La cittadina materana Maria Dora Ferretti ha inviato una lettera aperta al sindaco di Matera Domenico Bennardi che contiene due proposte da sottoporre all’attenzione dell’Amministrazione Comunale, una per la cura del verde pubblico e l’altra per l’istituzione del cane di quartiere. Di seguito la nota integrale.
Nel tempo così incerto in cui i cittadini sono chiamati ad una potenziata responsabilità civile e politica, propongo, in virtù della sua lungimiranza, di recuperare il progetto dell’amministrazione Manfredi mirante alla cura condivisa del verde pubblico. Al di là della bellezza che in quel periodo invase le aiuole dei quartieri, quella pratica, nel lungo periodo, aveva risvolti positivi sulla
disposizione d’animo dei cittadini, allargando l’orizzonte dal bene privato al bene pubblico. Infatti, con il consolidarsi delle istituzioni democratiche, a carico del bene generale si è consumata una lenta quanto inesorabile deriva semantica: l’originario bene comune è diventato bene istituzionale. Questa modifica ha determinato una deresponsabilizzazione dei cittadini nella fruizione
della res-publica (parchi, strade, alberi, verde, parcheggi, suolo pubblico), sgravandoli dal dovere di adottare comportamenti congruenti con la cura del bene di tutti: “siccome pago le tasse, è Lei (leggi: Istituzione) che deve pensarci”. In realtà noi tutti (istituzioni, classe politica, società civile, singoli cittadini investiti del dovere politico e titolari di diritti privati) siamo tenuti ad un impegno unitario
nella cura del bene collettivo. In quel progetto è racchiusa la possibilità di produrre un cambio di senso, di direzione, abbandonando l’ormai riduttiva concezione del bene pubblico come “bene istituzionale” e riportandolo all’auspicato ed opportuno significato di “bene comune”.
Una ulteriore proposta riguarda gli altri esseri viventi con cui, ci piaccia o no, condividiamo lo spazio vitale. Con la nuova tipologia di raccolta differenziata (io mirerei piuttosto alla progressiva riduzione fino all’azzeramento nella produzione dei rifiuti), ognuno è felice di avere lo spazio prospiciente la propria abitazione libero dagli orribili e maleodoranti cassonetti colmi di rifiuti.
Tuttavia, in queste settimane, ho visto grande smarrimento tra chi viveva dei nostri abbondanti scarti. Vi risparmio la sicumera sulla responsabilità umana nei confronti della biosfera (ovvero sulla condotta di vita senza riguardo verso la comunità dei viventi). Anche a tal proposito propongo di recuperare il progetto dell’amministrazione Manfredi, noto per l’istituzione della figura del “cane di quartiere”, finalmente supportato dalla legge regionale n°46 del 30 novembre 2018. Inoltre, chiedo l’applicazione della legge nazionale a tutela delle colonie feline n°281 del 14 agosto 1991. Ricordo che queste due iniziative, sorrette e favorite da una capillare informazione, solleverebbero le casse comunali di una parte, mi auguro cospicua, della somma destinata al mantenimento del canile comunale.