E’ di due morti e cinque feriti il tragico bilancio della notte dei briganti a Potenza, manifestazione promossa nella piazzetta in contrada Dragonara. A perdere la vita due figuranti, Agostino Carullo e Donato Gianfredi, colpiti dall’esplosione di un fucile di scena. In particolare Angelo Carullo, 55 anni, è morto sul colpo mentre Donato Giafredi, 56 anni, è deceduto dopo il trasferimento nella sala operatoria del San Carlo di Potenza. L’esplosione ha provocato anche cinque feriti tra gli spettatori presenti in prima fila. In particolare si sono registrati due feriti gravi, tra cui un bambino. Entrambi sono stati operati d’urgenza nell’ospedale di Potenza: al figurante di 30 anni ricoverato d’urgenza è stato amputato l’avambraccio sinistro mentre il bambino di 5 anni è ricoverato in rianimazione. Inoltre a seguito dello scoppio del fucile una donna ha riportato una frattura ad un braccio.
La rappresentazione, che è partita intorno alle 20 di sabato 29 agosto, intende rievocare l’inedita storia di un brigante che ha vissuto in contrada Dragonara nel 1864. La scena della fucilazione di alcuni briganti ha provocato il tragico incidente: uno dei fucili utilizzati dal “plotone d’esecuzione” è esploso con un boato. Il figurante che lo imbracciava, Agostino Carullo, è morto nel giro di pochi secondi a seguito delle schegge che lo hanno colpito, mentre pezzi dell’arma colpivano il figurante al suo fianco, Donato Gianfredi, un altro figurante e un gruppo di spettatori.
Sul posto sono giunti i Carabinieri e i Vigili del fuoco. In particolare nella notte gli artificieri dell’Arma hanno messo in sicurezza i tre fucili rimasti a terra: uno è stato semidistrutto dall’esplosione, gli altri due sono danneggiati. Altri tre fucili in dotazione al plotone di esecuzione che, nella finzione scenica, stava per fucilare un brigante, sono di legno e privi di qualsiasi meccanismo di sparo. Sul posto è arrivato anche il pubblico ministero che coordina le indagini della Squadra mobile, Valentina Santoro. Gli agenti della Polizia hanno compiuto numerosi rilievi, che saranno utili per ricostruire la dinamica del fatto.
Chi doveva controllare, non lo ha fatto!
C’é poco da controllare. Fucili di quell’epoca dovrebbero stare appesi a una parete o in un museo.
In effetti non si capisce perché vennissero utilizzate vere e proprie armi, pur se modificate, ma non per questo prive di pericolo come i fatti hanno dimostrato. Una tragedia assurda dal bilancio pesantissimo…. povere famiglie.