dopo aver letto l’articolo di Pedicini ho cominciato a pensare mo che
succederà? Vuoi vedere che la ditta che ha smontato una parte del mulino rimontandola in via Dante adesso si vedrà costretta a rimetterla a posto o a rimontarla in un altro posto.
Ci vorrebbero i lego per questo ed ecco che la Lego ti tira fuori la scatola con i magici mattoncini dedicata proprio al nostro. caro e vecchio Mulino Alvino”.
la sentenza del Tar sul Mulino Alvino è significativa della confusione che da oltre quattro anni questa città vive in termini di adozione, chiarezza e legittimità di scelte urbanistiche; questo è il risultato di una limpida situazione nella quale questa maggioranza litigiosa non riesce a trovare accordi su questioni fondamentali per la gestione della città. Le contestazioni sono all’interno della componente del sindaco, i suoi maggiori oppositori li trova proprio nel suo partito. Tutto ciò ha avuto inizio da subito, sin da quando il piano casa nel 2010 fu approvato grazie a 5 consiglieri di minoranza ed i provvedimenti adottati in solitaria da dirigenti “indirizzati” sono l’evidenza di un governo cittadino che al suo interno non ha mai trovato condivisioni. Il mancato coinvolgimento del Consiglio, sui temi della pianificazione urbanistica non può essere tralasciato e valutato quale questione di carattere prettamente amministrativa, la questione è squisitamente politica. Quanto accaduto ha una rilevanza che individua un solo ed unico responsabile; questa amministrazione, impegnata in battaglie dell’uno contro l’altro, senza alcun interesse per il bene comune, fatta di incapaci e prepotenti, deve assumersi interamente ogni responsabilità e dimettersi. Il sindaco ha il pieno riconoscimento delle scelte fatte. Tutto ciò aumenta il disgusto dei cittadini per la politica, si alimenta un clima di sospetto e ritorsioni, questa città che è attesa da scelte importanti, non può aspettare oltre. La componente politica di maggioranza deve sentire il peso delle responsabilità, delle scelte fatte, dell’aver abbattuto l’economia e maturare la dignità politica per dimettersi ad iniziare dal sindaco e dai consiglieri del suo stesso partito. Siamo in un Paese dove pochi si dimettono dagli incarichi; siamo invece nella città dove le amministrazioni di sinistra si trascinano in un “tira a campare”. Il PD ha la responsabilità politica di aver condotto questa città non solo verso lo sfacelo urbanistico ma soprattutto verso la catastrofe economica, prodotta dalle scelte fatte e dalle contese di palazzo, per aver alimentato il sospetto del favorire taluni. Oggi la confusione e l’incertezza economica per le aziende e per coloro che hanno investito su progetti, voluti, sostenuti e contestati sempre e soltanto da chi governa la città, gettano nel panico moltissimi. Di queste contraddizioni chi è stato eletto dai cittadini ne deve sentire il peso, perché imputabili del baratro in cui hanno gettato la città, con opere che segneranno per sempre il territorio, per non aver saputo gestire, indirizzare, guidare oppure riparare quel rottame costruito dal sindaco e compagni. È ancorché inammissibile quanto accaduto per le responsabilità che questa ampia maggioranza conserva, tra Adduce, il suo capo di Gabinetto ed i consiglieri di maggioranza, garanti del potere gestionale e delle scelte strategiche per la città. Il Pd, non può recitare il ruolo dello struzzo si assumesse l’incombenza di quanto accaduto perché questa città rischia di vedere compromesso il suo assetto urbanistico per colpa di un sindaco che con la sua incapacità politico-amministrativa, nel non saper tenere uniti i suoi stessi consiglieri sta distruggendo la città. A tutto ciò si aggiunga la mancanza di trasparenza grave, soprattutto se si considera il comportamento dell’amministrazione nel non aver saputo trovare le giuste condizioni ed aver penalizzato cittadini ed imprese, che oggi vedono, per gli effetti di una sentenza annullare un permesso a costruire, mentre forti dubbi si addensano all’orizzonte sulla legittimità della totalità dei permessi a costruire rilasciati con analoghe modalità. Forse cinquanta le opere potenzialmente prive di regolarità urbanistica ed edilizia; in poche parole “opere abusive”.
Adriano Pedicini, Consigliere comunale Forza Italia
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