Matera 2019, Nino Sangerardi: “Le comitive di turisti italici e stranieri”. Di seguito la nota integrale.
Dal 25 aprile scorso Matera, capitale europea della cultura dell’anno 2019, risulta invasa dai turisti. Per esempio gruppi che sciamano nei vicoli dei Rioni Sassi, lungo via del Corso,via delle Beccherie, via Ridola, in piazza Vittorio Veneto e Piazzetta Pascoli. E quindi adulti giovani e piccini beati nel divorare gelati e pizza e patatine e piadine e birra, che si fotografano a vicenda, malseduti sopra i gradini delle chiese o sui marciapiedi,intruppati dietro la bandierina della guida turistica, affaticati spingere le carrozzine con dentro pargoli dormienti,il fischio del capo comitiva che, dopo 120 minuti, annuncia la fine del viaggio organizzato.
Una,diciamo così, transumanza esperienziale (così dicono i manager internazionali del marketing turistico il cui obiettivo è la messa in opera dell’amused to death: ovvero divertirsi da morire, felici di essere oppressi,adoranti la tecnologia che libera dalla fatica di pensare) che in realtà annulla la possibilità di percepire e capire i luoghi che si attraversano, la magnificenza architettonica e di memoria storica dei palazzi del Piano, le costruzioni e grotte e pittagi e il vicinato dei Rioni Sassi, patrimonio Unesco.
Su tutto e tutti domina il selfie esibizionista senza alcun criterio, occhi digitali che fissano immagini omologate da inviare subito a chi sa chi o rivedere sullo smartphone mentre sfiniti si fa ritorno al proprio domicilio.
Molto probabilmente aveva visto nel giusto Guido Cernetti quando scriveva: “ L’inferno turistico è tra i peggiori perché ti senti sepolto,impiramidato nella stupidità,e hai paura di essere dimenticato là sotto, che nessuno venga a tirartene fuori… Nel turismo non esistono né la vita né la morte, né il dolore: c’è soltanto il turismo, che non è la presenza di qualcosa, ma la privazione, a pagamento, di tutto” (Un Viaggio in Italia, 1983).
I turisti nella giornata del 27 aprile a Matera (foto www.SassiLive.it)