Jorge Mario Bergoglio, 76 anni, argentino, Arcivescovo di Buenos Aires è il nuovo Papa, che ha scelto il nome di Francesco.
Queste le sue prime parole: “Fratelli e sorelle, buonasera. Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo. Ma siamo qui.
Vi ringrazio per l’accoglienza. La comunità diocesana di Roma e il suo Vescovo. Vorrei fare una preghiera con il nostro Vescovo Emerito Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui, perchè il signore lo benedica e la Madonna lo cuscodisca”. Poi recita il Padre nostro, l’Ave Maria e il Gloria.
“Adesso incominciamo questo cammino, Vescovo e popolo, il cammino della chiesa di Roma che presiede tutte le chiese del mondo, un cammino di fratellanza e di amore per noi. Preghiamo sempre per noi, per tutto il mondo perchè ci sia sempre una fratellanza. Vi auguro che questo cammino di chiesa che oggi incominciamo e chi mi aiuterà il mio cardinale vicario sia fruttuoso per la evangelizzazione di questa bella città. Vorrei dare una benedizione ma prima che io benedica il popolo vorrei che il popolo chiedesse una benedizione per il suo Vescovo. Fate in silenzio questa preghiera voi su di me.”
Poi Concede l’indulgenza plenaria nella forma stabilita dalla chiesa e quindi benedice tutti gli uomini e le donne di buona volontà.
Il mondo saluta con gioia l’elezione del nuovo Papa, che succede a Benedetto XVI. Il nuovo Pontefice è stato eletto nel secondo giorno di Conclave ed è stato eletto alle ore 19.06 alla quinta votazione. Come vuole la tradizione cattolica anche a Matera suonano le campane di tutte le chiese cittadine.
ELEZIONE PAPA FRANCESCO, COMMENTO DI MONSIGNOR PIETRO AMENTA, ORIGINARIO DI GROTTOLE E ATTUALMENTE IMPEGNATO COME PRELATO UDIDOTORE PER CONTO DEL TRIBUNALE APOSTOLICO DELLA ROTA ROMANA
É argentino di origini italiane il 266º successore di S. Pietro sulla cattedra di Roma. Si tratta di Jorge Mario Bergoglio, Arcivescovo di Buenos Aires, figlio di genitori emigrati nel nuovo mondo provenienti dal Piemonte. Eletto dopo soli 5 scrutini, si é presentato a Roma ed al mondo alle 20,22 del 13 marzo, conquistando tutti con poche semplici frasi che riecheggiano il primo messaggio di Giovanni Paolo II, il papa venuto da lontano e che dettano in qualche modo la cifra del pontificato che si inaugura oggi. Appena eletto, il nuovo papa ha giá collezionato una nutrita serie di primati: é il primo papa gesuita della storia della Chiesa, il primo a chiamarsi Francesco, il primo papa proveniente dal continente latino-americano.
Nato nel 1936, dopo il diploma di tecnico chimico, decide di diventare sacerdote ed opta per il noviziato gesuita, nel quale entró l´11 marzo del 1958. Nel 1963 si laurea in filosofia. Dopo uma breve esperienza di insegnamento di letteratura e psicologia a Santa Fé e Buenos Aires, dal 1967 al 1970 affronta la laurea in teologia. Fu ordinato sacerdote il 13 dicembre 1969. Il suo ministero é stato vario e qualificato: é stato rettore del collegio Massimo, parroco, superiore provinciale dela Compagnia di Gesú in Argentina, dal 1992 vescovo ausiliare di Buenos Aires, cittá di cui divenne Arcivescovo alla morte del cardinale Quarracino. Creato cardinale il 21 febbraio 2001 da Giovanni Paolo II, dal 2005 al 2011 é stato Presidente della Conferenza dei vescovi argentini. L´importanza dei ruoli svolti non gli ha fatto perdere di vista la semplicitá della vita religiosa ed il coraggio del missionário: in Argentina lo ricordano per la sua abitudine di viaggiare in autobus e per la sua vicinanza ai piú poveri e diseredati tanto da entrare talvolta in conflitto com le autoritá politiche del suo paese. Durante la dittatura, egli molto si adopero per la sussistenza della Chiesa e per i diritti dei meno abbienti.
I soliti ben informati dicono che aveva collezionato un bel numero di voti giá durante il conclave scorso che elesse papa Ratzinger. Se cosí fosse, si dovrebbe presumere che siano rimaste intatte nel conclave appena terminato le convergenze che si erano concretizzate nel conclave scorso. In ogni caso, si tratta di una scelta coraggiosa da parte del Sacro Collegio dei Cardinali, non tanto per la persona quanto per la sua provenienza.
Egli non ha spiegato perchè abbia scelto il nome di Francesco e non é perció lecito fare illazioni: i giornalisti si sono giá avventurati in ipotesi pauperistiche e coloro che amano la povertá (altrui), si sono affrettati a dire che certamente egli si é richiamato a Francesco d´Assisi. A me sembra piú logico pensare a San Francesco Saverio, gesuita, che non al poverello di Assisi. Di conseguenza, piú che al disprezzo per le sostanze terrene, un richiamo al nuovo slancio missionario che la Chiesa deve attuare in un´epoca di secolarizzazione diffusa e di serpeggiante sfiducia nella Chiesa come istituzione.
Quale che sia la spiegazione, viva papa Francesco: sia la guida coraggiosa e mite di cui ha bisogno la Chiesa di oggi e di ogni tempo.
Mons. Piero Amenta
ELEZIONE PAPA FRANCESCO, COMMENTO DI FRANCO VESPE
Per la nomina dei papi e la valutazione dei carismi di cui sono stati portatori mi fidavo ciecamente dei pareri di mia nonna Anna. La sua casa al paese dove ho trascorso molte estati della mia fanciullezza, era tempestata di fotografie di Papa Giovanni XXIII. Era una sua appassionata devota. Gli piaceva l’umiltà, la semplicità e l’immediatezza popolare di Roncalli. Questo papa, rappresentava in modo diverso la pietà religiosa popolare. C’era quella miracolistica più devota alla figura di Padre Pio e c’era quella di mia nonna, più asciutta ed essenziale, messa alla prova dalla fatica dei campi che il sole cocente amplificava. Non si attendeva miracoli ma le bastava ringraziare ogni sera Dio donandosi momenti straordinari di contemplazione con i quali sapeva spegnere gli affanni e le ansie della giornata. Ma non divaghiamo. Paolo VI invece era troppo algido, dalla raffinatezza francese nello stile discreto e riservato, pertanto con poca presa popolare. Al contrario Paolo VI piaceva a me per i motivi uguali e contrari per i quali non piaceva a mia nonna. E poi mi aveva sfiorato la testolina quand’ero piccolo e custodisco ancora gelosamente quelle fotografie. Piaceva invece molto a mia nonna Giovanni Paolo (GP) I per la sua semplicità, la sua carica umana e la sua umiltà. Wojtyla invece no! Troppo filosofo e lo liquidava accusandolo di fare troppa politica. Purtroppo non l’ha conosciuto negli ultimi anni del suo pontificato quando, mostrando senza reticenze tutte le sue debolezze e infermità, al di là del suo magistero ufficiale sempre raffinato e profetico, con la sua umanità e con la sua gioiosa carica giovanile non più sorretta da un fisico integro, attraverso la sua figura curva e dolente ha impresso pagine memorabili di quel ministero della sofferenza diretto ai poveri ed agli afflitti della Terra. Poi è venuto Ratzinger! Mia nonna non l’ha conosciuto e non gli sarebbe piaciuto per gli stessi motivi per i quali non piaceva Paolo VI. Nei giorni dominati dalla storica notizia delle sue dimissioni ho trovato difficoltà a farmene una ragione ed a trovarne un senso. L’annuncio istintivamente mi ha rievocato il magistero di Pietro II, l’ultimo Papa, descritto in chiave apocalittica da Sergio Quinzio nel suo libro “Mysterium Iniquitatis”. Me lo ha rievocato se non altro per la cifra del suo stesso papato. Spesso lasciato solo, flagellato da un modernismo non necessariamente positivo e benefico, sofferente per le divisioni interne alla Chiesa: affioranti o carsiche che siano. Il suo raffinatissimo e coltissimo pensiero capace di individuare e denudare con eleganti paradossi le contraddizioni logiche e gli aspetti irrazionali di quel pensiero moderno che esclude dal proprio orizzonte il sacro. Maltrattato rozzamente a colpi di clava dalla cultura conformistica del nostro tempo che confonde i desideri con i diritti, la tolleranza con il relativismo etico, le debolezze dell’uomo con il nichilismo. Insomma un Papa ignorato!
Eppure il magistero di Ratzinger è stato tutt’altro che anonimo. E’ il Papa che ha definitivamente de-rubricato il conflitto fra Fede e Ragione dimostrando anzi che senza una ragione forte non può esserci una fede forte. Nella sua meravigliosa enciclica Caritas in Veritate poi rilancia l’importanza del dono in economia e che essa sia informata da valori etici perché possa dare frutti a lungo periodo. Tesi fra l’altro ripresa e rilanciata anche da fior di economisti di fama mondiale e con premi nobel in tasca.
A questa mia lettura apocalittica , che il mio amico don Pierino Amenta ha simpaticamente rimproverato, ne è subentrata un’altra più dietrologica che non rinnega la prima. Quella cioè di un Papa a cui stanno mancando le forze ed il vigore e che per questo, si sentiva piccolo ed inadeguato rispetto alle grandi sfide del nostro tempo. Dagli ultimi discorsi del Papa però trapelava l’ansia per un rinnovamento non solo degli organigrammi, ma anche e soprattutto spirituale della Chiesa e delle sue strutture interne. Non è certamente fare gossip sospettare che il Papa forse non ha retto più le contraddizioni all’interno della struttura burocratica che si sono sempre più complicate.
A queste mie umbratili letture ha risposto meravigliosamente la nomina di Francesco! Prima di tutto proviene dalla “fine del mondo! Ovvero da una terra molto lontana dove la Chiesa è giovane, fresca, viva, carica di speranze. Questo è un evento storico non per la novità geografica ma perché è chiaro che se fino al 900 l’Europa è stata l’architrave trainante della Chiesa, oggi, essa è stanca, vecchia, appesantita forse anche da tanti “averi” ed ha bisogno di essere “scossa” e sconvolta dalle nuove realtà emergenti come quella Latino-Americana. Un’altra cifra è rappresentata dal nome che si è scelto: Francesco I. Un nome che sarebbe piaciuto tanto a mia nonna! E’ una scelta netta che viene fatta nel solco di ciò che ha rappresentato il santo di Assisi: povertà, umiltà giocosità e creatività! In terzo luogo il modo con cui si è presentato: non Papa ma Vescovo di Roma che si vuole mettere immediatamente in relazione con il suo popolo. Anzi chiede al suo popolo di pregare per lui! E’ una prospettiva rivoluzionaria perché rompe con quella impostazione storica consolidatasi in Europa, che vede nel clero ancora il primo dei 3 (o 4) stati sui quali si reggono le istituzioni. La Chiesa è popolo di Dio…non Stato! Francesco I è nelle mani e nelle preghiere del suo popolo che affida il suo mandato. L’aver evitato di definirsi Papa potrebbe anche essere visto come un gesto delicatissimo nei confronti di Ratzinger. Ratzinger ha sicuramente perso il suo ruolo di Vescovo di Roma ma è ancora efficace ed effettiva la sua investitura a Papa che dal punto di vista sacramentale non può essere cancellata. E poi ditemi quello che volete, ma sono contento che venga dall’ordine dei Gesuiti dai quaderni dei quali studio ormai da più di 30 anni. E’ ordine che avrei abbracciato se non avessi trovato davvero irresistibili le ragazze! Insomma è un Papa che avrebbe messo d’accordo me e mia nonna una volta tanto!
Francesco Vespe
BIOGRAFIA DI PAPA FRANCESCO
Francesco, nato Jorge Mario Bergoglio (in latino: Franciscus; Buenos Aires, 17 dicembre 1936), è papa della Chiesa cattolica. È vescovo di Roma e 266º papa della Chiesa cattolica nonché sommo pontefice della Chiesa universale, sovrano dello Stato della Città del Vaticano, primate d’Italia, oltre agli altri titoli propri del romano pontefice, dal 13 marzo 2013.
Nato in una famiglia di origine piemontese di Portacomaro Stazione, frazione di Asti, ha studiato dapprima come tecnico chimico, poi in seminario, quindi nel 1958 è entrato a far parte come novizio della Compagnia di Gesù, trascorrendo un periodo in Cile e tornando a Buenos Aires per laurearsi in filosofia.
Dal 1964 ha insegnato per tre anni letteratura e psicologia nei collegi di Santa Fe e Buenos Aires, ricevendo poi l’ordinazione sacerdotale il 13 dicembre 1969.
Dopo altre esperienze di insegnamento e la nomina a Provinciale dell’Argentina è stato rettore della facoltà di teologia e filosofia a San Miguel e, nel 1986 è stato in Germania per il completamento del dottorato, prima del ritorno in patria, nella città di Córdoba, dove è diventato direttore spirituale e confessore della locale chiesa della Compagnia di Gesù.
Il 20 maggio 1992 è nominato vescovo ausiliare di Buenos Aires e titolare di Auca.
Il 3 giugno 1997 è nominato arcivescovo coadiutore di Buenos Aires. Succede alla medesima sede il 28 febbraio 1998, a seguito della morte del cardinale Antonio Quarracino. Diventa così primate d’Argentina. Dal 6 novembre dello stesso anno è anche ordinario per i fedeli di rito orientale in Argentina.
Dopo la nomina cardinalizia da parte di papa Giovanni Paolo II, il 21 febbraio 2001 con il titolo di San Roberto Bellarmino, è stato eletto a capo della Conferenza Episcopale Argentina, dal 2005 al 2011, Bergoglio è stato da sempre considerato uno dei candidati più in vista per l’elezione a Pontefice nel conclave del 2005. Pur se tradizionalmente il presule aveva sempre rifiutato incarichi di un certo peso nella Curia Romana, Bergoglio aveva secondo gli osservatori dalla sua parte lo schieramento compatto dei vescovi latinoamericani, e lo stesso Joseph Ratzinger, poi divenuto papa come Benedetto XVI sarebbe stato fra i cardinali che avrebbero appoggiato la sua elezione. Secondo alcuni, contrarietà sarebbe stata espressa dall’allora Segretario di Stato Angelo Sodano.
La ricostruzione più puntuale del conclave, raccolta dal vaticanista Lucio Brunelli, e che consiste nel diario di un cardinale elettore, indica in Bergoglio il cardinale più votato in conclave dopo Ratzinger.
Il 13 marzo 2013 alle 20:13 (ora italiana) è stato eletto Papa assumendo il nome di Francesco.
ELEZIONE PAPA FRANCESCO, NOTA DI DE FILIPPO: LUCANI CONFORTATI DA PAPA FRANCESCO, ATTENTO AGLI ULTIMI.
Il presidente della Regione Basilicata esprime il sentimento dei corregionali per l’elezione del Sommo Pontefice.
“I fedeli della Basilicata e i lucani tutti si sentono confortati per l’elezione del nuovo Papa Francesco e confidano nell’opera che il sommo Pontefice porterà avanti. Il richiamo al Santo di Assisi, la semplicità delle prime parole e la testimonianza stessa offerta nella vita di Papa Bergoglio esprimono un’attenzione agli ultimi di cui si sente particolare bisogno in questo momento di sommovimenti internazionali in cui si fa particolarmente pesanti poteri di mercati e di finanza”.
Così il presidente della Regione Basilicata, Vio De Filippo, ha salutato l’elezione di Papa Francesco.
SARA’ UN GRANDE PAPA, ANCHE SE AVRA’ MOMENTI DIFFICILISSIMI DA GESTIRE E GOVERNARE.
IL MONDO E’ IN RIVOLUZIONE.
Le parole di De Filippo confortano tutti noi. Ora finalmente non abbiamo più dubbi sul nuovo Papa Francesco.
Sono emozionato e felicissimo di questo nuovo papa, gia’ il nome che ha scelto la dice lunga sul suo stile di vita e su come impostera’ la nuova chiesa, siamo ad una svolta epocale, unico pecco se cosi’ si puo’ dire, peccato per l’eta’, mi sarebbe piaciuto avere un papa un po’ piu’ giovane
sono contento per il nuovo pontefice ,è un papa’ che ci ispira molto pieno dimolta umilta’ spero sia la persona giusta al posto giusto……..