Il Consigliere Comunale del PD, Angelo Cotugno, riapre il dibattito sul Piano Casa alla luce della decisione di rinviare la seduta del consiglio prevista il 14 febbraio e rinviata a data da definire.
Nella seduta del 9/7/2013 il Consiglio Comunale di Matera portava in discussione la relazione della commissione speciale istituita, ai sensi dell’ art. 28 del Regolamento del Consiglio Comunale, per accertare fatti e circostanze giuridicamente rilevanti, di amministratori e/o dipendenti, relativamente agli atti emessi in applicazione della legge 106/11 – più nota come Piano casa.
Dopo l’illustrazione della relazione, depositata agli atti, e dopo un acceso dibattito la seduta fu “sospesa” per riprenderla al primo consiglio utile. Si ritenne che era utile un ulteriore confronto ed approfondimento per dare al consiglio l’opportunità di una valutazione più serena e franca. Si sono svolti da allora una serie di consigli comunali con altri argomenti all’ordine del giorno.La conferenza dei capi gruppo tenutasi nei primi giorni del mese di febbraio ha programmato, in accordo con il Sindaco, l’attività del consiglio comunale per il mese di febbraio prevedendo tre sedute consiliari con all’ordine del giorno :
• 14/02 ODG su relazione della commissione speciale.
• 21/02 Indirizzi per bandi di affidamento degli impianti sportivi.
• 24/02 Seduta aperta sullo Statuto Regionale alla presenza del Presidente del Consiglio regionale Piero Lacorazza.
La seduta prevista per il 14 febbraio 2014 è stata annullata e rinviata a data da definire. Avverto il dovere di intervenire ancora una volta su una questione importante e delicata affinché si possa agire, nell’interesse di tutti, con serenità e trasparenza.
Non interverrò sulla interpretazione della norma. Non voglio quindi ritornare sul se si poteva o meno applicare nella fattispecie la Legge 106/2011. Non interverrò sulla attribuzione delle competenze, se per gli interventi osservati dalla commissione è sufficiente l’autorizzazione del dirigente o invece, come continuo a ritenere, era necessario il passaggio in consiglio comunale. Intervengo invece per porre alcuni interrogativi che , a mio parere, dovrebbero indurre a qualche riflessione o stimolare dubbi sulla legittimità dello stesso permesso a costruire rilasciato per l’intervento del “Molino Alvino”. Voglio ricordare ancora una volta che quel permesso è stato autorizzato dal dirigente e solo da lui. Pertanto eventuali azioni risarcitorie non dovrebbero interessare l’ amministrazione ma singolarmente il dirigente che ha rilasciato il permesso a costruire. Sulla vicenda comunque siamo tutti in attesa che il TAR di Basilicata si pronunci.
Il permesso a costruire del 8/10/2012 è stato rilasciato con alcune prescrizioni : in particolare l’impegno della ditta a presentare, entro sei mesi dalla data del rilascio dello stesso PdC, un progetto definitivo dello storico Mulino Alvino con destinazioni d’uso disciplinate con convenzione da stipulare con il Comune. Il mancato rispetto, cita sempre il permesso a costruire rilasciato firmato dal dirigente, “delle richiamate condizioni, obbligazioni e prescrizioni costituisce difformità e determina l’applicazione dei conseguenti provvedimenti demolitori”.
Alla data dell’8/04/2013 non è stato depositato alcun progetto definitivo dello storico “Molino Alvino” mentre sarebbe stata concessa una ulteriore proroga di sei mesi. Ad Ottobre 2013 non risulta essere stato ancora presentato alcun progetto definitivo dello storico “Molino Alvino” così come ad oggi non risulta esserci alcun progetto di riqualificazione funzionale nonostante lo stesso dirigente abbia inoltrato una formale sollecitazione.
Nel mentre si attende che la ditta ottemperi all’impegno assunto con gli atti unilaterali d’obbligo sullo storico “Molino Alvino”, la nuova costruzione in Via Dante/Via gravina va avanti con solerzia.
• E’ possibile rilasciare un permesso a costruire nel quale il dirigente autorizza la costruzione di nuovi alloggi, un bel palazzone che solo oggi si evidenzia con tutto il suo discutibile impatto , e questa nuova costruzione è condizionata alla predisposizione di una convezione che dovrà essere votata dal consiglio comunale ?
Normalmente le convenzioni si stipulano prima del rilascio di un permesso a costruire e comunque ed è quantomeno inusuale contrapporre un atto monocratico (quello firmato dal dirigente) ad una deliberazione del Consiglio Comunale (l’approvazione della convenzione).
• Perché il dirigente non ha informato il Sindaco, la giunta ed il consiglio della mancata presentazione del progetto definitivo di riqualificazione funzionale dello storico “Molino Alvino” ?
• Perché una questione così importante viene sottaciuta all’opinione pubblica ?
• Perché gli ordini professionali, associazioni culturali e soggetti attivi continuano a mantenere un atteggiamento distaccato ?
• Perché i qualificati professionisti che hanno promosso e progettato i due interventi non avvertono il dovere di dare qualche spiegazione così come hanno fatto quando si trattava di promuovere il progetto?
• Perché l’interesse pubblico, così evidente nell’intervento in oggetto, non trova un adeguato riscontro in alcun soggetto implicato nella vicenda : dirigente, professionisti, ditta?
• Perché alle sollecitazioni pubbliche, sulle quali anche il Sindaco é intervenuto, convenendo sull’obbligo della riqualificazione funzionale dello storico “Molino Alvino”, non sono seguiti atti formali?
• Dove sta la “meravigliosa responsabilità dell’architetto” del suo ruolo “sociale” capace di dialogare con la volontà e le aspirazioni dell’impresa e le attese della città nel rispetto delle leggi?
• Cosa ha scelto “l’architetto” quando ha superato la paura fisica di quel “corpo sbranato” riferito allo storico “Molino Alvino” fatiscente, con solai a terra e vandalizzato?
• Quale è la storia di quel luogo che immagina “l’architetto”, quale storia e memoria vuole che sia rispettata. In che modo “l’architetto” vuole comunicare riguardo lo storico “Molino Alvino”, ciò che è stato nel suo contesto economico e sociale e in che modo vuole restituire alla città un manufatto storico restaurato, che dia lavoro, che gratifichi la proprietà e la Città, che si racconti e che sia scrigno delle belle storie?
Intanto, in attesa che il TAR di Basilicata si pronunci sul ricorso dei cittadini, il Sindaco condivide le osservazioni ma ritiene che si stia (forse) procedendo bene, l’assessore all’urbanistica è arrabbiata con il suo dirigente ma non dice cosa e come bisogna fare, gli “architetti” con la loro “meravigliosa responsabilità” hanno svolto il loro compito e sono offesi dalle critiche, il dirigente si fa prendere da altre faccende, l’impresa fa ovviamente il suo mestiere e la città subisce.
Tutto in attesa del 2019, con un ulteriore “ meraviglioso sopruso”
Angelo Cotugno, Consigliere Comunale PD
ancora qualche giorno e poi per qualcuno potrebbe sentirsi anche odore di Hotel di via delle Cererie
Non capisco perché non sono stati sospesi i lavori di via Dante. ?
Un nuova ordinanza sindacale è così difficile da estendere e notificare alla ctp?
Ma in quale città vivo? Altro che capitale della cultura.. qui sembra la capitale dei ristoranti gratis!