di consumo, privati dei segni e perfino dell’anima che ci hanno portato i riconoscimenti internazionali. Un risultato importante per chi lo ha consapevolmente voluto, che costerà invece ai futuri materani l’impossibilità di scoprire e comprendere i luoghi della propria identità storica.
Dopo quest’ondata di milioni di euro che ha già prodotto danni irreversibili al patrimonio storico, archeologico e naturale di Matera nessuna delle chiese rupestri o presunte tali avrà un nome e una data. Nessuno dei monumenti presenti nel villaggio neolitico avrà una data ed una spiegazione.
Si potranno però ammirare attraverso passerelle di legno, ed altre trovate, che ne cambieranno la percezione rendendoli la parodia di se stessi, monumenti privati perfino del loro stesso contesto.
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Invece del paesaggio preistorico, quello vero, avremo quello creativo dei progettisti selezionati da Invitalia, avremo in cambio grotte ripulite da tutte quelle muffe e robacce che nel resto del mondo consentono agli scienziati di poter dare una data ai dipinti e alle incisioni rupestri.
Abbiamo però una importante conferma: solo e sempre a Matera coloro a cui è demandato il compito di tutelare il patrimonio culturale consentono di privarci di tutto ciò che è necessario per conoscere la nostra vera storia.
Il fatto stesso di aver autorizzato o preso parte alla redazione o correzione di questo progetto che ha come unico obiettivo una fruizione di luoghi manomessi certifica che la conoscenza a livello istituzionale del patrimonio culturale di Matera non esiste.
Forse le nostre amministrazioni credono che la presenza dei pochi e datati riferimenti bibliografici presenti nei progetti di Invitalia siano sufficienti a garantire un’adeguata conoscenza e quindi a stabilire il miglior destino di un patrimonio da tutti riconosciuto e contemporaneamente da tutti sconosciuto.
O ancora le nostre amministrazioni pensano che la sorveglianza archeologica possa dare un conforto scientifico alla manomissione distruttiva di questo patrimonio?
Guardando quello che è già accaduto, e da quel poco che ci è stato riferito dai diretti interessati, crediamo piuttosto che si tratti di esercizi di trasformazione e distruzione, irreversibile ma controllata di Matera, il luogo dove abbiamo avuto il privilegio di essere, e dove abbiamo avuto la sfortuna di avere amministrazioni incapaci di tutelarne e gestirne il valore.
Pulizia, valorizzazione, accrescimento del potenziale turistico, sono le parole scelte dalle amministrazioni che cercano di far digerire questo ricco progetto farcito di milioni di euro. Ma vorremmo chiedervi: valorizzazione di cosa?
Se chi fino ad oggi ha liberamente inventato i nomi di tutti i monumenti di questo territorio, senza preoccuparsi di dare una pudica alternativa alla continua e fiera propaganda di nomi come la Cripta del Canarino, per fare solo un esempio, chi stiamo valorizzando?
Se qualcuno vede realizzarsi il proprio sogno di un progetto-slogan, che impedirà in futuro la possibilità di conoscere una storia vera attraverso opere di edilizia ordinaria nei Sassi di Matera o nel suo Parco archeologico, chi stiamo valorizzando?
Se sempre la stessa voce è riuscita a rendere “storica ed eroica” una sciocchezza come la civiltà contadina che è una semplice frase utilizzata da uno scrittore, una fattispecie priva di alcun senso e dimensione storica che nessuno ha mai inserito in un sistema culturale, cosa stiamo valorizzando?
Provate a cercare sul web civiltà contadina e rendetevi conto di cosa parliamo, e poi fate una piccola riflessione su quanti milioni di euro sono stati spesi per manomettere i Sassi in nome del nulla culturale.
Nel suo appuntamento storico di Capitale Europea della Cultura, qualcuno per Matera invece di scegliere la strada della conoscenza, della ricerca, dell’innovazione nella gestione, e soprattutto della tutela del patrimonio, ha deviato verso un’altra destinazione che si chiama parco della storia di un uomo.
Matera quindi non correrà il rischio del riconoscimento scientifico, quello che avrebbe consentito di entrare nei libri di storia di tutto il mondo a partire dal primo capitolo dell’evoluzione umana.
Qualcuno ha preferito tutelare i carissimi ricordi della propria giovinezza, quelli che favoleggiano la magnetica potenza dei luoghi.
Qualcuno ha preferito non tutelare il patrimonio storico e archeologico di Matera, consentendo a chiunque dalle troupe cinematografiche, al turismo incontrollato, alle imprese di costruzione di cancellarne ogni traccia per urgenti questioni di consumo o di consenso. In questo modo si presenta ora la fine di luoghi sopravvissuti con i propri valori millenari al 2020, sacrificati in nome degli slogan, a volte personali, a volte politici, a volte semplicemente inutili.
Qualcuno quindi ha scelto per Matera di ingigantire il nulla culturale, fondamento necessario per tutto quello che soffriamo in un luogo eletto dalla storia.
Non rimaniamo indifferenti. L’Associazione Codice 21 ha sempre scelto per sua essenza la strada della ricerca e della tutela. Una essenza violata da scelte incomprensibili. Ci accolliamo il peso della responsabilità, tutta nostra, di aver riposto fiducia in chi aveva pubblicamente sottoscritto tutt’altro in nome di Matera.
Una fiducia tradita in nome di un tentativo di beatificazione in vita che confligge con la conoscenza, quella che Codice 21 cerca quotidianamente in tutti quei luoghi che oggi diventano il palcoscenico della misera rappresentazione di commedie già viste. Non rimaniamo indifferenti.
Fino a quando a Matera non sarà distrutto, modificato irreversibilmente o compromesso l’ultimo ambiente contenente tracce storiche nei Sassi e nel Parco della Murgia, e vi sarà la possibilità di studiare, e solo dopo di offrire e far comprendere al mondo una delle vicende più importanti dell’evoluzione umana, l’Associazione Codice 21 continuerà nella propria missione.
Michelangelo Camardo, Presidente Associazione Culturale Codice 21