Lorenzo Creanza a nome dei residenti delle cooperative del Peep San Giacomo 2, ha inviato una nota che ripercorre la vicenda legata al recupero crediti avviato dall’Amministrazione Comunale nei confronti delle cooperative realizzate in quest’area della zona nord di Matera.
Peep San Giacomo, Lorenzo Creanza: ok, il prezzo è ingiusto!
Come cittadino di questa onorata città dei Sassi e custode della legalità, mi permetto di far veicolare il mio modestissimo e umile pensiero ad una comunità che per tradizione storica predilige il lavoro e la famiglia.
La mia vita professionale svolta alle dipendenze del Ministero dell’Interno è incarnata a difesa dei più deboli, al rigoroso rispetto delle leggi ed a perseguire ogni privilegio o artefatto condizionamento nella vita quotidiana.
E’ un periodo che vengo investito da comuni cittadini e da famiglie degli appartenenti alle Forze di Polizia abitanti nel Rione di San Giacomo 2 e non solo, vittime delle lungaggini della burocrazia e delle omissioni altrui, che, dopo oltre 30 anni, si vedono notificati atti amministrativi da parte del Comune di Matera con i quali viene richiesto il pagamento degli oneri dei suoli delle cooperative. Vivo personalmente lo stesso dramma e le preoccupazioni di quelle famiglie per gli ingiustificati importi indebitamente richiesti dal Comune, con un aggravio di spese pari al 300%, senza che nessuno si sia preoccupato di ricercare le cause o le responsabilità di eventuali anomalie tecniche, giuridiche e amministrative dell’Ente.
Lo stallo di questi ultimi trent’anni ha di fatto provocato un rivisionamento in eccesso del costo delle aree edificabili, il cui prezzo di mercato è stato definito in € 45,00 al mq dal Comune di Matera. Eppure gli oneri , in base alle norme legislative in materia di ”edilizia economica e popolare”, furono negli anni 80 stabiliti tra le parti convenute, ovvero il Sindaco pro-tempore, il Segretario Generale e i Presidenti di Cooperative, oltre ad essere stati regolarmente erogati dalle Cooperative all’atto della stipula della convezione con il Comune, risalente a circa 30 anni fa.
Soltanto dopo trent’anni l’Ente comune di risveglia e si ricorda di recuperare denaro. Da chi? Da quelle famiglie che già trent’anni fa pagarono gli oneri di urbanizzazione e di suolo a loro richiesti. Ma la cosa più eclatante e che le numerose famiglie abitanti nelle zone interessate dalla richiesta amministrativa di pagamento, sono venute a conoscenza di questa triste vicenda da poco e non hanno alcuna responsabilità avendo onorato il pagamento dei suoli e delle opere di urbanizzazione pubbliche e secondarie con i costi stabiliti tra le parti costituite, il cui atto pubblico è stato registrato e approvato senza rilievi dall’organo di controllo amministrativo del CO.RE.CO.
Il senso d’ingiustizia manifesta sta provocando malessere nella vita privata, disagio, ansia e sofferenza e sta generando un crescente sconcerto nell’animo delle famiglie che si oppongono legittimamente alla perseverazione del Comune che, inspiegabilmente, continua a richiedere quegli emolumenti.
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Né va dimenticato che dette esose somme – richieste solo adesso ai cittadini residenti in San Giacomo, Zona 33, Viale Italia – vengono richieste dal Comune di Matera che è stato condannato dal Tribunale a pagare, a prezzo di mercato, i suoli ai legittimi proprietari-espropriati. Inoltre, la citata sentenza ha escluso ogni addebito in capo alle cooperative; pertanto accertata la responsabilità del Comune, nulla deve essere richiesto ai cittadini.
Su questo argomento stranamente vi è un silenzio tombale quando invece c’è la necessità di aprire un dibattito pubblico sulle anomalie della gestione dell’esproprio. Infatti, il Consiglio comunale dell’epoca aveva demandato all’Ufficio Tecnico –Urbanistico di provvedere ”entro cinque anni” dalla data di convenzione all’esproprio definitivo dei suoli. Tutto ciò non si è verificato per colpa di qualcuno e non certo dei residenti che oggi sono vessati dal Comune di Matera.
Infatti nonostante vi sia un contenzioso davanti al TAR ed al Tribunale Ordinario, nel mese di ottobre corrente anno le famiglie si sono viste nuovamente notificare ulteriori atti di pagamento da parte del comune.
Questa è la causa che ha determinato il “pasticcio”.
Per questo la cittadinanza onesta deve sapere che le famiglie non possono, ma soprattutto non vogliono, ”pagare cifre che non sono legittime“, ma sono disposte a pagare il giusto.
Con buon senso civico ed umiltà,le famiglie non intendono snaturare i fatti ,invece si prodigano per aiutare a costruire modelli positivi di cittadinanza,facendo veicolare una informazione corretta e veritiera mettendo a disposizione la voluminosa documentazione acquisita dal fascicolo del Comune e dal Tribunale di Matera ai sensi della Legge 241, da cui si traggono le motivazioni di condanna del Comune da parte del Tribunale di Matera .
Le famiglie si interrogano sul perche’ le eventuali pendenze a saldo degli oneri pattuiti nella convenzione non sono state richieste alla scadenza quinquennale della procedura definitiva dell’esproprio.
E’ però inverosimile che dopo 30 anni i cittadini dei Rioni di San Giacomo,via La Martella ,Zona 33 e via Gravina scoprono un contenzioso tra comune e proprietari delle aree, vedendosi notificare solo nel 2007 una lettera del Comune con la perentoria richiesta di pagamento degli oneri di urbanizzazione per una somma di rilevante entità. La richiesta resta generica e nessun chiarimento è dato in relazione alle somme da corrispondere, in spregio alle regole sottoscritte tra le parti negli anni 80, all’epoca delle convenzioni.
Con spirito nobile ben quattrocento famiglie hanno aderito all’azione legale dell’Adiconsum ed hanno chiesto “giustizia e verità” al giudice terzo.
Il cittadino non deve essere considerato un intruso nella vita della città, ma deve sentirsi onorato di essere parte attiva di questa civiltà storica i cui interessati chiedono rispetto ,e non essere dileggiati dal politico di turno che per ragioni di casta non desidera che le famiglie chiedono “Giustizia e Verità”. Per questo i cittadini hanno assunto una posizione costruttiva, responsabile e generosa tanto da rivolgersi, qualora non si raggiunga ad un accordo bonario , al Capo dello Stato,alla Procura della Corte dei Conti , alla Corte di Strasburgo ed ad altri organi di giustizia ed investigative per fare chiarezza su una angosciosa vicenda che sta compromettendo la vita quotidiana delle famiglie.
Lorenzo Creanza, Peep San Giacomo (nella foto in basso)
Per i delinquenti di ogni stampo la legge prevede la prescrizione dei reati, per gli ignari cittadini che comunque vogliono assolvere ai propri doveri, per colpe altrui per certi versi sono nell’illegalità,, non esiste nessuna legge che li protegge. E’ questo il quadro desolante di anni d’inerzia assoluta dell’amministrazione comunale, che l’attuale non ha perso tempo a raccogliere ma nel modo più illegale che si possa immaginare, e sempre con la stessa procedura: NESSUNO PAGA GLI ERRORI, tanto ci sono i cittadini trattati da idioti che comunque alla fine pagano.
Quello che stà emergendo da questa grottesca situazione è che alcuni cittadini stanchi di questo stato di cose stanno pensando di pagare quanto richiesto dall’amministrazione pur di chiudere la partita, facendo così in modo che le azioni intraprese contro l’amministrazione vengano meno a seguito del numero esiguo di adesioni.
A mio parere è proprio quello che l’amministrazione vuole, spezzare le forze in modo che il tutto finisca in una bolla di sapone, percui cerchiamo di essere uniti e non siamo i soliti pecoroni sui quali tutto si può imporre!
Ma quei soldi (si parla di somme complessive intono ai 6 milioni) ai proprietari delle case spettava pagarli o no? O hanno sempre sperato di farla franca sperando nella superficialità (voluta?) degli amministratori e nella sempre benvenuta prescrizione? E poi ci si scaglia sempre a gamba tesa contro i finanziamenti (legali e statali, non comunali) di cui hanno usufruito i proprietari che hanno ristrutturato le proprie case nei Sassi (in un periodo in cui li prendevano pure in giro per avere deciso di andare ad abitare in quelle case vecchie). Sembra che oggi in Italia l’unica cosa illegale sia la legalità, mentre l’illegalità è entrata a far parte del DNA degli italiani.