L’1 settembre 2017 il medico Dino Trentadue subiva un’aggressione nel suo studio a Ferrandina e riceveva la solidarietà attraverso gli organi di informazione da parte di FIMMG Matera, Asm, Ordine medici Chirurghi e Odontoiatri Matera, Ugl e Amministrazione Comunale di Ferrandina. L’episodio è avvenuto al momento dell’orario di chiusura dell’ambulatorio, quando un suo paziente aveva preteso che attestasse il falso per ottenere il rilascio della patente. Un rifiuto che gli procurò la violenta aggressione fino a fratturargli il femore. ”Sono vivo per miracolo – dichiarò subito Trentadue, prima ricoverato in ospedale per l’intervento e poi costretto ad una serie di esercizi di riabilitazione che non hanno ancora risolto i problemi di deambulazione. Nei giorni scorsi è arrivata un’altra delusione per il medico Trentadue.
L’Ordine dei medici della Provincia di Matera attraverso una nota sottoscritta dal presidente Raffaele Tataranno avviava in particolare una campagna di sensibilizzazione e annunciava la volontà di costituirsi parte civile nel procedimento a sostegno dell’iscritto e collega ma in realtà alle promesse non sono seguiti i fatti e nell’udienza davanti al giudice per le indagini preliminari, che ha rinviato a giudizio l’aggressore, contestandogli le accuse dell’episodio, l’Ordine dei medici della provincia di Matera, con la nuova gestione, non si è presentato in tribunale, dove Trentadue era assistito dall’avvocato Mantarano. Il medico Trentadue, in pensione da pochi giorni, ci è rimasto malissimo perchè si è sentito tradito da una Istituzione e dai suoi rappresentanti nella quale è stato iscritto per 36 anni, dividendo tutte le problematiche e i disagi della categoria. Dino Trentatue esprime tutto il suo rammarico: “Sono stato all’Ordine e mi hanno detto semplicemente che il direttivo ha deciso di non costituirsi in giudizio nonostante gli annunci dell’ex Presidente, che era venuto a trovarmi in ospedale. Non posso che esprimere rabbia e delusione per questa decisione, che era finalizzata a tutelare tutta la categoria. Perchè le aggressioni non sono terminate come dimostra la cronaca nazionale e regionale. Se un Ordine non si occupa di tutelare gli iscritti e allora siamo alla frutta. Giudicheranno i colleghi e l’opinione pubblica per questa assenza, a tutela dei diritti e della legalità. Alcuni medici hanno pagato anche con la vita l’assenza di tutele della loro professione e dell’etica che deve contrassegnarla. Io non ho mai dimenticato questi valori e ne ho pagato le conseguenze. Altri in maniera pilatesca preferiscono stare sull’uscio e questo favorisce le prevaricazioni nei confronti di medici che tutti i giorni, in silenzio e in ogni condizione, fanno fino in fondo il proprio dovere”.