Adriano Pedicini, consigliere comunale Forza Italia, torna ad occuparsi del cantiere dell’Istituto Superiore di Restauro, fermo da 8 anni nel Convento di Santa Lucia, nel cuore del centro storico materano. Di seguito la nota integrale.
Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Regione Basilicata nel dicembre del 2006 ritennero di istituire in Basilicata, con sede in Matera, l’Istituto Superiore di Restauro. Sono passati 8 anni, e tutto è ancora nelle chiacchiere, il cantiere dove dovrebbe aver sede la scuola è chiuso, i lavori sono sospesi per l’impossibilità di saldare gli stati di avanzamento. Il ritardo accumulato è pesantissimo, tre anni; il 18.11.2011 si era preso l’impegno di rendere funzionali la sede entro 12 mesi. Queste inadempienze penalizzano e mettono a rischio la stessa iniziativa, tanto che non è stato ancora emesso il decreto istitutivo della scuola, mentre la Regione Basilicata, malgrado ufficiali impegni, non ha neanche in bilancio uno capitolo di spesa per concorrere al costo annuale di gestione della scuola, per 500.000 €, somma che non dovrebbe trovare resistenze perché rinveniente dalle royalties del petrolio. Questa scelta gratificante per la Basilicata e per la Città di Matera, finalizzata alla creazione di un’area eccellente di ricerca e di innovazione per la conservazione del patrimonio culturale, concederebbe il titolo di restauratore, equipollente al diploma di laurea specialistica quinquennale. Opportunità che non è stata colta, l’abbiamo strappata ad altre prestigiose città che forse avrebbero potuto realizzarla. L’iniziativa nata sotto i migliori auspici, con l’individuazione di una location di rispetto, il Convento di Santa Lucia, il tutto nel rispetto del nuovo codice dei beni culturali e del paesaggio; con la partecipazione di soggetti pubblici e privati, cui affidare attività di ricerca, sperimentazione, studio, documentazione ed attuazione di interventi di conservazione e restauro sui beni culturali di particolare complessità. Oggi molto risulta logorato tanto che in via Lucana troviamo l’ingresso del cantiere chiuso e le speranze che l’anno accademico 2014 veda l’inizio delle lezioni è pari a zero. Eppure nel protocollo del 4 settembre 2007 tra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali (Dipartimento per la Ricerca, l’Innovazione e l’Organizzazione), l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, la Direzione Regionale per la Basilicata, la Provincia di Matera, il Comune di Matera e la Fondazione Zétema di Matera, tutti si impegnavano “alla più alta e proficua collaborazione al fine di avviare tutte le attività necessarie per la costituzione della scuola”. Poi nel 2008, il protocollo d’intesa veniva reso esecutivo con la sottoscrizione dagli stessi soggetti in cui si definivano ruoli e compiti. Alle galoppanti spinte iniziali, che facevano sperare ad una rapida soluzione, seguivano le amare inoperosità istituzionali che nonostante fosse stato messo a disposizione il prestigioso edificio storico che si affaccia su piazza V.Veneto; che Regione e Comune garantissero un finanziamento di €. 3.500.000, per terminare i lavori, più un ulteriore milione di euro finalizzato all’adeguamento degli spazi della ricerca e dell’insegnamento; non si sono mai fatte cose concrete a cogliere questa grande opportunità. Tardivamente oggi aspettiamo che la Regione Basilicata metta a disposizione i fondi; che i lavori al convento di Santa Lucia ripartano; che il Ministero accrediti la scuola; che vengano pubblicati i bandi per i docenti e per gli allievi. Che tutto ciò possa realizzarsi in breve tempo ci appare un sogno, l’unica realtà evidente in questa città è la grande scuola dell’utopia che la politica lucana da tempo ha realizzato.
Adriano Pedicini, consigliere comunale Forza Italia