Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto che introduce multe da 400 a tremila euro per chi aggira le misure per arginare la diffusione del Coronavirus in Italia. In sintesi il decreto prevede multe da 400 euro a tremila euro per chi non rispetta i divieti di circolazione e le regole di contenimento, stop fino a 30 giorni per le attività commerciali e possibilità per i presidenti di regione di emettere ordinanze più restrittive nei territori a maggiore circolazione del virus, purché convalidate entro sette giorni con decreto del presidente del consiglio dei ministri. Il quale resta l’unica autorità in grado di disporre in via urgente e temporanea misure che comprimono le libertà costituzionali. Non è prevista la confisca di auto, moto e veicoli, mentre saranno sempre garantiti la filiera alimentare e i carburanti.
“Invito tutti a soprassedere” sull’annunciato progressivo stop agli impianti di benzina, ha chiarito Giuseppe Conte al Tg5, perché è un servizio essenziale: “Troveremo una soluzione con la ministra dei Trasporti Paola De Micheli. Ma non possiamo consentire che si arrivi a un’interruzione di questo pubblico servizio”.
Il premier sarà mercoledì alla Camera e giovedì al Senato.
Dopo il cdm il premier ha commentato il decreto in una conferenza stampa, smentendo che le misure restrittive possano protrarsi fino al 31 luglio.
“Lo stato di emergenza per sei mesi – ha spiegato il premier – non vuol dire restrizioni fino al 31 luglio. Siamo pronti ad allentare le misure in ogni momento, speriamo prestissimo”.
A Pasqua saremo ancora bloccati in casa? “Sulla Pasqua non mi faccia far previsioni hapoi detto in serata al Tg5 – ci atteniamo all’andamento epidemiologico, ragionevolmente non è una soluzione dei prossimi giorni ma confidiamo che non lo sia neppure dei prossimi mesi”.
“I Governatori – ha poi annunciato – possono adottare misure più restrittive. Ma rimane al Governo la funzione di coordinamento”. Le multe vanno da tremila e quattromila euro, ha precisato. Quindi si è detto “orgoglioso della reazione di tutti i cittadini, la maggioranza dei quali rispetta le regole”.
“Tutti devono fare la loro parte, se tutti rispettano le regole si esce prima dall’emergenza”, ha ammonito. “Abbiamo deliberato l’adozione di un decreto legge che riordina la disciplina anche dei provvedimenti che stiamo adottando in questa fase emergenziale. Il nostro assetto non prevedeva un’emergenza di questo tipo”. “Con questo decreto legge abbiamo regolamentato più puntualmente e in modo più trasparente i rapporti tra l’attività del governo e del Parlamento. Prevediamo che ogni iniziativa venga trasmessa ai presidenti delle Camere e che io vada a riferire ogni 15 giorni”.
A proposito dello scontro fra Stato e Regioni, Conte ha poi precisato: “La competenza sulle misure restrittive deve essere dello Stato. Alle Regioni lasciamo la possibilità di adottare altre misure”.
Per quanto riguarda infine i rapporti con le parti sociali e il rischio scioperi, il premier ha sottolineato che “la concertazione degli anni 90 è un periodo superato, la competenza delle decisioni spetta al governo. Questo è il momento del confronto ma la porta per i sindacati è sempre aperta”. “Stiamo facendo degli aggiustamenti” con i sindacati che non sono rimasti soddisfatti della lista delle attività produttive che continuano a lavorare, “le filiere produttive sono molto integrate”. “Con i sindacati stiamo lavorando”.
CORONAVIRUS DECRETO LEGGE 24 MARZO 2020