Matera celebra la ricorrenza delle Forze Armate e dell’Unità d’Italia. Sul palco delle autorità il Prefetto di Matera Luigi Pizzi, il Presidente del Consiglio provinciale di Matera Aldo Chietera, il Sindaco di Matera Salvatore Adduce, il Questore di Matera Pasquale Errico, il Comandante Militare Esercito “Basilicata” Giulio Barba, il Comandante Provinciale Carabinieri di Matera Antonio Russo, il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza Pantaleo Cozzoli, il Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco di Matera Eugenio Barisano, il Comandante Provinciale del Corpo Forestale dello Stato di Matera Raffaele Manicone, autorità civili e militari e le Associazioni Combattentistiche e d’Arma.
I rappresentanti militari e dei Corpi di Polizia hanno commemorato i Caduti con la deposizione di corone di alloro presso il monumento di piazza Vittorio Veneto
Durante la celebrazione si è schierato anche un Reparto di formazione composto da una rappresentanza delle Forze Armate e della Guardia di Finanza e sono stati letti ii messaggi inviati dal Capo dello Stato e dal Ministro della Difesa.
Pr commemorare la ricorrenza è intervenuto anche il professore Franco Lisanti in rappresentanza delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma e Giovanni Montemurro, esponente della Consulta studentesca.
Riportiamo di seguito i saluti per la festa delle Forze Armate del sindaco di Matera Salvatore Adduce e del presidente del Consiglio provinciale di Matera Aldo Chietera.
Festa delle Forze Armante, Il saluto del sindaco di Matera , Salvatore adduce
Celebriamo oggi il 95′ anniversario della fine della prima guerra mondiale. Quasi un secolo è passato da quei giorni che videro la conclusione del conflitto più doloroso e disastroso che fino ad allora si era mai verificato.
Una carneficina senza precedenti che coinvolse 28 nazioni.
La guerra era durata 4 anni, 3 mesi e 14 giorni di combattimenti.
Le vittime nelle forze di terra furono più di 37 milioni.
La guerra produsse indirettamente quasi altri 10 milioni di morti tra la popolazione civile.
Negli anni immediatamente successivi alla conclusione della “grande guerra”, nelle piazze di tutti i nostri paesi e delle nostre città furono eretti monumenti che ricordano il sacrificio di tanti contadini, artigiani, braccianti, professionisti, tutti giovani che furono chiamati a svolgere una funzione decisiva per la nazione.
Si trattava in gran parte di intere classi anagrafiche che solo in quella occasione conobbero la patria.
Venivano da paesi sperduti del sud, del centro e del nord Italia, in gran parte immersi in una tremenda povertà.
Negli anni del ventennio fascista il ricordo della “grande guerra” fu strumentalizzato in chiave retorica, richiamando fasti militari che in effetti non si erano verificati.
Ciò che si era verificato certamente erano le gesta eroiche di un esercito popolare che volle dare all’Italia la sua indipendenza.
A circa un secolo dalla conclusione del conflitto, oggi in modo razionale possiamo affermare che il grande sacrificio di migliaia di giovani soldati non fu vano e che grazie a quella generazione di italiani è stato possibile edificare la nostra nazione restituendole dignità, indipendenza e libertà.
Fu in effetti l’ultima guerra di indipendenza che comportò la partecipazione popolare grazie all’esercito e alle forze armate che oggi festeggiamo perché costituiscono il baluardo della sicurezza del nostro Paese.
Oggi onoriamo dunque quegli eroi. Onoriamo quegli italiani i cui nomi sono impressi sulle lapidi dei monumenti ai caduti. Onoriamo anche tutti quelli di cui non conosciamo neppure i nomi.
E onoriamo il Milite Ignoto.
Lo spirito con cui ricordiamo quel passaggio cruciale della storia recente del nostro Paese è allo stesso tempo di orgoglio per la riconquistata libertà e indipendenza ma al tempo stesso di grande tristezza per il prezzo altissimo pagato da una intera generazione che fu falcidiata a causa del conflitto.
Onoriamo oggi quegli uomini, quei contadini, quei lavoratori chiamati a svolgere una funzione straordinaria.
Senza possedere in gran parte gli strumenti della conoscenza e della cultura, quei giovani risposero generosamente all’appello della Patria. Fu posta sulle loro spalle una grande responsabilità e furono all’altezza del compito loro assegnato.
Ma ancora una volta, il richiamo a quelle pagine della nostra storia non va fatto per esaltare la guerra!
Anzi! Siamo qui come ogni anno per respingere la cultura dell’esaltazione della forza militare e della guerra.
Siamo qui per rivolgere a quei caduti il nostro pensiero di gratitudine e compassionevole per l’enorme sacrificio, ma al tempo stesso per assumere ciascuno di noi l’impegno a combattere la cultura della guerra, la cultura della sopraffazione, la cultura della violenza, la cultura della discriminazione razziale, la cultura della discriminazione sessuale, per scegliere con convinzione la cultura della tolleranza, dell’accoglienza, della pace.
Siamo qui come in tutte le città italiane oggi per “scambiarci un segno di pace” come accade durante la liturgia della Chiesa.
Perché da ciascuno di noi e collettivamente parta un monito a non ripetere esperienze tragiche come quella di un secolo fa.
E le Forze armate, ancora una volta le nostre Forze armate sono chiamate oggi a svolgere un ruolo nuovo ed essenziale proprio per salvaguardare la PACE!.
La stabilità e la sicurezza internazionali sono beni pubblici comuni a tutti i Paesi liberi e democratici; sono le condizioni necessarie – pur se non sufficienti per lo sviluppo economico e sociale, e nessun Paese libero e
democratico può sottrarsi al dovere di contribuirvi, nel proprio
interesse e in quello di tutta la Comunità Internazionale.
Le Nazioni Unite, l’Alleanza Atlantica, l’Unione Europea sono
interpreti e strumenti operativi di questo dovere condiviso.
Esprimiamo qui la nostra gratitudine ai nostri soldati che si trovano ancora in Afghanistan e in Libano.
Permettetemi anche di rivolgere un pensiero ai due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone che sono ancora trattenuti in India.
Le Forze Armate italiane hanno intrapreso da tempo, pur nei limiti
imposti dalle ridotte risorse a disposizione, un significativo
processo di razionalizzazione, volto a mettere in campo capacità
operative più idonee rispetto alle effettive minacce da
fronteggiare negli attuali scenari di impiego.
Rendiamo onore a questi uomini, riconoscendone l’impegno e la
professionalità.
Siamo orgogliosi di quanto essi fanno ogni giorno,
in nome del nostro Paese e della Comunità Internazionale.
E rinnoviamo l’omaggio alle Forze Armate come struttura
portante, insieme ad altre, dello Stato democratico. Quello Stato
nazionale unitario, nato 150 anni fa, che deve restare punto di
riferimento e di continuità per tutti i cittadini.
Credo, infine, di interpretare i sentimenti di tutti voi nel rivolgere al Capo dello Stato, al Presidente Giorgio Napolitano il saluto più affettuoso della nostra comunità.
Viva le Forze Armate, viva la Repubblica, viva l’Italia unita!
Festa delle Forze Armate, il saluto del presidente del Consiglio provinciale di Matera Aldo Chietera
Cittadini, autorità civili, religiose e militari presenti, associazioni combattentistiche e d’arma, rivolgo a Voi tutti un caro saluto e un ringraziamento sincero per essere qui oggi.
Parlare di Unità nazionale, in un frangente così complicato, può aiutare a risollevare gli animi di tutti. Ma se da un lato celebriamo un valore così profondo, l’elemento chiave che tiene unito un intero Paese, ed esprimiamo un profondo senso di gratitudine a quanti con grande spirito di abnegazione lo difendono, dall’altro vediamo perso il significato di quella stessa unità. Non se ne intravede il futuro.
Esattamente un anno fa registravamo l’approvazione di un decreto legge, giudicato poi incostituzionale, che formalizzava la soppressione delle Province. Un riconoscimento che è servito a poco, perché a breve questi enti saranno svuotati di deleghe e i territori, gli spazi concreti della vita di ognuno, si ritroveranno scoperti, fragili e indeboliti.
Ci ritroviamo così spaesati, privi della bussola che l’istituzione dovrebbe rappresentare per un popolo e, smarriti di senso, rivolgiamo la nostra attenzione a vie di fuga spesso poco legittime. L’angoscia è tanta e le risposte attese si sono, in questo lungo frattempo, trasformate in urgenze. Dire di avere pronte le soluzioni che faranno riemergere la speranza e la fiducia nella nostra società sarebbe atto vile, preferisco ammettere lo smarrimento, che ora ci accomuna, e chiedere a voi tutti di provare a risollevarci insieme.
Da soli non si va da nessuna parte, men che meno in periodi così bui e critici. Se nell’altro recupero il mio scoramento, con gli altri realizzo un nuovo percorso che sosterrà le necessità di ciascuno. Ho sempre creduto che la disperazione abbia in sé il potere dirompente della rinascita, non disperdiamo questa energia e insieme rendiamola forza creatrice. La mia determinazione nel volerci vedere insieme, animati dalla consapevolezza che arrendersi non giova a nessuno e che bisogna rimanere uniti per ridare dignità al Paese, rafforza il mio coraggio perché riscopro di non essere solo.
Alle ore 18 presso la Prefettura di Matera all’interno del Palazzo del Governo alla presenza del vice ministro dell’Interno Filippo Bubbico è in programma la cerimonia di consegna delle “Onoreficenze dell’Ordine del Merito della Repubblica Italiana”, conferite dal Presidente della Repubblica ai cittadini che si sono distinti nel campo delle scienze, delle lettere, delle arti, dell’economia e del disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolta ai fini sociali, filantropici ed umanitari nonchè per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari.
Elenco insigniti O.M.R.I. provincia di Matera.
Commendatore Dott. Salvatore Alberto Mastronardi
Ufficiale M.llo Capo Dott. Alfredo Petrosino
Cavaliere Sig. Francesco Castoro
Cavaliere M.llo Capo Giuseppe Macella;
Cavaliere M.A.s. UPS Dott. Nicola Antonio Rotondo;
Cavaliere Sig. Angelo Sacco.
Nella foto di Antonio Genovese la foto di gruppo delle personalità insignite delle Onoreficenze dell’Ordine del Merito della Repubblica Italiana
Durante la giornata si potrà visitare anche il “Museo storico dei cimeli di guerra” allestito presso la sede dell’Associazione Invalidi e Mutilati di Guerra in Via F.D’Alessio e il Comando provinciale dei Carabinieri in via Dante a Matera.
Festa delle Forze Armate a Pisticci
Anche quest’anno, nel solco di una antica e nobile tradizione Pisticci ha onorato e ricordato i suoi Caduti di tutte le guerre e quanti a vario titolo si sono immolati per la Patria, nella ricorrenza del 4 Novembre, Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate. La manifestazione di quest’anno poi si carica di un significato particolare, a 70 dalla Resistenza e dalla lotta di Liberazione. Dopo la celebrazione della S. Messa, officiata dal parroco don Michele Leone nella chiesa di S. Antonio, si è snodato un corteo, con la partecipazione di autorità civili, militari, amministratori, associazioni combattenti-reduci e d’Arma, scolaresche, con i rispettivi gonfaloni, che, dopo aver percorso le vie principali della città, ha raggiunto piazza Monumento, dove sono state deposte corone ed intonato il “silenzio”. Il sindaco Vito Di Trani ha quindi ricordato il sacrificio delle vittime e dei martiri di tutte le guerre, e di quanti hanno patito sofferenze immani per una patria indipendente e libera, condannando ogni forma di violenza ed auspicando pace, fraternità e giustizia, come anche l’unità del territorio. Gli alunni delle scuole di Pisticci e Marconia hanno poi dato lettura di brevi versi, testimonianze e composizioni a sfondo patriottico. Al termine della cerimonia, il sindaco ha rivolto parole di vivo elogio e di sincero ringraziamento a tutti coloro che hanno dato il loro contributo personale e di gruppo, prestando soccorso ed assistenza alle persone colpite dalla recente alluvione di Marconia e quindi consegnato targhe di riconoscimento ed attestati alle giubbe gialle di volontariato, organismi di Forze dell’Ordine, associazioni e comitati.
Giuseppe Coniglio
Festa delle Forze Armate a Montescaglioso
La ricorrenza del 4 Novembre, Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, è stata celebrata dall’Amministrazione Comunale di Montescaglioso con una cerimonia pubblica.
L’iniziativa ha preso avvio dalla Casa Comunale con la partenza del corteo, alla cui testa erano poste il gonfalone cittadino ed una Corona d’alloro recante la scritta “Il Comune”.
Erano presenti il Sindaco di Montescaglioso Giuseppe Silvaggi, assessori e consiglieri comunali, il vice presidente della Provincia di Matera Angelo Garbellano, rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia Municipale e della Protezione Civile “Croce Amica”, i labari delle associazioni combattentistiche locali: ANCR (Ass. Nazionale Reduci e Combattenti), ANFCDG (Ass. Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi in Guerra), Ass. Nazionale Reduci Prigionia e Guerra di Liberazione (ANRPGL); Ass. Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra. Il corteo, accompagnato dal Concerto bandistico “Città di Montescaglioso – A.G.M.L.”, dopo aver attraversato alcune vie principali della città montese, è giunto alla Chiesa Madre dedicata ai SS. Apostoli Pietro e Paolo, dove il cappellano militare, arciprete don Vittorio Martinelli, insieme a don Domenico Monaciello, ha celebrato una S. Messa. Nella sua omelia don Vittorio ha ricordato il sacrificio di quanti sono caduti per consentire alle generazioni successive di vivere nella democrazia ed ha sottolineato l’importanza del dialogo e della pace sociale.
Nei successivi interventi di Rocco Mianulli (ANFCDG) e del Sindaco Silvaggi, il ricordo di quanti sono caduti per la Patria e l’augurio che gli attuali problemi del Paese possano trovare pronta soluzione.
Il presidente locale e provinciale dell’ANCR Salluce ha chiesto un minuto di silenzio per le Forze Armate italiane impegnate in missioni di pace oltre i nostri confini nazionali: ha poi ricordato i ragazzi del 1899, chiamati al Fronte nel periodo successivo a Caporetto; infine ha ringraziato le Forze dell’Ordine, invitando i presenti al massimo rispetto nei loro confronti.
Dopo la benedizione della corona, il corteo, coordinato dal presidente Salluce, si è diretto verso Piazza del Popolo, dove è ubicato il Monumento ai Caduti, in prossimità del quale è stata deposta la Corona di alloro, momento solenne sottolineato dal Piave, dal Silenzio e dall’Inno Nazionale italiano.
La fotogallery della festa delle Forze Armate a Matera e Pisticci