“Anche nella fase che inizierà dal 18 maggio andrà così: il governo detterà le linee generali e i parametri di pericolosità dell’epidemia ai quali bisognerà attenersi. Io mi auguro che detti anche il potenziale numero di tamponi che ciascuna regione deve poter fare, perché per farli bisogna acquistare macchinari e reagenti per milioni di euro. E poi consentire a ciascuno di noi, in funzione del parametro di effettiva pericolosità, di stabilire i tempi e le modalità con i sindaci che non possono essere tenuti fuori”.
Lo ha detto questa mattina il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, in collegamento su Rai1 “Storie italiane”, in merito alle intese con il Governo a partire dal 18 maggio.
“In questo modo – ha proseguito Emiliano – assicureremo il massimo della sicurezza possibile, con il massimo dell’attenzione alle concrete esigenze del popolo italiano. Non è facile. A dirlo sembra semplice, a farlo garantisco che non lo è, perché c’è chi vuole lavorare non potendo contare più su uno stipendio e c’è chi uno stipendio ce l’ha e probabilmente in questo momento vorrebbe maggiore prudenza, perché tutto sommato non rischia nulla. Insomma queste scelte che sembrano banali, sono dei drammi che non fanno dormire la notte”.
Poi un riferimento alla situazione del turismo, fortemente penalizzante per la Puglia alle porte della stagione estiva. “Vedere, per esempio, le nostre strutture ferme – ha detto Emiliano – è una cosa che spezza il cuore, perché fa insieme una rabbia e una tristezza grandissima. Noi possiamo mettere in campo centinaia di questi luoghi, segmentati, diciamo così, quindi con le condizioni fondamentali per evitare un turismo di massa che rende incontrollabile i contatti stretti. Abbiamo quasi 900 chilometri di costa, migliaia e migliaia di luoghi tra bed and breakfast, agriturismi, masserie, alberghi che possono consentire una stagione turistica certo non paragonabile a quella che prevedevamo o a quella dell’anno scorso, ma sufficiente a non rompere la voglia di questa gente di andare avanti. Le masserie didattiche sono un’invenzione della Regione Puglia che con piccole somme finanzia attività nelle quali si crea la cultura della ruralità e si crea anche un modello diverso di turismo che è basato su un’esperienza nella quale il turista non si sente un estraneo, ma diventa pugliese per il periodo in cui è da noi: mangia come noi, vive come noi, si muove come noi, apprezza e conosce la bellezza del nostro territorio. Questo secondo me si può continuare a fare. Noi abbiamo un comitato scientifico fatto da tutte le Università pugliesi che ci stanno lavorando. Bisognerà mediare, perché tutti gli atti scientifici rischiano di essere lontani dalla realtà. E quindi bisogna calarli nella realtà”.