Con il ritorno in zona gialla la città dei Sassi confida in un celere ritorno alla normalità. Di seguito la nota integrale inviata da Pierluigi Diso.
Il coronavirus è il grande disgregatore globale dei nostri tempi. A causa della pandemia, il modo in cui lavoriamo, ci rilassiamo e ciò che scandisce le nostre vite è cambiato, ma si spera in una nuova socialità.
Per fermare il coronavirus dovremo cambiare radicalmente quasi tutto quello che facciamo: come lavoriamo, facciamo esercizio fisico, socializziamo, facciamo shopping, gestiamo la nostra salute, educhiamo i nostri figli, ci prendiamo cura dei nostri familiari. Ci saranno cambiamenti nella vita personale e nel mondo del business che la pandemia finirà per cristallizzare anche dopo che sarà attenuata. Molti di noi non hanno ancora capitoche le cose non torneranno alla normalità dopo qualche settimana, o addirittura dopo qualche mese. La pandemia del nuovo coronavirus ha cambiato per sempre le vite di ognuno di noi, in tutto il mondo e in modi diversi. Lo stile di vita a cui eravamo abituati da anni è stato abbandonato in quello che è sembrato un istante. La nostra libertà è stata sospesa e le nostre attività quotidiane sono state accantonate a favore del distanziamento sociale, per tentare di arginare la diffusione del virus. Tutti noi aspettiamo con impazienza la fine delle restrizioni temporanee e il ritorno al nostro normale stile di vita. Ma come sarà il mondo quando l’emergenza sarà finalmente terminata? Le nostre attività saranno sempre le stesse? Probabilmente apprezzeremo di più la libertà, le relazioni sociali e lo stile di vita che, fino a questo momento, molti di noi davano per scontati. Ma cos’altro cambierà per sempre nel mondo post-pandemico? Al momento è bello vedere il ritorno della nostra Basilicata in zona gialla. Ciò ha permesso la riapertura di tanti spazi e la gente è tornata a muoversi, anche per il caldo giunto forse a respingere la pandemia. Ecco che le vie centrali di Matera, la murgia belvedere ed i rioni Sassi si son ripopolati di turisti, ma anche di tanti materani. Mai come ora il desiderio di città si è trasformato in desiderio di spazi condivisi, di piazze, di parchi e giardini, aree pedonali. La restrizione del movimento ha risvegliato un bisogno di incontro, di scambi, di comunità che quasi sembrava dimenticata. Ecco riesplosa la voglia di “urbe” (città) e di “civitas” (vita condivisa), che sono ancora oggi alla base della convivenza quotidiana. E’ lo spazio condiviso della quotidianità a richiedere adesso maggiore attenzione, partendo dalle profonde trasformazioni che comunque sono l’effetto del progresso tecnologico, del cambiamento climatico, sociale, demografico e anche pandemico. Oggi si parla sempre più spesso di spazio pubblico, multifunzionale e adattabile ai bisogni del momento, tanto che anche l’Europa ha posto attenzione alla transizione ecologica. La pandemia ha causato una restrizione allasocialità, ma ha acceso l’attenzione ai valori primari della vita sociale, quotidiana e ci ha spinto a ricercare il “green deal”, il verde, la natura: la transizione ecologica sta anticipando una trasformazione sociale, ambientale e anche economica. Papa Francesco che già nell’enciclica Laudato sì ha invitato l’uomo a riconciliarsi con la natura, affinché la città non rimanga soltanto un agglomerato urbano fatto di muri. Ecco che passeggiando per i Sassi di Matera in molti stanno riscoprendo quello che mio zio Franco Palumbo definì “ U rispir du vicinonz”. Ecco che ci si ritrova sempre più spesso tra i Sassi e i suoi muri, quelli che Guido Strazza dipingeva perchè “il muro è giardino nei Sassi”; mentre Vittorio Balsebre già negli anni sessanta li fotografava e negli anni settanta discuteva con gli allievi dell’Accademia di Lecce della comunità del “vicinato” materano. Dopo i fasti di Matera 2019 e la popolarità ricevuta dai vari set cinematografici, Matera e i Sassi erano rimasti sopiti e nuovamente abbandonati per la crisi pandemica mondiale. Oggi paiono tornati a splendere. Sarà per il sole che annuncia l’estate, ma è bello tornare a vedere riaccendersi la speranza, la realtà del vicinato che ricorda il vigore del tempo che fu, con le sue trasformazioni storiche sino alla sua scomparsa, ma ora tornato a nuova vita, ripopolato dai “cristiani”, perché Levi nel Cristo si è fermato a Eboli li distingueva dagli abitanti dei Sassi, i contadini, che poiché vivevano con le bestie, si sentivano tali. Ecco che il sole estivo, le aperture governative, insieme a un po’ di buon senso e accortezza nello stare insieme, sta facendo intravedere una normalità che sempre più si va cercando. E come successo già molti anni fa quando i medici Mauro Padula e Rocco Mazzarone distribuirono il chinino ai materani, si spera che gli odierni vaccini diano la speranza di tornare a vivere in socialità.
Pierluigi Diso