A seguito delle Giornate del lavoro promosse dalla Cgil a Matera arrivano le riflessioni di Nicola Pavese, presidente Associazione Matera Ferrovia Nazionale.
L’Associazione “Matera Ferrovia Nazionale” ha partecipato con grande interesse all’importante incontro promosso dalla Cgil a Matera su infrastrutture, trasporti e lavoro, al quale hanno preso parte personalità di alto profilo professionale e rappresentanti delle istituzioni e del mondo politico, insieme ad un folto pubblico. Stridente l’assenza dell’assessore regionale alle Infrastrutture, che pure era dato per partecipante e che speriamo di incontrare prossimamente.
E’ stata una delle rare occasioni in cui in tema di trasporti e mobilità si è parlato in maniera puntuale e articolata di Ferrovie dello Stato Italiane a Matera e in Basilicata, senza limitarsi alle ferrovie locali che ovunque svolgono un ruolo marginale e quindi non ad ampio respiro per le lunghe distanze e i collegamenti nazionali riservati a merci e persone. Per una questione di maggiore completezza nell’introduzione, forse si poteva spiegare come nel 2016, a Matera, si è passati dal silenzio più assoluto (pur in piena esaltazione per la proclamazione della città a Capitale europea della cultura per il 2019) al finanziamento per riprendere i lavori della tratta Ferrandina-Matera, da tempo abbandonata e dimenticata da tutti. Un finanziamento importante ed atteso da anni che il lavoro trasversale e intelligente di alcuni parlamentari (e modestamente anche del nostro sodalizio) ha reso possibile con la ripresa dei lavori sin dall’estate 2017, che procedono secondo cronoprogramma ministeriale e di Rete Ferroviaria Italiana.
Oggi, però, rispetto al passato la gente inizia a crederci, vuol sapere, si informa e sollecita la prosecuzione della tratta proveniente dalla Valbasento da Matera fino a Bari.Secondo noi da raggiungere via Gioia del Colle (20-25 km da costruire), stazione a metà itinerario tra il capoluogo pugliese e la città di Taranto, da cui raggiungere (dato nontrascurabile) anche Brindisi e Lecce.Da quanto illustrato si evince che la ferrovia Ferrandina-Matera-Gioia del Colle può essere considerata il segmento mancante del possibile e strategico collegamento Salerno-Potenza-Matera-Bari, che servirebbe sia alla Campania che alla Basilicata e alla Puglia. In questo panorama Matera diventerebbe un importante e baricentrico snodo ferroviario al servizio di tutto il Sud, con un ruolo nevralgico di cerniera tra le regioni meridionali e di collegamento diretto con porti, interporti, terminali, piattaforme logistiche, servizi intermodali e Zes varie. Oltre che punto di raccordo fra le diverse città del Meridione e quindi riferimentoimportante per promuovere il turismo, la cultura, il tempo libero e l’accesso ai servizi. Il nuovo ruolo prestigioso e crescente nel turismo internazionale della Città dei Sassi e la presenza di aree industriali, artigianali e commerciali limitrofe ancora prive di ferroviastatale testimoniano le contraddizioni del nostro territorio, dove si registra un inconcepibile deficit infrastrutturale che penalizza non poco l’economia. In questa situazione di arretratezza e di ritardi, non porsi l’obiettivo primario di superare queste anacronistiche criticità diventa una scelta a dir poco autolesionistica e incoerente della politica, delle forze sociali e dell’imprenditoria. Continuare nell’attuale condizione di immobilismo e di rinunce certamente non si coniuga con temi e programmi tesi allo sviluppo economico, alla crescita sociale e alla creazione di lavoro di cui l’intera comunità lucana ha bisogno.
Peraltro, le nostre aziende che esportano non possono rinunciare e ritenere superflui gli investimenti per infrastrutture ferroviarie utili al nostro territorio. Anche perché con <la cura del ferro> sulle lunghe distanze le Ferrovie dello Stato Italiane a ottobre prossimo avvieranno i collegamenti notturni Marcianise(Na)-Bologna Interporto utilizzando i binari dell’AV/AC. Tratta, questa, da percorrere nei tempi concorrenziali di 3 ore e 20 minuti, mentre volgono a conclusione i lavori per lo scalo merci di Bari Lamasinata e si stanno ampliando i porti di Napoli, Salerno e Gioia Tauro, tutti con raccordo ferroviario, in vista delle <autostrade del mare> riservate non solo ai Paesi del Mediterraneo. Siamo, quindi, di fronte ad una autentica rivoluzione che richiede dinamismo ed efficienza, alla quale le imprese della Basilicata non possono (anche per una questione di costi e tempi di percorrenza) autoescludersi. In pratica, l’imprenditoria deve uscire allo scoperto e mettere da parte le logiche del passato, con il trasporto delle merci affidato esclusivamente ai mezzi su gomma.Che vanno bene per le brevi e medie distanze. Sistema, tra l’altro, ormai abusato ovunque e in controtendenza rispetto alle scelte più recenti e innovative dei Paesi europei. Oltretutto le tragedie di Bologna e di Genova devono farriflettere e tener conto che ci sono risorse comunitarie per le ferrovie che nonvengono utilizzate.Nonostante i trattati di Kyoto e di Parigi abbiano stabilito < meno tir sulle strade e più treni in circolazione> per assicurare più sicurezza e meno inquinamento da CO2. In proposito, per le regioni del Mezzogiorno d’Italia sono disponibili ben 2.447 miliardi di Euro di fondi europei (Fers 2014-2020), ai quali bisogna aggiungere i 1.334 miliardi del Piano nazionale dei traporti (fonte Corsera). Che facciamo, ci giriamo dall’altra parte? I progetti di sviluppo devono restare solo sulla carta e nell’ambito dei convegni? Come le spieghiamo queste cose alle nuove generazioni?
In Basilicata, pertanto, bisogna ridefinire il Piano regionale dei trasporti e l’intermodalità (anche in riferimento alle costituendeZes) come sottolineato durante il proficuo incontro materano. E altrettanto utile sarebbe discuterne nei vari centri della regione al fine di sensibilizzare amministratori, imprese e cittadini. Se davvero la politica regionale, i parlamentari e il governo nazionale, alla luce delle occasioni perse nel passato, vogliono determinare una svolta e dare un segnale di speranza e di concretezza a una regione che si spopola ogni giorno, prevedano investimenti nelle infrastrutture, nei trasporti e nella mobilità. E con la prossima Legge di Bilancio si finanzi subito la ferrovia Matera-Gioia del Colle per raccordarsi alla moderna e veloce tratta Bari-Taranto, già compatibile con l’Alta Capacità (200 Km/h). Per realizzare tali obiettivi è il caso di mettere da parte campanili, sterili divisioni e interessi personali e di bottega. E’ un atteggiamento inutile e provinciale: la Basilicata vincerà le prossime sfide (e si salva) solo con un grande e produttivo lavoro di squadra. Altrimenti si morirà di inedia e di indifferenza, facendo finta di occuparsi dei problemi.
Si continua a “girare intorno” a Matera, ma non a fare “centro”! Infatti non si evince se la Ferrovia dello Stato dovrà per forza arrivare alla Stazione di La Martella e quindi proseguire per Gioia del colle, ma su quale tracciato? Non si tiene in nessun conto la sovrastante linea Adriatica che potrebbe risultare ottimale per il polo intermodale del porto di Taranto in Val Basento che potrebbe appennellare insieme ben cinque porti (Ravenna, Ancona, Taranto, Gioia Tauro, Crotone ed Augusta e risultando essere in continuità con la linea del traforo del San Gottardo e per andare nel Nord/Europa. C’è un pasticcio che non si comprende bene: perchè la ragion d’essere della lunetta di Salandra: 1) portare il Frecciarossa alla stazione di Matera-La Martella e poi ritornare indietro? 2) il Frecciarossa arriva a Matera e continua poi per Gioia del Colle? Non è più logico che uscendo dalla galleria sotto Miglionicio, una volta già in val Bradano, continui verso Sud/Est in direzione di Massafra per innestarsi sulla Bari-Ta? Il chiasma ferroviario più importante per l’Italia meridionale diventa proprio la galleria sotto Miglionico, è l’incrocio tra la linea di AC Adriatica che parte da Milano e finisce a Palermo e la linea tirrenica di TAV Milano -Salerno-Taranto-Brindisi-Lecce. Questa mi sembra la soluzione ottimale.
Passare per Gioia, come giustamente scrive lei, Sig. Locuratolo, è a voler essere gentili un pasticcio, se non proprio una follia. Tuttavia, le devo appuntare che anche la sua idea è “pasticciata”: che senso ha deviare da Ferrandina, oltrepassare la galleria di Miglionico, e una volta in Val Bradano prendere la via “delle Gravine”? Tanto vale proseguire da Ferrandina sulla Val Basento verso metaponto e poi Taranto! La lunetta di Ferrandina, al contrario, è forse la cosa più utile che possano fare, perché connetterebbe direttamente Matera con Potenza e quindi Napoli. Purtroppo siamo sempre lì: l’unica idea sensata per non lasciare la Ferrandina-Matera un ramo secco, è prolungarla su Bari via Altamura-Grumo, o magari, se proprio non si volessero “toccare” le FAL, cercare la fattibilità di una ipotetica Matera-(Santeramo)-Cassano-Sannicandro-Bitritto-Bari