L’assessore alle Infrastrutture della Regione Basilicata ha incontrato le imprese aggiudicatarie dei lavori per dare l’avvio formale delle opere.
Sette scogliere sommerse realizzate con massi naturali ed artificiali proteggeranno il tratto di litorale di circa 1600 metri di Metaponto Lido. Le barriere saranno posizionate a circa 150 metri dalla battigia, avranno una lunghezza di 140 metri e saranno intervallate da varchi larghi 75 metri. Sono questi i principali dati degli interventi previsti del progetto definitivo per la mitigazione dell’erosione costiera della spiaggia lucana i cui lavori, per un importo di circa 1,9 milioni di euro, sono stati consegnati questa mattina a Metaponto dall’assessore alle Infrastrutture della Regione Basilicata, Luca Braia, alle imprese aggiudicatarie: “Valori Scarl” di Roma (capogruppo) e “Sub Technical Edil Services” di Mola di Bari (mandante). Le opere previste dall’Accordo di Programma tra il Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare e la Regione Basilicata dovranno essere ultimate, secondo i tempi fissati in sede di gara, entro 297 giorni.
“Consegnando i lavori – commenta l’assessore alle Infrastrutture e Opere pubbliche, Luca Braia – abbiamo rispettato gli impegni assunti con la comunità e gli operatori ad inizio stagione turistica. La Regione Basilicata – aggiunge Braia – ha prestato continua attenzione al fenomeno e i lavori urgenti di ripascimento, eseguiti ad inizio stagione, hanno offerto agli operatori condizioni di maggiore serenità. Le sette scogliere sommerse che si andranno ora a realizzare – sottolinea l’assessore – rappresenteranno un caposaldo per dar corso ad azioni di rivalutazione più incisive per questa importante località turistica lucana. Il previsto monitoraggio degli effetti che le sette scogliere determineranno sulla costa, sia durante la fase di costruzione che nei mesi successivi all’ultimazione dei lavori, consentiranno di seguire in tempo reale gli effetti di mitigazione dei fenomeni di erosione indotti dalle barriere. Un grazie – conclude Braia – va anche all’apporto concreto offerto dall’ing. Saverio Acito, commissario straordinario per la realizzazione dell’opera”.
In particolare il progetto stilato dalla società “Acquatecno” di Roma prevede la realizzazione di scogliere di sezione trapezoidale. La sommità sarà realizzata con massi artificiali che saranno posti in opera su un nucleo di massi naturali. L’utilizzo di massi artificiali rappresenta una miglioria del progetto iniziale in quanto gli stessi garantiscono maggiore resistenza nel tempo. Nei sei varchi previsti tra le barriere saranno realizzati interventi di armatura del fondale marino per evitare problemi di escavo dovuti alle variazioni delle correnti. A prosecuzione delle testate delle scogliere e per una lunghezza di 15 metri è prevista la posa in opera sul fondale di geogriglie su cui sarà disposto uno strato di massi naturali. Alle due estremità delle barriere saranno infine messi in opera pali di segnalamento marittimo luminoso. Il progetto prevede inoltre il ripristino del canale dell’idrovora del Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto. La realizzazione dell’opera sarà effettuata esclusivamente via mare attraverso un motopontone. Il carico e lo scarico del materiale avverrà mediante una gru in dotazione al mezzo. Il materiale lapideo sarà trasportato su gomma mentre i massi artificiali saranno costruiti in un’area del cantiere appositamente attrezzata.
povera Basilicata! terra di creduloni. Sono sempre di più gli studi qualificati e resi pubblici tramite quotidiani di levatura nazionale che dicono che le barriere soffolte sono inutili e costose.
La notizia , ovviamente, in Basilicata non circola, ferma come è all’età della pietra. Servono solo per fare ingrassare qualcuno.
Ma ques’opera non si doveva realizzare ancor prima della stagione estiva?? Ora a cosa serve??? Per gli anni prossimi??? Se ci saranno….. Visto come e’ diventata Metaponto…… Non credo….. Comunque si vedrà’….. Anche se purtroppo il suo destino e’ segnato……
Non sono un tecnico, ma questo genere di intervento non è ormai obsoleto e anzi addirittura ha provocato esso stesso dei gravi danni ambientali al fondale marino e alla stessa costa?
Non bisogna essere per forza dei geni o degli intellettuali noi cittadini, i mezzi di informazione ne parlano, e specie negli ultimi tempi se ne parla sempre più del fallimento e dei danni che tali barriere hanno provocato sulle coste laziali e abruzzesi.
Sono state interpellati le parti: cittadini, geologi, ambientalisti (non si sente la voce di quest’ultimi a riguardo)?
Il problema giustamente affrontato, è stato reso esecutivo dopo ann,i sulla sola spinta di qualche operatore turistico che a ragione si è visto scomparire la terra sotto i piedi, senza tener conto o facendo finta che il grosso del problema erosione è stato causato dai porti turistici realizzati e anche dalla sciattaggine del carrozzone Consorzio di Bonifica.
La beffa maggiore è che i costi di tali interventi adesso saranno a carico della comunità (senza voler essere polemico che si sà delle fideiussioni sui lavori dei porti realizzati?), magari in un futuro prossimo si dirà che non erano idonei e dulcis in fundo oltre le barriere le trivelle potrebbero lavorare meglio: tanto abbiamo messo la costa in salvo!