Un contributo mensile per le famiglie sgomberate che va dai 400 ai 900 euro a seconda del numero dei componenti; un’opera di ricognizione del patrimonio immobiliare per intervenire sulle infrastrutture a servizio della comunità, sugli edifici pubblici, ma anche su quelli privati o utilizzati per attività produttive; la possibilità di sospendere i mutui contratti con le banche in caso di abitazioni distrutte o rese inagibili. Sono alcuni punti importanti dell’ordinanza che il Capo del Dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli, ha inviato al governatore lucano, Marcello Pittella, a sancire l’avvio degli “interventi urgenti di protezione civile, in conseguenza dell’aggravamento del vasto movimento franoso nel territorio del comune di Stigliano (Matera)”. Tutto questo, con un finanziamento straordinario di 2,3 milioni di euro. Da qui, la soddisfazione del presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, che si è mosso in prima persona per accelerare l’iter necessario ad avviare il piano straordinario di intervento e ad individuare ulteriori risorse dopo quelle finora messe in campo. Già da alcuni mesi, il governatore lucano aveva avviato un’intensa collaborazione con il Dipartimento della Protezione civile, per ottenere la dichiarazione di Stato di emergenza, riconosciuta dal Consiglio dei ministri a dicembre dello scorso anno. In seguito, a gennaio, c’è stata un’intesa fra il Dipartimento della Protezione civile e la Regione Basilicata che ha dato ulteriore impulso al procedimento. I 2,3 milioni di euro messi a disposizione dal governo (Ministero dell’Economia e delle finanze) si aggiungono ai circa tre milioni di euro già investiti dalla Regione Basilicata e ai due interventi del commissario straordinario per la mitigazione del dissesto idrogeologico, che ammontano a sette milioni di euro. Il Capo del Dipartimento della Protezione civile ha nominato “commissario delegato, il dirigente dell’Ufficio protezione civile della Regione Basilicata, che potrà impartire direttive al sindaco di Stigliano” e che dovrà disporre entro 30 giorni il Piano di intervento “indicando le necessarie attività di riduzione del rischio residuo, di monitoraggio, di previsione e di mitigazione delle conseguenze del movimento franoso”. Il commissario delegato, allo stesso tempo “è autorizzato – si legge nell’ordinanza – ad assegnare ai nuclei familiari la cui abitazione principale sia stata distrutta in tutto o in parte, oppure sia stata sgomberata, un contributo per l’autonoma sistemazione nella misura di 400 euro per i nuclei monofamiliari, di 500 euro per le famiglie con due persone, di 700 euro per i nuclei familiari composti da tre unità, di 800 per quelli con quattro persone, fino ad un massimo di 900 euro mensili per le famiglie da cinque o più unità. Qualora siano presenti persone con più di 65 anni di età o disabili è concesso un contributo aggiuntivo nel limite di 200 euro mensili per ognuno dei soggetti, fino ad un massimo di 900 euro per il nucleo familiare”. Il piano di emergenza dovrà prevedere, inoltre “una ricognizione del patrimonio pubblico, necessario per gli interventi di recupero degli edifici strategici danneggiati e di ripristino delle infrastrutture a rete nei settori dell’elettricità, del gas, delle telecomunicazioni, dei trasporti e per le opere di sistemazione idraulica ed idrogeologica a tutela della pubblica incolumità”. Capitolo mutui. In ragione del grave disagio socioeconomico derivante dall’evento “che costituisce causa di forza maggiore, i titolari di mutui relativi ad edifici distrutti o inagibili ovvero per la gestione di attività di natura commerciale ed economica, previa presentazione di autocertificazione del danno subito hanno diritto di chiedere una sospensione delle rate dei muti agli istituti di credito, fino alla ricostruzione o alla abitabilità dell’immobile e comunque non oltre la data di cessazione dello stato di emergenza”. Per quanto riguarda “le attività economiche e produttive, la ricognizione comprende il fabbisogno necessario per il ripristino delle strutture, degli impianti, dei macchinari e delle attrezzature danneggiati, il prezzo di acquisto di scorte di materie prime o semilavorate, i prodotti finiti, ma danneggiati e non più utilizzabili”.