L’Associazione “Matera Ferrovia Nazionale” esprime alcune amare riflessioni condivise da numerosi cittadini sulla necessità di realizzare il collegamento ferroviario Ferrandina scalo-Matera. Di seguito la nota integrale.
Le positive notizie giunte da Roma circa il completamento della ferrovia Ferrandina-Matera premiano la determinazione dell’Associazione “Matera Ferrovia Nazionale” e inducono a riconoscere l’importante e decisivo impegno del sottosegretario Salvatore Margiotta in proposito. Una battaglia di civiltà e di modernità per infrastrutture strategiche ed efficienti condotta in un clima di incredibile immobilismo e la mancanza di un efficace dibattito auspicato dai cittadini. Registriamo, infatti, con grande amarezza, la distanza da questi temi da parte dei nostri parlamentari, consiglieri regionali e sindaci, che per la loro appartenenza territoriale e il ruolo politico che interpretano hanno il dovere di concretizzare innanzitutto fabbisogni come strade e ferrovie utili. Prerequisiti irrinunciabili per lo sviluppo e la ripartenza dell’economia dopo il Covid.
La conferma delle nostre condivise perplessità si è avuta nei giorni scorsi quando è stata bocciata una mozione di urgenza presentata da Luca Braia in Consiglio Regionale riguardante la ferrovia Ferrandina-Matera. Con tale mozione, racchiusa in tre punti, si chiedeva di 1) includere nel Piano Regionale dei Trasporti la suddetta ferrovia (inserita invece, dopo la bocciatura regionale, nel decreto “Italia Veloce” del governo centrale perché ritenuta importante); 2) la richiesta di un commissario per velocizzarne l’iter; 3) il sostegno per la prosecuzione della linea da Matera verso i binari della Bari-Taranto. Da notare che la sorprendente bocciatura è arrivata con il voto di alcuni consiglieri regionali materani che di certo non hanno difeso gli interessi e il futuro della città e dei giovani. Una bocciatura illogica espressa pur difronte a una infrastruttura già progettata e compresa nei programmi di Rete Ferroviaria Italiana e completamente finanziata con 365 milioni di euro, che faranno aprire nel Materano diversi cantieri creando lavoro e indotto. La posizione della Regione Basilicata, inoltre, è risultata in contrapposizione addirittura alle scelte di sviluppo del Governo nazionale e dell’Unione Europea. Un atteggiamento inconcepibile in tempi in cui si chiedono risorse da “investire” per rilanciare il Sud, Matera e la Basilicata. Oltretutto, una opposizione alla mozione incoerente e paradossale, assunta da chi dovrebbe appoggiare iniziative e progetti tesi alla ripartenza del nostro territorio. Cioè a favore di una Matera che non può bearsi nel ricordo dell’anno “magico” 2019, ora chiamata a pianificare con raziocinio e lungimiranza il prossimo decennio sul piano sociale, economico e infrastrutturale. Ebbene, difronte all’apporto indispensabile e qualificante delle Ferrovie dello Stato per rilanciare l’occupazione attraverso il turismo e altri settori vitali, la politica locale rimane in un inquietante silenzio o fa scelte insensate. D’altronde, in un recente passato ha “confezionato” per Matera provvedimenti che testimoniano una palese miopia, un vero e beffardo autolesionismo (a danno dei cittadini), caratterizzato dalla volontà di non far crescere la città, di conservarla in una dimensione “paesana”, chiusa, confinata, “facilmente controllabile”, mantenendo inalterato il penalizzante isolamento, mentre ovunque (anche nel Sud!) si parla di Alta Velocità e mobilità sostenibile tenendo ben presente che più sono funzionali e utilizzabili i trasporti e più sono dinamici e positivi i risvolti relativi all’imprenditoria, alle esportazioni e al turismo. Settori irrinunciabili per combattere la nuova povertà e l’emigrazione giovanile, tragedie sempre più diffuse nella Basilicata contemporanea.