Il materano Nicola Rizzi ha inviato una nota alla nostra redazione per sottolineare un errore commesso quotidianamente da enti pubblici e rappresentanti delle istituzioni quando si deve indicare la porta di accesso alla gravina che si trova su via Madonna delle Virtù, nei Sassi di Matera. Nicola Rizzi precisa ancora una volta che quell’area non si chiama “Porta Pistola” ma “Porta Posterla”. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Cari concittadini,
già in passato ho cercato in tutti i modi di comunicarvi di non usare la parola “pistola” per indicare la porta di accesso alla gravina che si trova su via Madonna delle Virtù. La suddetta denominazione è un madornale errore di traduzione di una parola dialettale in italiano, obbedendo più alla fonetica che all’etimologia.
So bene che ormai il luogo è conosciuto con tale nome, tanto che anche la stampa locale e ora anche quella nazionale e internazionale, usa la parola “pistola” perché così è stato riferito da noi materani agli addetti della comunicazione.
Vi invito, pertanto, a porre rimedio a tale errore facendo riferimento alla parola con cui il dialetto materano denomina tale luogo: “p’stal”. Questa è l’esatta trasposizione in dialetto materano della parola postierla o posterla che nei vocabolari d’italiano viene indicata come porticina segreta nelle mura di città antiche, di fortezze e castelli. Per chi conosce il nostro dialetto non sarà difficile passare da posterla a “p’stal”, rimanendo fedele alla denominazione storica del luogo che indicava, appunto, una porta posteriore della città nel periodo medievale.
Continuando a usare, invece, la parola “pistola” ingeneriamo confusione in chi vuole capire la storia della nostra città, perché mi è capitato di sentire che vicino a questa porta è stata usata una pistola contro qualcuno e per questo il nome di “porta pistola”.
Dare alle cose il loro vero nome molte volte serve a farci capire chi siamo e da dove veniamo per tramandare verità, piuttosto che falsità, alle prossime generazioni.
Questo appello è rivolto ai miei concittadini, ma soprattutto a tutti coloro che hanno ruoli istituzionali e che più di tutti dovrebbero sentire la responsabilità di non creare confusione nella comunicazione della storia della nostra bella e amata Matera.
Stesso discorso vale per le porte di “iuso” e di “suso” e “iurio”, che dovrebbero essere denominate di sopra, di sotto e gorgo in italiano oppure di “yi’s” , di “si’s” e “yi’ry” in dialetto materano.
P.S.: per la pronuncia di queste ultime parole il suono da attribuire alla lettera “Y” è lo stesso con cui leggiamo il nome della città di “New York”.
A questo punto sarebbe opportuno che il Comune di Matera si attivasse per denominare il luogo con il suo nome attraverso un’apposita indicazione come accade per tutte le altre strade e piazze di Matera.
Purtroppo i dialetti fanno cambiare le parole. Ormai “nell’immaginario collettivo” è Porta Pistola e, proporrei di inserire le due diciture. Anche Bottiglione è Spine Bianche. Il Pino è incrocio di varie vie; la Madonnina, il “passaggio a livello” ecc. Si vengono a creare quei punti di “riferimento” che, ripeto, probabilmente sarebbe bene evidenziare con la doppia dicitura (Porta di suso – Porta di sopra ecc). Un pò per non dimenticare il dialetto (che adesso viene rivalorizzato), un pò per tradizione, un pò per abitudine, un pò per fascino. Jis o cuampsond…sji o cuastjdd…jis o sptèl, ecc. Sempre in tema di vie la Giunta Comunale ha deliberato oltre due anni fa di intitolare nella zona industriale di Jesce (Deliberazione di G.C. n.271 del 03.08.2016. – Modif
ica Delibera e Planimetria.) 10 vie (Antonio Andrisani, Alberto Manicone, Antonio Fragasso, Domenico Di Leo, Giuseppe Quinto, Liborio Vincenzo Calia, Michele Manfredi, Francesco Padula, Pietro Sette e Arcangelo Annunziata). Nella zona indicata però non risulta niente. Sassilive vuol fare una ricerca?
Si può pure chiamare “porta di casa mia” per me, se l accesso alla Gravina rimane ancora chiuso dal oltre due anni, la diatriba sul nome mi pare alquanto inutile , e già tanto che commento