“Non basta il dialogo con le Regioni, come è avvenuto ieri in sede di Conferenza delle Regioni, e con i Comuni, come avviene da tempo con l’Anci, se poi Poste Italiane non arretra di un passo dal suo piano industriale di chiusura degli uffici, tra i quali quello di Pisticci Scalo o di ridimensionamento della loro attività (Nova Siri)”. E’ quanto sostiene il consigliere regionale Paolo Castelluccio (Forza Italia) che dissente dalle dichiarazioni del Presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, per il quale “la possibilità prospettata da Poste Italiane di sostituire gli uffici postali con dei presidi mobili sarebbe una buona idea”. E’ invece da bocciare proprio come quella del postino telematico sostenuta da Francesco Caio, Amministratore Delegato di Poste Italiane: il postino telematico fornisce a domicilio i servizi di pagamento dei bollettini, di accettazione della corrispondenza e raccomandate, di consegna pacchi e di ricarica delle carte prepagate telefoniche e Postepay. Già oggi, in Italia questo servizio viene offerto su buona parte del territorio nazionale solo che – aggiunge Castelluccio – risponde solo in parte alle specifiche esigenze delle fasce più anziane della popolazione e dei pensionati specie per la riscossione della pensione tenuto conto la scarsa dimistichezza dei nostri anziani per le carte di credito o prepagate. Ci sono poi esigenze delle aziende che altrimenti sono costrette a rivolgersi a servizi di società private comunque ancora poco presenti nel Materano ed in generale nella nostra regione. Per conservare la funzionalità degli uffici postali invece si deve perseguire la vecchia e sempre attuale idea di convenzioni con Comuni, Unioni di Comuni e Regione per ridurre, quanto più è possibile, i costi di Poste Italiane ad esempio per il fitto di locali che la Pubblica Amministrazione può mettere a disposizione gratuitamente. Infine ci sono i risvolti, non certo secondari, di carattere occupazionale da non sottovalutare per non perdere posti di lavoro tra gli addetti ai servizi postali”.
“Non ci soddisfano le dichiarazioni dell’amministratore delegato di Poste Francesco Caio, nel corso dell’incontro oggi in sede di Conferenza delle Regioni sul piano industriale dell’azienda che comprende la chiusura di 450 uffici postali mentre 609 saranno aperti a giorni alterni, tese a far passare la chiusura come una rivoluzione di modernità”. E’ il commento di Rossana Florio (Cd), consigliere provinciale di Matera e comunale di Pisticci, sottolineando che “è del tutto ingiustificata la chiusura dell’Ufficio Postale di Pisticci Scalo come di altri già avvenuta nel Materano e la riduzione dell’orario dell’ufficio di Nova Siri. Come non mi convince – aggiunge – la proposta di ‘sostituire’ gli uffici postali con dei presidi mobili, pulmini, sul territorio. Il timore generale è che questo sia solo il primo passo di una politica di spending review che in futuro porti alla totale chiusura dei presidi in comuni già a forte rischio di desertificazione: le scelte che Poste italiane prospetta sono ispirati a principi non condivisibili, anche alla luce del fatto che Poste italiane è una delle poche società a capitale pubblico che non ha un bilancio in perdita, anzi il 2014 dovrebbe chiudersi con utili elevati e più che sufficienti per garantire il mantenimento dei livelli occupazionali. Non può prevalere la logica del mercato e dei numeri, metodo inaccettabile che ci induce a sollecitare il coinvolgimento più deciso delle istituzioni, del ministro e dei nostri parlamentari. E’ utile ricordare e una verifica in tal senso sarebbe certamente doverosa, che la delibera n. 342/14/Cons dell’Agcom che, nel modificare criteri di distribuzione degli uffici postali, ha disposto specifici divieti nei confronti di Poste a tutela degli utenti del servizio postale universale che abitano in alcune zone svantaggiate del Paese nella redazione del piano annuale di razionalizzazione degli uffici postali. La delibera, inoltre, impone a Poste di avvisare con congruo anticipo le istituzioni locali sulle misure di razionalizzazione, al fine di avviare un confronto sull’impatto degli interventi sulla popolazione interessata e sulla possibile individuazione di soluzioni alternative più rispondenti allo specifico contesto territoriale. Per questo la Conferenza delle Regioni non può occuparsene a provvedimenti già assunti e – conclude Florio – deve contrastare con ogni mezzo l’operato di Poste Italiane”.