Riceviamo e pubblichiamo la nota inviata da un Comitato di genitori dei rioni Agna le piane, Agna e Cappuccini, preoccupati per lo stato di degrado in cui si trovano i marciapiedi adiacenti il plesso scolastico del quartiere, per le difficoltà legate all’iscrizione telematica per la mensa scolastica.
L’estate sta finendo, diceva un tormentone estivo di quando eravamo ragazzi noi genitori di oggi, e un altro anno scolastico è iniziato con mille speranze, mille aspettative, soprattutto dopo la “buona scuola” fortemente voluta dal Governo centrale. Scriviamo a nome di un gruppo di genitori del complesso scolastico di Sant’Agnese nel rione Agna (si! lo stesso plesso scolastico noto alle cronache per la vicenda dolorosa delle antenne di qualche anno fa, della cui non attivazione solo recentemente abbiamo avuto conferme dal consigliere residente neoeletto Angelo Bianco). Anche a costo di sembrare noiosi e ripetitivi e risultare anche un pochino ‘rompi’, sentiamo il dovere di segnalare pubblicamente alcuni disservizi che le famiglie dei nostri rioni subiscono in merito alla vivibilità di un anno scolastico intero. Ma, andiamo con ordine.
Lo scorso anno scolastico si era chiuso con dei lavori di rifacimento del marciapiede antistante l’ingresso della scuola. Immaginate il caldo, la polvere, i bambini che escono festosi e dopo una giornata di concentrazione e attenzione vogliono correre e prendere aria pulita in viso e si ritrovano le ruspe, la polvere, e lavori anche piuttosto pericolosi in corso. L’avviso con su scritto “SCAVI” potrebbe mai trasformare una via periferica della città capitale della cultura 2019 in una novella Pompei? E abbiamo tollerato…
Quest’anno scolastico, invece e sottolineamo invece, è cominciato così come si era chiuso: con i lavori di rifacimento del marciapiede dall’altro lato della strada… ma dico: la scuola è stata chiusa per oltre due mesi; ci sarebbe stato tutto il tempo per completare i lavori in un periodo in cui il traffico sia veicolare sia ‘umano’ è notevolmente ridotto… invece, risottolineamo invece ma con meno ironia, si è atteso giusto l’inizio dell’anno scolastico per dare il via ai lavori… e dobbiamo tollerare?
Se poi ci fermiamo a pensare, ci ricordiamo che stiamo utilizzando l’ingresso secondario, l’uscita di sicurezza del plesso scolastico come ingresso principale, essendo quest’ultimo previsto non all’angolo di via Frangione con via Guida ma proprio su via Frangione (come ci ricordano anche le schede elettorali quando andiamo a votare). E come mai vi chiederete? Vi invito a fare un giro in via Frangione e ad entrare nel plesso scolastico, vi renderete conto di quali siano le condizioni in cui versa l’ingresso principale (almeno nel progetto) della scuola.; Non spetta a noi sapere e/o capire perché quel luogo che dovrebbe essere salubre, che dovrebbe invogliare i ragazzi ad entrare per acculturarsi o offrire riparo in un giorno piovoso non sia mai stato completato. Domando ancora… e dobbiamo tollerare?
Penultimo punto, ma ci fermiamo poi per non essere prolissi: la beffa della mensa scolastica. Come pubblicato sul sito del Comune di Matera, le famiglie stanno provvedendo all’iscrizione sul portale digitale dei propri figli… tutto ok? Magari!!! Si potrà effettuare il pagamento o meglio la ricarica del borsellino elettronico solo c/o i punti vendita autorizzati e convenzionati con il Comune di Matera. Peccato che i rioni Agna Le Piane, Agna e Cappuccini non abbiamo nessun punto vendita autorizzato né convenzionato con il Comune; anzi agli scriventi risulta, come da informativa del Comune, che il punto convenzionato viciniore per effettuare la ricarica sia in via Lucana angolo via Volta.
Qui non tolleriamo più e insieme all’estate anche la nostra pazienza sta finendo. Poniamo pertanto all’attenzione della Società ‘civile’ queste questioni. Non siamo e non ci sentiamo cittadini di serie B; abbiamo lo stesso codice stradale, lo stesso codice civile e paghiamo le stesse TASI TARES IMU IVA ICI (come vogliamo chiamarle, sempre tasse sono) dei cittadini residenti negli altri rioni più fortunati della città, e come loro vorremmo poter godere degli servizi. Ci sentiamo trascurati e dimenticati, da noi la cultura del servizio (e la scuola è la fabbrica della cultura) evidentemente non è ancora arrivata.