Il 20 ottobre 2015 uno degli spazi culturali presenti a Matera, nato antecedentemente alla candidatura come capitale della cultura 2019, riceve una lettera di sgombero coatto inviata dall’amministrazione comunale. Si tratta del Centro Sociale Occupato e Autogestito “Le Fucine Dell’Eco”, attivo ormai da più di tre anni e gestito da giovani che propongono laboratori ed eventi culturali legati alla costruzione di una cultura libera e indipendente dalle logiche economiche di un mercato massificato, seguendo una linea politica di reale condivisione e rispetto del bene comune.
Cos’è che disturba di questa occupazione? E’ evidente ai nostri occhi che il motivo di tale atto di forza risponde ad una logica che non accetta forme culturali e di produzione di pensiero non conformi alle decisioni dei palazzi. La cultura dominante o egemone è, oggi, quella in cui l’interdipendenza dei suoi aspetti materiali e immateriali è piegata al servizio della mercificazione dell’artefatto, da un lato, e dell’immagine talentuosa dell’artista, dall’altro. La cultura egemone è sovrastrutturale, è un fenomeno di classe. Il potere declina la cultura in senso merceologico, la cultura di massa trasforma proletari e sottoproletari (vedi Pasolini) in piccolo borghesi elettori della democrazia del consumo, è una forma di liberalismo sovrastrutturale in cui essere liberi significa essere liberi di consumare cultura. È una tirannia senza precedenti!
L’atto di sgombero fornisce una buona chiave di lettura della direzione che questa città sta intraprendendo, infatti l’amministrazione sta cercando di ostacolare attività aperte alla collettività, “Open” come lo slogan del dossier di candidatura recita ma solo a parole e non nei fatti tant’è vero che ad oggi non esiste destinazione d’uso futuro per questo spazio. All’interno degli spazi delle Fucine si producono eventi culturali e di contro cultura come mostre d’arte, presentazione di libri, concerti, corsi di teatro, cineforum, laboratori di serigrafia e rilegatura, musica ed arti visive, letture politiche condivise, palestra popolare e sala prove per musicisti. Tutto ciò è stato autorganizzato e autofinanziato, slegandosi dalle dinamiche di interessi privatistici ed economici. Questo non è il primo sgombero che questo luogo vede. Circa 10 anni fa fu sgomberato il Teatro dei Sassi, adducendo le stesse motivazioni ovvero la “restituzione dell’immobile alla collettività”. Ma ad esso seguirono anni di abbandono che resero l’ex asilo una vera e propria discarica. Eppure entrambe queste realtà hanno attuato processi partecipativi per la riqualificazione degli spazi lasciati in completo abbandono. Lo scenario che si propone fa quindi rabbrividire! In quest’ottica, la scelta di una o più capitali della cultura europea è un paradosso etnicista, come se qualcuno potesse arrogarsi il diritto di ritenere periferiche le culture altre, se non in una prospettiva in cui tale candidatura non apparisse unicamente per ciò che è, ovvero un’operazione commerciale e politica in cui l’erogazione culturale viene letta come possibilità di mercificazione della stessa tramite il consumo dell’evento. La controcultura è necessariamente connessa ed inscindibile da una prospettiva politica che mira a sovvertire l’ordine esistente delle cose, non esistono culture, arti e linguaggi neutrali, ma solo storicamente determinati e connessi ai rapporti di produzione esistenti.
Questo collettivo ha interesse a che questo luogo resti una volta per tutte un bene comune. A tal fine fa appello a tutti i cittadini affinchè partecipino alla assemblea convocata giovedì 12 novembre presso il CSOA “Fucine dell’Eco” in piazzetta Garibaldi ( Sasso Barisano”) alle ore 20 per discutere la proposta di adozione di un regolamento di uso civico del luogo da presentare alla giunta comunale!
Di seguito i punti all’ordine del giorno dell’assemblea pubblica
ORDINE DEL GIORNO:
lettura e discussione dell’ordinanza di sgombero nei confronti del C.S.O.A.;
“Le Fucine dell’Eco” inviata dal Comune di Matera; misure da intraprendere a riguardo;
discussione sul programma di attività già presenti e di quelle future del C.S.O.A. Proposte di gestione;
discussione in materia di bene comune e gestione comunitaria degli spazi,
partecipazione attiva e condivisa alla vita sociale, democrazia
partecipativa, riqualificazione di spazi e immobili demaniali in stato di abbandono;
tavola rotonda aperta alla formulazione di nuove proposte di collaborazione vper il mantenimento, lo sviluppo e la crescita del C.S.O.A.
Seguirà alle ore 22.00 selezione musicale in vinile e freestyle.
Il C.S.O.A. è luogo che garantisce il libero sviluppo della persona, la libera manifestazione di cultura e arte in ogni sua forma, un luogo aperto ai bisogni della comunità senza scopi di lucro e fondato sulla cogestione.
La partecipazione e il contributo di ognuno di noi sono fondamentali affinché questa realtà possa continuare ad esistere e crescere.