“Il primo incontro da neo Governatore con i vescovi lucani ha un significato del tutto particolare che è anche di buon auspicio per l’immediata e futura attività dalla parte degli “ultimi”: è il commento del segretario regionale della DC-Libertas Giuseppe Potenza sottolineando inoltre l’invito di Pittella ai consiglieri regionali uscenti a devolvere l’ultimo stipendio e l’annuncio a destinare ad un fondo per il sostegno del ‘banco alimentare’ i risparmi rivenienti dall’abbattimento dei costi della politica”.
“L’emergenza sociale che in Basilicata, come ha segnalato solo qualche giorno fa l’ennesimo Rapporto Istat, coincide con l’incremento delle famiglie in stato di povertà, che tocca ormai un lucano su due, impone alla politica e all’istituzione regionale – continua – di passare dalla sensibilità all’iniziativa concreta. Nel programma della scorsa legislatura era previsto uno specifico programma denominato “Quoziente Basilicata” che poi non ha trovato pratica attuazione. E’ il caso di ricordare tra le misure individuate con il Programma figurano un bando regionale per l’erogazione di un bonus-famiglia da utilizzare per l’acquisizione di servizi per la conciliazione lavoro/famiglia (nidi e micronidi, centri prima infanzia e centri primavera, servizi di baby sitting e baby parking, servizi di accompagnamento dei figli a scuola e dal medico); pagamento di un mutuo bancario per l’acquisto della prima casa, qualora il nucleo familiare non sia proprietario di nessun altro bene immobile, nei confronti di banche convenzionate con la Regione Basilicata; contributo al pagamento del canone di affitto dell’abitazione adibita a residenza, nel caso in cui il locatario sia un ente pubblico/assicurativo convenzionato con la Regione Basilicata; acquisto di libri scolastici, materiali di cancelleria per uso scolastico ed altri sussidi didattici;abbonamenti a servizi di trasporto pubblico regionali con aziende appartenenti al Cotrab; acquisto di servizi di consulenza familiare. Un insieme di misure significative che andrebbero aggiornate ed adeguate alla nuova condizione di difficoltà delle famiglie lucane come dovrebbe avvenire per il Programma COPES (Reddito di Cittadinanza Solidale) che si è dimostrato ampiamente inadeguato all’obiettivo di riemersione dal disagio”.
Per il segretario della DC, inoltre, “non dobbiamo lasciare la Caritas e le Parrocchie lucane da sole ad affrontare l’emergenza povertà. Non si può sottovalutare che almeno 12.000 lucani si siano rivolti, lo scorso anno, ai 30 centri di ascolto-sostegno parrocchiali sparsi sul territorio. E’ particolarmente utile il lavoro delle centinaia di volontari delle parrocchie lucane ad identificare le caratteristiche del “povero” lucano, in media sposato, tra i 40 e i 50 anni, con fissa dimora e disoccupato. Negli ultimi anni si aggiungono anche le fasce più giovani con lavori precari e figli piccoli a carico, che ritornano dalle famiglie di origine o i piccoli imprenditori che non riescono più a pagare i fornitori e dipendenti. E’ il cosiddetto ceto medio che è maggiormente esposto perché le famiglie non ce la possono fare più a mantenere giovani universitari fuori casa e a pagare mutui e bollette. Quanto al lavoro di Caritas e gruppi parrocchiali è sicuramente utile predisporre un piano di servizi e facilitazioni che, con l’ausilio di Regione, Province e Comuni, ne aiutino il lodevole impegno per gli ultimi”.
Dic 19