Nuove risorse: proviamo con i “bonus benzina” e gli assessori regionali esterni
Intorno ai provvedimenti del Governo per far fronte alla crisi si è accesa una ampia discussione, tra polemiche e, talvolta, rabbia e rancori. La Basilicata entra in gioco più di qualunque altra regione. Intanto l’Istat dà notizie drammatiche circa la disoccupazione galoppante, la cassa integrazione, la mancanza di lavoro dei giovani al Sud…
In questa situazione complessivamente disastrosa, l’estate lucana ha messo in evidenza tre problemi di immediata emergenza: il dissesto idrogeologico del Basento, quello della costa ionica con connessa alluvione della piana metapontina, infine il disastro che si abbatte, si abbatterà e si è abbattuta sulla sanità e sulla scuola. All’interno di tali emergenze, per i cieli di Basilicata si è fatto volare l’<<Angelo della Buona Nuova>>, il quale annunziava che i lucani patentati potevano godere di un “bonus-benzina” del valore di 90 euro. Sulla <<Buona Nuova>>, soprattutto dopo l’infelice iniziativa della regione Veneto, a guida leghista, immediatamente c’è stata, pronta, la proposta di “dirottare” la somma agli alluvionati di Metaponto.
In concreto, in verità, io non so quanto si avvantaggerebbero gli agricoltori interessati; ma di fatto la proposta, tutta demagogica, pur avendo avuto il sostegno del Presidente della Associazione anti-usura e del Presidente della Provincia, e non so di quanti altri, è da considerarsi del tutto impraticabile, per i seguenti motivi:
- Perché la somma riservata ai “bonus” ha una sua specifica destinazione, che bisognerebbe variare, credo, con apposita legge;
- Perché sul “bonus” si sono create le legittime attese di 130.000 cittadini lucani che hanno fatto la fila alle poste e hanno, sicuramente, già sostenuto qualche spesa nella preparazione dei documenti;
- Perché la richiesta dei “bonus” è stata avanzata anche da molti lucani residenti in altre regioni, con aggiunte spese;
- Perché nessun cittadino può essere deluso e offeso nei suoi diritti e nella sua dignità;
- Perché, insomma, anche lo Stato ha il dovere di avere una sua etica.
Ciò detto, poiché, personalmente, ho pubblicamente dichiarato che non ritirerò il “bonus”, spiegandone i motivi, mi permetto di fare alcune proposte, che possono servire per venire incontro alle emergenze che nell’immediato si sono create e ancor di più si creeranno. E sono:
- Si accantoni la somma dei “bonus-benzina” non ritirati;
- Si ritiri la delega ai tre assessori esterni, che – gliene chiedo scusa – indipendentemente dai loro meriti e dalle loro capacità, devono convenire che sono stati chiamati soprattutto per far “quadrare” calcoli politici e, comunque, quali “straordinari”;
- Si accantoni quanto ricavato dalla già avvenuta riduzione del 10 % degli emolumenti dovuti ai consiglieri regionali e agli ex consiglieri regionali;
- Si applichi la stessa riduzione a tutte le cariche politiche e di nomina politica (Asl, Ato, Consorzi Industriali, Ater, Agrobios, Acquedotto, e chi più ne ha più ne metta).
Il tutto, quindi, tratte le somme, sia destinato, nel prossimo bilancio o adattamento di bilancio:
- Per il 25 % alle scuole materne ed elementari a partire, dal basso, cioè dai Comuni con minor numero di abitanti e, quindi, più poveri;
- Per il 25% alle fasce sociali più deboli e, quindi, alle strutture sanitarie di accoglienza e assistenza per anziani e bambini in difficoltà;
- Per il 30% agli alluvionati del Metapontino;
- Per il 20% per la sistemazione del letto del Basento e la tutela dei Giardini di Grassano.
Non ho idea di quanto, per questa via, si possa realizzare, sia in accumulo di denaro, sia in investimenti. Quel che è certo è che non è tempo di polemiche, asti e malumori, come, purtroppo, sta avvenendo intorno alla manovra e intorno a scritti “corsari”, di vago sapore pasoliniano. Intanto, se qualcuno cominciasse a mettere in discussione, insieme con l’esistenza delle province, anche l’esistenza di due Regioni sottodimensionate, quali la Basilicata e il Molise, forse non sarebbe un gran male.
Giovanni Caserta