Permettere gli spostamenti anche fuori dal proprio Comune e all’interno delle singole Regioni dal 4 maggio, lasciando però in vigore i limiti alla mobilità intra-regionale. E’ questa l’ipotesi, a quanto si apprende da diverse fonti, sul tavolo del governo in vista dell’avvio della “fase 2”. Niente di deciso, viene spiegato, ma questo sarebbe al momento l’orientamento prevalente. “La revisione delle misure di
distanziamento sociale non significa un “liberi tutti” ma non possiamo chiudere i cittadini in casa per sempre”, ha detto il premier Giuseppe Conte nel corso della cabina di regia con Regioni e enti locali.
Il governo vuole autorizzare dalla metà di maggio prima l’apertura dei negozi al dettaglio, poi di bar e ristoranti. L’ipotesi è che il 4 maggio queste attività restino ancora ferme ma con la possibilità di eccezioni, come consentire la vendita da asporto per la ristorazione, che si aggiungerebbe alle consegne a domicilio, già permesse. Non sarebbero ancora definite date, ma un’ipotesi sarebbe far riaprire i negozi dall’11 maggio, la ristorazione dal 18.
Con la riapertura dei trasporti pubblici e con le conseguenti misure di contingentamento si stima che gli utenti saranno il 15% di quelli che si registravano precedentemente all’emergenza Covid-19. E’ quanto ha spiegato il numero uno della task force sulla Fase 2, Vittorio Colao, nel corso della cabina di regia con il premier, le Regioni e gli enti locali.
La ripartenza sarà all’insegna della massima cautela, nella consapevolezza che si dovrà sempre tenere sotto controllo la curva epidemiologica e non farsi trovare impreparati in caso di una possibile risalita. “Il piano prevede un allentamento delle misure restrittive, ma non uno stravolgimento”, fa saperePalazzo Chigi.
Un piano al quale l’Anci replica con delle richieste. “Se dal 4 maggio si torna a lavoro diciamo agli italiani come farlo”. Serviranno “trasporti, mascherine e cura dei figli”. Il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, ha indirizzato al governo una richiesta chiara da parte dei sindaci: “chiediamo di chiarire quali sono le attività che riaprono dal 4 maggio e chiediamo al governo di entrare con i sindaci nelle case chi andrà a lavorare.