Lo storico materano Gianni Maragno in una nota torna ad occuparsi dell’annosa questione che riguarda il mancato collegamento ferroviario con la città dei Sassi. Ecco il nuovo documento in esclusiva per SassiLive.
Corsi e ricorsi nella annosa questione ferroviaria materana
Sembra quasi che una sorta di congiura continui ad aleggiare sul collegamento ferroviario relativo alla Città dei Sassi e al territorio che le gravita intorno. Ancora una volta, quando riteniamo che tutto sia pronto per consentire finalmente anche a noi materani di poter disporre e utilizzare il treno, spunta sempre qualcuno o qualcosa che, invece, escogita nuovi, improbabili itinerari o alternative alla strada ferrata, vagheggiando sistemi di trasporto, aerei o terrestri, fantasiosi o utopistici.
Sono tutti progetti, compreso quello attuato della ‘Metropolitana di Matera’, che confermano, purtroppo, quanto sia stato facile impiegare i finanziamenti pubblici in opere inutili. Una situazione, ai limiti della farsa, che si protrae da oltre 110 anni, ma che, in realtà, costituisce la base della tragedia che costringe gran parte dei giovani dei nostri territori ad andare via alla ricerca di un lavoro. Qualche giorno fa il notissimo industriale Giovanni Rana, antesignano nel proporre la propria produzione alimentare direttamente attraverso i potenti canali delle televisioni, in un convegno nella Città dei Sassi, ha dichiarato che i prodotti alimentari del nostro territorio sono di eccellente qualità, ma scarsamente attrattivi perché manca la logistica. In estrema sintesi, incide negativamente sul sistema economico regionale l’assenza di un asse ferroviario che possa integrarsi con il resto delle infrastrutture esistenti.
Eppure ben oltre 110 anni fa l’Amministrazione Comunale di Matera aveva persino pagato lo studio di fattibilità di un progetto ferroviario che consentisse il collegamento alla rete di Stato. Fu in seguito però alla legge Zanardelli approvata nel marzo del 1904 che venne definito il tracciato che da Grumo Appula-Altamura avrebbe collegato Matera con Miglionico-Ferrandina.
Allacciarsi a Grumo Appula, distante 17 km da Altamura, voleva e vuol dire innestarsi sui binari delle Ferrovie Statali della Bari – Taranto. Inoltre, la prosecuzione del tratto per Altamura avrebbe consentito di attestare la nuova tratta sulla linea, sempre delle ferrovie statali, che da Gioia del Colle porta a Foggia, attraverso Rocchetta S. Antonio, allacciandosi allo snodo di Melfi. La prosecuzione da Altamura a Matera e a Ferrandina comporterebbe l’inserimento anche sulla tratta Eboli – Taranto, attiva fin dal 1877.
Il progetto della Grumo – Altamura – Matera – Miglionico – Ferrandina avrebbe generato un sistema efficiente di trasporto ferroviario, connettendo tra loro, e finalmente, linee altrimenti scarsamente produttive, e contribuendo qualitativamente allo sviluppo della intera rete nazionale, con innegabili vantaggi per i viaggiatori e per il trasporto merci.
Ma, anche allora, qualcuno tentò di distogliere le attenzioni, provocando divisioni nella compatta compagine materana con la proposta di un diverso itinerario. Ma la risposta, a firma di Domenico Ridola e Niccolò de Ruggieri, non si fece attendere.
Per chiarire dannosi equivoci
II Comitato ferroviario Materano non é nato ieri in occasione dell’agitarsi Bernalda, ma è vecchio di parecchi lustri e mirò, con costante e seria operosità, a togliere dall’isolamento l’infelice città di Matera. Una lunga storia documentata prova, a chi nol sappia, questa palmare verità.
Come si venne a conoscenza di una agitazione latente e palese che, mutando i termini della legge, mirava ad un mutamento di tracciato, creando, senza volerlo, nuovi ritardi e nuove delusioni, il Comitato se ne preoccupò ed agì energicamente nell’interesse di tutti. Fra i mezzi adoperati non vi fu, non vi poteva essere, alcun convegno di rappresentanti di taluni comuni, con esclusione di altri. Il Comizio del 5 corrente, dopo l’esauriente conferenza del Cav. Sinisgalli, approvò un ordine del giorno, con cui non chiedevasi altro che la esecuzione della legge. Ora si sente il dovere comunicare, e con il massimo compiacimento, che il Cav. Cantisano, Deputato Provinciale, anche a nome del Cav. Guida, Consigliere del Commissariato, ha pubblicamente dichiarato che non si ostacolerà, in alcun modo, il tracciato ferroviario stabilito dalla Legge, che a Pisticci non vi fu mai alcun comizio per chiedere altro tracciato e che solamente alcuni cittadini del mandamento di Pisticci, non tanto nell’interesse di Bernalda, quanto in quello di Matera, aveano creduto ventilare una proposta di variante, sulla quale naturalmente non si insiste più in alcun modo.
Appena tali nobili dichiarazioni dei Cavv. Guida e Cantisano furono da noi rese pubbliche, la migliore impressione si produsse in questa città e nei comuni del nostro circondario e credemmo doveroso esprimere le nostre azioni di grato compiacimento al Cav. Cantisano, pregandolo farsi interprete [sic!] dell’animo nostro presso il Cav. Guida, nonché presso l’intero mandamento di Pisticci. Dopo tali nuovi fatti, al Comizio di Ferrandina poteasi rinunziare, ma si è insistito a tenerlo non solo per cementare l’accordo, per poco turbato da malintesi, ma altresì per dissipare ogni qualsiasi ombra di altri equivoci e per concordare i mezzi perché il Governo esegua la legge e assuma la diretta costruzione delle ferrovie di Basilicata, dando la preferenza alla ferrovia Grumo-Matera-Ferrandina. Preghiamo perciò i rappresentanti di tutti i comuni del Circondario di Matera e tutti coloro che furono invitati dal Sindaco di Ferrandina, ad intervenire al Comizio indetto in quella Città il 14 corrente, alle ore 11 a. m.
Matera, 8 agosto 1906.
D. Ridola – N. de Ruggieri
Dunque, è condizione ricorrente che, in un lasso di tempo pluricentenario, personaggi che saremmo tentati di definire ‘nemici del bene comune’ abbiano sostenuto l’inutilità di un collegamento ferroviario a Matera, attivando una continua campagna denigratoria e di disinformazione, nel tentativo di convincere a non insistere nelle richieste di infrastrutture. Questi continui tentativi probabilmente nascono dall’intento di mistificare il debito insoddisfatto che lo Stato e l’Ente Regione hanno contratto con questa parte del territorio, che a ragione deve reclamare gli standard minimi europei, tanto più perché Matera sarà Capitale europea della cultura nel 2019.
Ma alla ignorante confusione generale contribuiscono anche figure di Governo. Così, mentre il Presidente del Consiglio in questi giorni ha dichiarato che è una vergogna che Matera non sia collegata alla rete ferroviaria statale, il Ministro alle Infrastrutture, nei mesi passati, proprio da Matera ha manifestato la sua predilezione per i treni lenti, quelli che consentono di fruire delle bellezze del paesaggio. Il riferimento era ai trenini delle FAL, con un sistema a ‘scartamento ridotto’ che non consente la connessione con la rete ferroviaria nazionale. Inoltre, particolari non trascurabili, questi trenini sospendono il servizio di domenica e nei giorni festivi e non effettuano il servizio merci con gravi perdite di esercizio in danno delle finanze regionali.
A questo proposito, nondimeno, consigliamo vivamente al Ministro Del Rio di consultare il n. 16 – Ottobre 1995 del ‘Dossier EUROPA’, relativo al livello di integrazione nel contesto Comunitario Europeo della Regione Basilicata: “La Basilicata, una regione che potrebbe svilupparsi velocemente nei prossimi anni attraendo ulteriori iniziative d’investimento dall’esterno. Soprattutto se verranno valorizzati altri fattori indispensabili al pieno inserimento dell’economia della regione in quella della penisola e del resto d’Europa: quali in primo luogo le direttrici interregionali che si intersecano nel nuovo nodo industriale di Melfi”.
Un altro Ministro, titolare di un dicastero estraneo alle infrastrutture e ai trasporti, forse vittima di qualche ‘consigliori’ interessato, ha sentenziato dall’alto del monumento che Francesco il poverello non sarebbe mai arrivato a Matera in treno.
Noi pensiamo invece, senza smuovere né ministri e nemmeno santi, che il Regno di Franceschiello è finito da tanto e se Francesco non potrà scambiare il suo cavallo (quello della povertà) per salire in groppa al cavallo di ferro (quello che oggi si suole chiamare treno), non ci sarà più alcuna possibilità di sviluppo per il nostro territorio.
Gianni Maragno
Come si può, dopo la lettura di quanto sopra, restare alibiti ed interdetti dallo sconcio vergognoso di cui siamo vittime coem popolazione lucana ed ancora oggi ,on reclamare in forma ferma, decisa, determinata per lo meno il completamento di quanto fatto per portare questo TRENO a MATERA. Non c’è da attendere anche un solo giorno se non vogliamo essere colti impreparati dal fatidico 2019. Da “La Ferrovia “incompiuta ” e beffarda” su Amazon.it: Post del 25/Febbraio 2016 “Credo che oramai abbiamo proprio “vomitato” tutto quello che si poteva “inventare” su questa tratta, resta la priorità comunque di realizzare il completamento, con la posa del binario sulla tratta già realizzata di Ferrandina – Matera; è il primo adempimento che va fatto prima del 2019.
E Matera sarà raggiungibile con il treno da oltre mezza Italia e da tutta l’Europa essendo
Capitale EUROPEA della cultura 2019. “