Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità una mozione, primo firmatario il consigliere del gruppo misto Giannino Romaniello, relativa al piano straordinario di mobilità territoriale e professionale rivolto ai docenti assunti a tempo indeterminato entro l’anno scolastico 2014/2015 .
Con il documento si impegnano il presidente e la Giunta regionale “ad intraprendere tutte le iniziative finalizzate al sostegno e alla protezione del capitale umano rappresentato dai docenti lucani che rischia di essere disperso nelle regioni centro settentrionali italiane, a discapito della Basilicata, che si vedrebbe ulteriormente depauperata del suo patrimonio culturale e sociale, con ricadute negative per il tessuto socio economico”.
Si chiede, altresì, “di attivarsi affinché venga instaurato, in sede di Conferenza permanente Stato – Regioni, un confronto finalizzato a stabilizzare il personale docente che ha prestato servizio pluriennale presso le istituzioni scolastiche insistenti sul territorio della Basilicata e di tutto il Mezzogiorno e a porre in essere le premesse per una rimodulazione dell’organico, riadeguando le cattedre di organico di diritto e i posti di potenziamento in base alle necessità delle scuole lucane, permettendo ai docenti residenti in Basilicata di continuare il loro percorso professionale e lavorativo sul territorio regionale”.
La mozione chiede inoltre al governo regionale “di individuare d’intesa con l’Ufficio scolastico regionale le opportune iniziative affinché la immissione in ruolo del personale delle graduatorie Gae sia accompagnata da progetti ponte per migliorare ed ampliare l’offerta formativa e salvaguardare i livelli occupazionali” ed impegna la quarta Commissione “a completare le audizioni ed avanzare una proposta che sintetizzi i contenuti delle stesse al fine di salvaguardare il diritto al lavoro di tutto il personale”.
Nel documento si evidenzia come “in Basilicata, e più in generale nel Mezzogiorno d’Italia, per effetto della crisi economica, sia in atto un processo di progressiva e costante penalizzazione dei giovani, di cui sono manifestazioni emblematiche l’interruzione del percorso di crescita della scolarizzazione soprattutto superiore ed universitaria e la disoccupazione giovanile (15-24 anni), che in Basilicata fa registrare una incidenza di circa il 40%, quasi dieci punti percentuali più severa della media nazionale e maggiore di venti punti percentuali rispetto alla media europea”.
Pittella su mozione docenti lucani
Nel suo intervento in Consiglio il governatore ha evidenziato i risultati positivi ottenuti attraverso la collaborazione con le articolazioni del mondo scolastico lucano, mettendo in luce anche gli aspetti positivi della Buona Scuola.
“La Regione Basilicata ha intrapreso un proficuo lavoro di collaborazione con le articolazioni lucane del Ministero della pubblica istruzione, mettendo in campo un impegno che sta portando a risultati senz’altro positivi e che ridimensionano i dati allarmanti che hanno caratterizzato il dibattito politico e sulla stampa delle scorse settimane ”.
Lo ha detto il governatore lucano, Marcello Pittella, intervenendo alla discussione su una mozione sui docenti lucani presentata dal consigliere Romaniello. “Basti pensare – ha evidenziato il presidente – che ad oggi i docenti che rischiano di essere impegnati fuori regione ammontano a 208 unità: un numero che potrebbe subire ulteriori diminuzioni e che è nettamente inferiore rispetto a quello circolato nelle scorse settimane”.
Il presidente ha ricordato in aula che già da diversi giorni “si susseguono incontri con i sindacati e con i comitati dei docenti, e ci sono stati tavoli tecnici in dipartimento, approfondimenti in Conferenza dei Presidenti e riunioni in sede di Ministero, che appaiono quanto mai proficui”. Il presidente, nell’ambito del dibattito, ha posto in evidenza anche gli aspetti positivi della “ Buona scuola” approvata dal governo Renzi “purtroppo – ha evidenziato Pittella – scarsamente difesa nell’ambito di un dibattito che non ha esaltato come avrebbe dovuto, gli aspetti positivi di un dettato normativo che ha messo al centro della riforma la figura dello studente”.