Il diritto al futuro è per i soliti noti, come rileva la vicenda della figlia del ministro Elsa Fornero che come ricercatrice nella stessa università dove insegna il padre, si è vista finanziare un progetto da una fondazione bancaria dove la madre aveva un ruolo significativo.
La stessa rappresentante del governo difende l´austerità per gli altri ed è stata una paladina della pensione contributiva, ma per lei si è assicurata quella retributiva.
L´accesso alle facoltà di medicina e odontoiatria è praticamente precluso ai comuni mortali, ma chissà perché i figli dei docenti universitari o di persone facoltose riescono comunque a spuntarla.
Qualche settimana addietro l´Aurelia è stata intasata dai giovani, alcune migliaia, che si recavano al test di ingresso per la facoltà di medicina all´università Cattolica, dove, almeno in passato, anche lì l´ingresso era assicurato a chi aveva santi in paradiso.
Con l´accordo di Lisbona e quello di Bologna il titolo di studio conseguito in una università dei paesi della comunità europea, a parità di programmi, è valido per l´esercizio della professione, una volta ottenuta l´abilitazione, in tutti i paesi membri.
E così molti giovani italiani stanno studiando all´estero, per medicina e odontoiatria vanno principalmente in Spagna e Romania.
I costi per le famiglie sono ovviamente onerosi: biglietti aerei, preparazione ai test, che vi sono anche lì, ma i posti sono di più, tasse universitarie, campus, lezioni di lingua, ecc…
Ne so qualcosa perché uno dei miei figli è uno degli oltre mille ragazzi, dalla Basilicata saranno una quindicina in tutto, che studiano medicina o odontoiatria in una università estera.
Al danno ed alla rabbbia derivante dal fatto che giovani dotati non debbano avere diritto al futuro nella propria nazione, si aggiunge poi la beffa di alcuni provvedimenti governativi.
Lo scorso anno l´ex- ministro della Gioventù, la pimpante Giorgia Meloni, il presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari, e il presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua, presentarono in una conferenza stampa le iniziative sui fondi di garanzia per l’accesso al credito per gli studenti universitari ( 19 milioni si euro ), per l’accesso al mutuo per l’acquisto della prima casa da parte delle giovani coppie di precari ( 50 milioni di euro ) e per il bonus dedicato a stabilizzare i giovani genitori precari ( 51 milioni ).
I fondi furono promossi e finanziati dal Ministero della Gioventù nell’ambito del pacchetto di iniziative denominato “Diritto al Futuro”.
Nel mese di agosto 2011 i canali televisivi nazionali mandarono a ripetizione uno spot informativo, sicuramente a pagamento e forse le televisioni sono state alla fine le uniche a guadagnarci dal provvedimento.
Esso è rimasto praticamente inapplicato perché le banche non avevano alcun interesse a sostenerlo sul serio ed a pubblicizzarlo e la politica se n´é di fatto disinteressata dopo la caduta del governo.
Nel caso del diritto al futuro per i giovani studenti era previsto un prestito a tasso agevolato di 5.000 euro l´anno per quelli meritevoli, cioè che avevano conseguito un voto di diploma non inferiore a 75/100. Ed ogni anno, per cinque, quindi fino ad un importo massimo di 25 mila euro, potevano usufruirne se fossero stati in regola con gli esami o ne avessero superato più del 50%.
Il prestito lo avrebbero incominciato a restituire dopo 30 mesi dall´ultima rata erogata.
La banca avrebbe dovuto istruire la pratica, la Consap approvarla e poi si sarebbe dovuto procedere all´erogazione.
Gli studenti meritevoli hanno invece scoperto che non ne ha diritto chi si va ad iscrivere in una università all´estera e non si è capisce perché.
Sono stati così penalizzati due volte: non solo si sono visti preclusi l´accesso ad una università italiana nella facoltà di loro gradimento, ma non possono neanche usufruire di una agevolazione modesta ma pur utile.
Le altre due agevolazioni per l´acquisto della prima casa per le giovani coppie e per la stabilizzazione dei giovani precari, sono rimaste quasi inapplicate, nel silenzio generale anche dei deputati nostrani, che con ogni probabilità non sanno neanche di cosa stiamo parlando e la cui attività spesso si riduce a ritagliarsi un minimo di visibilità sui media locali, con scontate prese di posizione e commenti superflui.
Il tutto retribuito in modo vergognoso.
Vincenzo Maida, Centro Studi Jonico DRUS