Massimo Osanna (direttore della Scuola di specializzazione in Beni archeologici dell’Università della Basilicata, con sede a Matera) designato soprintendente di Pompei. L’Ateneo lucano: “Motivo di vanto per la nostra Università”
La designazione del professor Massimo Osanna – direttore della Scuola di specializzazione in Beni archeologici dell’Università della Basilicata, con sede a Matera – a soprintendente di Pompei, Ercolano e Stabia da parte del ministro dei Beni culturali, Massimo Bray, “è motivo di grande vanto e di enorme soddisfazione per l’Università della Basilicata, poiché dimostra il valore scientifico e professionale di Osanna e l’eccellenza della didattica e della ricerca offerte nelle nostre strutture”.
Così il Rettore dell’Ateneo Lucano, Mauro Fiorentino, ha commentato la nomina del nuovo soprintendente: “A lui vanno – ha aggiunto Fiorentino – gli auguri dei nostri docenti, dei ricercatori, del personale amministrativo e degli studenti, in attesa che il procedimento di nomina diventi effettivo: Osanna è atteso da un compito non facile, ma di immenso prestigio e importanza, che gli permetterà di dimostrare ancora una volta tutto il suo valore, in uno scenario internazionale come quello di Pompei, unica al mondo, e bene prezioso da valorizzare e tutelare”.
Nato a Venosa (Potenza) nel 1963, Osanna è professore di seconda fascia nell’Università degli studi della Basilicata, dove dirige la Scuola di specializzazione in Beni archeologici. E’ stato soprintendente per i Beni archeologici della Basilicata, directeur d’etude presso l’Ecole Pratique des Hautes Etudes di Paris, Professore di Archeologia classica presso l’Archäologisches Institut dell‘Università di Heidelberg, e direttore responsabile della rivista «Siris. Studi e ricerche della Scuola di Specializzazione in Archeologia di Matera.
Castelgrande: Nomina Osanna per Pompei giusta attestazione e occasione per i lucani
“La nomina del venosino Massimo Osanna a sovrintendente di Pompei rappresenta una giusta attestazione alla qualità della persona ma anche un’occasione per la Basilicata tutta”. Lo afferma il consigliere regionale del Pd Carmine Miranda Castelgrande.
“Sicuramente – prosegue Castelgrande – Osanna è la persona giusta per porre rimedio alle troppe distrazioni che hanno caratterizzato la gestione del sito archeologico italiano più noto nel mondo. E quanto a noi lucani dobbiamo saper cogliere l’occasione per far rete e valorizzare le nostre realtà archeologiche e culturali, sicuramente meno note, ma di un pregio spesso paragonabile a quello di Pompei, quali le Tavole Palatine, la città di Grumentum, l’Incompiuta, gli scavi romani e le catacombe ebraiche di Venosa. Sono anzi certo che proprio questo enorme patrimonio lucano, a partire da quello di Venosa, città natale di Osanna, sia stato determinante per sviluppare passione e competenza in questo ambito a livello nazionale e internazionale”.
“Con Osanna – continua Castelgrande – la Basilicata si conferma terra fertile di cervelli, dedizione e competenze e dobbiamo saper utilizzare questo patrimonio anche per valorizzare la nostra realtà e costruire occasioni”.
Massimo Osanna, originario di Venosa, “lucanus an apulus anceps” come il conterraneo poeta Quinto Orazio Flacco, si è laureato e specializzato all’Università di Perugia e vanta nel curriculum esperienze di docenza in Germania, presso le università di Berlino e Heidelberg. A livello amministrativo, si ricorda la carica di soprintendente archeologico della Basilicata ricoperta nel biennio 2007-2008. L’incarico a Osanna in un certo senso sorprende, perché l’archeologo lucano ha sbaragliato una concorrenza costituita da altri due candidati esterni (il collega dell’Università della Basilicata Emanuele Curti e il docente dell’Orientale di Napoli Fabrizio Pesando) ma soprattutto tre nomi interni al Mibact: la soprintendente uscente di Napoli e Pompei Teresa Elena Cinquantaquattro, la soprintendente di Salerno e provincia Adele Campanelli e il soprintendente dell’Umbria Mario Pagano. Particolare non di poco conto, se si considera che negli ultimi anni diversi pronunciamenti della Corte dei Conti, in circostanze simili, hanno espresso la necessità di prediligere nomine interne per esigenze di contenimento dei costi.