Le Associazioni di Pisticci e Marconia MaMa APS, Fidapa BPW sez. Pisticci-Marconia, Lucana mente lab, ProLoco Marconia, Allelammie,
Legambiente Circolo Pisticci, Albatros ASD Onlus, UNITRE Marconia, Polisportiva San Giovanni Bosco, A briglie sciolte ASD ed
Emanuele1172 hanno inviato una lettera aperta al governatore lucano Vito Bardi per chiedere trasparenza e chiarezza sulla gestione dell’ermergenza Coronavirus in Basilicata. Di seguito la nota integrale.
Caro Presidente Bardi,
Presidente della Regione Basilicata e Commissario per l’emergenza COVID-19, ci rivolgiamo direttamente a lei e ai politici eletti sul territorio che in questo momento hanno il dovere di mettere in atto tutte le più efficaci misure di contrasto contro la diffusione del Coronavirus in Basilicata.
Essere votati dagli elettori, essere delegati a rappresentarci è come tutti i poteri prima di tutto una grande responsabilità. Ci aspettiamo, dunque, che tale mandato venga esercitato con capacità, dedizione ma soprattutto nell’interesse dei cittadini.
Come cittadini e come associazioni è giunto il momento di chiedere un maggiore coinvolgimento dell’unità di crisi ed una puntuale e più dettagliata comunicazione che non si limiti al bollettino dei nuovi infetti, ma che ampli le informazioni.
I recenti lutti che hanno colpito l’intera comunità impongono di conoscere anche se vi siano responsabilità certe, o se la tardiva esecuzione dei tamponi sia stata dettata dai protocolli in materia di prevenzione di diffusione del Covid-19.
Al governo regionale chiediamo:
• Perchè una diagnosi domiciliare tardiva dei casi sintomatici sul territorio?
• Perchè la notifica del caso sospetto di malattia infettiva fatta dal proprio medico curante (peraltro documentabile anche nei tempi) non ha un riscontro immediato con la presa in carico del paziente?
Al governo regionale chiediamo di sapere, quindi se ci siano tamponi a sufficienza per una ragionevole politica di monitoraggio del virus. Chiediamo di conoscere quali siano i criteri con cui i tamponi vengono effettuati.
Come associazioni che ogni giorno si impegnano al servizio della crescita del territorio lucano abbiamo il diritto di chiedere che le royalty rivenienti dallo sfruttamento della nostra terra lucana, siano destinate ad una campagna di screening a tutela di tutta la popolazione.
Conosciamo bene i limiti della nostra terra. Sappiamo come la sanità pubblica sia stata per troppi anni dimenticata. Anche per questo non possiamo permetterci una gestione approssimativa o non trasparente.
Non possiamo perché non abbiamo le risorse, perché se qualcuno sbaglia in nome e per nostro conto saremo noi a patirne le conseguenze. Saranno i nostri padri i nostri nonni, noi stessi a rischiare la vita. Vogliamo, quindi, godere almeno di un diritto sacrosanto e irrinunciabile, il diritto ad essere ascoltati e curati.