Riportiamo di seguito la nota inviata da Giuseppe Maragno, cittadino materano residente a Roma, che prova a fare ad analizzare dal punto di vista storico l’isolamento che riguarda il territorio materano, penalizzato ulteriormente con la scelta di sopprimere la Provincia di Matera.
Apprendo con piacere dell’iniziativa dei cittadini di Matera di ribellarsi all’isolamento economico e sociale causato dall’ inadeguatezza operativa di Potenza. I Materani hanno il diritto di cercare le proprie “Radici”.
Matera fino all’anno 1663 apparteneva alla Terra d’Otranto. Otranto all’epoca era una realtà molto attiva economicamente. Nell’anno 1663, a Napoli, presso la corte reale, si avvertì il bisogno di accontentare un cortigiano in carriera, creando, col ricorso al distacco di Matera dalla Terra d’Otranto, un nuovo distretto a cui venne attribuito il nome di Basilicata (Basileus). Matera divenne amministrativamente la città più importante della nascente Basilicata.In seguito, all’arrivo delle truppe francesi, i Materani insorsero con grande determinazione creando gravi problemi .alle truppe di Napoleone. Verificata sul campo di battaglia l’indole fiera dei Materani, i Francesi decisero di spostare a Potenza, che non si era opposta all’invasione delle truppe napoleoniche, i poteri amministrativi di Matera.
Da questo momento prese il via l’immobilismo economico e sociale di Matera. Sulla necessità dell’iniziativa referendaria c’è poco da dire : è l’unico tenue filo di uscire dall’isolamento. Definito positivo il movimento referendario, non bisogna fermarsi solo alla ricerca delle proprie radici. I problemi del Sud di questo Paese vanno esaminati tutti assieme, anche tutte le altre città del meridione hanno il diritto di progredire. Matera può farsi promotrice della ripresa della Questione Meridionale che risale all’imbroglio nazionale che il meridione ha subito da parte del Nord all’atto dell’inizio della ricostruzione dopo la fine della seconda guerra mondiale. I fondi americani destinati al meridione vennero dirottati al Nord.
Sarebbe opportuno che i meridionalisti attenti riaprissero questo argomento! Nel chiudere queste mie riflessioni auguro al vostro lavoro quotidiano e al futuro dei Materani cose sempre più grandi.
Giuseppe Maragno, cittadino materano residente a Roma
Massimiliano Amenta, portavoce Matera SI muove, invita in una nota i consiglieri comunali di Matera a seguire l’esempio di Benevento, dove è stato convocato il Consiglio comunale in cui discutere l’indizione del Referendum consultivo del Popolo Beneventano per il distacco dalla Campania per aggregarsi alla Regione Molise. Di seguito la nota integrale.
Nel mentre i nostri consiglieri dormono,apprendiamo dall’Ansa che è stato convocato il Consiglio provinciale di Benevento con, ordine del giorno, la indizione del Referendum consultivo del Popolo Beneventano per il distacco dalla Campania per aggregarsi alla Regione Molise.
Ora tocca a noi. Soprattutto dalla spinta che viene,ogni giorno,dai cittadini materani che in questi giorni affollano il nostro banchetto delle firme.
Ogni altro tentennamento di rimettere la parola ai cittadini non potrà che essere valutato come un comportamento complice della spoliazione e della incapacità di governare questo momento.
Invitiamo pertanto i nostri consiglieri comunali e i nostri consiglieri provinciali a prenderne atto,dando il referendum ai materani!
Massimiliano Amenta, portavoce Matera SI muove
Nella foto la lettura satirica della soppressione della Provincia di Matera nella grafica di Sergio Laterza.
La manovra di “degradare” (parola usata volontariamente–sia come riduzione di grado che anticipo di degrado) Matera, preannuncia una nuova fase di declino non soltanto della città di Matera e della propria provincia, ma di tutta la cosiddetta regione (Basilicata- o- Lucania che dir si voglia). …anche questo dovrebbe far pensare: due nomi per identificare due realtà unite ma opposte…. A questo punto a che serve più una regione che STAVA in rampa di lancio per un decente decollo…il cui vero volano è ? o era Matera con il suo turismo e attivismo, ma che in realtà continuando a restare divisa da infantili campanilismi e accentramenti di finti poteri, acuisce un stato di disgregazione e disorganizzazione politica. Perciò sarebbe addirittura più opportuno far sparire completamente la regione e spaccarla in due affinchè ognuna possa gregariamente aggregarsi a quelle che “forse” sono un pò più le proprie radici : Puglia centro per Matera , Campania sud -arretrata- per Potenza.
la volontà destabilizzante di degradare (parola usata sia in considerazione della riduzione di grado sia per definire l’imminente degrado che ci attende) Matera, non può che acuire la pochezza politica e mentale di chi pretende di doverci amministrare. Sicuramente gente dalle vedute ristrette, in quando accrentrando ulteriormente il potere in un solo luogo (tra l’altro mai in passato è sta presa una decisione, condivisa e lungimirante– da qui la pochezza), non solo penalizza la città di Matera e la sua ormai ex provincia , ma destabilizza interamente tutto il territorio della cosiddetta “regione Basilicata– o Lucania che dir si voglia—…. e anche qui occorre riflettere che anche sul nome ce ne sono due per identificare due realtà legate da un unico destino, ma opposte nell’identità: Matera e provincia che da sempre (historia docet) funge da volano economico e sociale (turismo, cultura, patrimonio naturale, IDEE, attivismo dei cittadini …. e tanto tanto valore aggiunto ad una regione per lo più spenta e dall’altra Potenza arroccata nella sua chiusura montana, serva di padroni a difesa del niente che si teme di perdere…. salvata solo da alcuni suoi comuni che meriterebbero miglior sorte… Sarebbe “forse” (come ultima ratio) meglio far sparire completamente l’intera regione IMPRODUTTIVA, spaccandola totalmente per consentire singolarmente la ricerca di una idendità più vicina a quelle che sono le proprie radici? e proiettarsi meglio verso le proprie ambizioni sociali. Perciò aggregare Matera e la sua provincia, alla Puglia -centro proiettata verso l’interscambio con il mediterraneo, e Potenza città ed una parte di provincia verso la Campania -sud nella parte arretrata e dormiente, mentre un’altra parte verso la Calabria…….non ha senso una regione dove la parte egemone è quella ferma e fossile e priva di iniziative per paura di perdere il niente!!!
Perche’ annullare la risposta? Si vuole solo contribuire in positivo,amiamo tutti la nostra terra,proibire è un po’ vivere come HOMO HOMINIS LUPUS.Ciao a tutti.