Marzio Muscatiello deve abbandonare la casa. Ma in questo caso non stiamo parlando di un annuncio da reality, in particolare del Grande Fratello ma di una triste realtà, alquanto paradossale. Il disabile materano di 67 anni che da tempo chiede un contributo per abbattere alcune barriere architettoniche nella sua abitazione ha ricevuto un avviso dal Comune di Matera che diffida il diretto interessato a lasciare l’alloggio “entro il termine perentorio di 30 giorni”. Il documento precisa che il “contratto di assegnazione provvisoria di alloggio comunale” a Muscatiello “è scaduto il 31 gennaio 2016”. L’avvocato Gelsomina Cimino, legale di Muscatiello, ha presentato un ricorso al Tar per la Basilicata per chiedere la nomina di un commissario ad acta per arrivare ad abbattere le barriere architettoniche che lo ostacolano.
Di seguito la nota inviata sulla vicenda dallo studio legale Gelsomina Cimimo
Studio Legale Gelsomina Cimino: “Una mossa abietta, degna solo delle più infami vendette camorristiche!”
Il sig. Muscatiello che da anni soffre di una grave patologia che gli ha procurato l’impossibilità di deambulazione e una invalidità accertata al 100%, dopo essersi rivolto allo Studio legale dell’avv Gelsomina Cimino per ottenere l’abbattimento delle barriere architettoniche che all’interno dell’alloggio comunale che occupa dal 2001, gli impediscono di poter agevolmente utilizzare il bagno e di poter accedere alla camera da letto, è ora destinatario di una diffida a rilasciare quell’alloggio, formalmente motivata dalla intervenuta scadenza contrattuale che il Comune fa risalire al 30.01.2016 e, a causa della riconfermata inerzia – la stessa applicata di fronte alla richiesta di abbattimento delle barriere – a distanza di quasi due anni, di fronte ad una proroga tacita, si pensa bene di intervenire a gamba tesa e pretendere di buttare per strada un disabile che vive di una pensione minima e la moglie sprovvista di reddito. Lacrime solcano il viso di un uomo ultrasettantenne che ha dato la vita a quel Comune, un tempo suo datore di lavoro e oggi, come Caronte, intende costringerlo ad errare fra le tenebre, solo perché diverso, solo perché si è opposto alla più totale sudditanza!
Michele Capolupo