Il cittadino materano Valentino Blasone esprime alcune riflessioni sull’incontro “Lavoro, cultura, legalità” promosso dai sindacati e dalle associazioni che hanno aderito alla “Marcia per la cultura e il lavoro” nel tardo pomeriggio di giovedì 17 maggio nell’auditorium Gervasio di Matera.
Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Matera 2019: che fare?
L’incontro di ieri pomeriggio è stato l’emblema, anche fisico, soprattutto fisico, dello stato attuale di Matera 2019.
Ci si è focalizzati sul bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, sulle opere pubbliche in ritardo o mai partite, su quelle che invece potrebbero rappresentare motivo di sviluppo futuro.
A dir il vero però, invece di centilitri io ho notato ancora ieri, forse ancor più ieri, i metri, i chilometri che misurano la distanza fra i rappresentanti delle istituzioni e la città.
Alcuni, colpevolmente ed anche con scarso senso democratico, hanno disertato l’incontro, il sindaco De Ruggieri e il Presidente della Fondazione Adduce hanno invece cercato di illustrare il loro punto di vista e questo gliene va da atto.
Io credo che Matera 2019 continui ad essere un’occasione mancata non tanto per quello che non si è fatto, ma per la frattura profonda che si è creata fra la città e i cittadini da un lato e chi ci amministra dall’altro.
L’impegno di questi mesi che ci separano all’inizio dell’anno da capitale della cultrura, dovrebbe essere investito soprattutto nel ricucire e superare quella frattura mettendo in atto un reale coinvolgimento delle energie e competenze presenti in città affinché diventino partecipazione al buon governo della cosa pubblica, sia per quanto riguarda l’amministrazione comunale, sia per la Fondazione.
I presidenti Pittella e De Giacomo, la rettrice Sole, ieri erano n.p., non pervenuti, come le caselle vuote di alcune temperature allor quando il colonnello Bernacca ci illustrava nella tv in bianco e nero le previsioni del tempo. E quindi non è a loro che mi rivolgo, in quanto meritano di essere ripagati con la stessa attenzione da loro riposta nel pomeriggio di ieri.
Ma il sindaco De Ruggieri e il presidente Adduce hanno il dovere morale principe di attivare, per le proprie e rispettive competenze e responsabilità, un circuito virtuoso di coinvolgimento della città. Se lo faranno anche gli innegabili ritardi saranno meno impattanti rispetto alla riuscita della rivoluzione culturale: una città che decide e si impegna per il proprio futuro.
Partendo già da oggi. Perché citando Seneca, “ Non abbiamo poco tempo, ma ne abbiamo perduto molto”.
Valentino Blasone