L‘Associazione Ambiente e Legalità attraverso il suo rappresentante Pio Abiusi torna ad occuparsi del ponte in ferro di via del Commercio nei Sassi di Matera a seguito della promessa annunciata dall’assessore Macaione di smantellare la struttura che con i Sassi non ha veramente nulla da spartire. Di seguito la nota integrale.
Pio Abiusi (Ambiente e Legalità): “Tanto tuonò che piovve, ma è proprio così?”.
L’assessore Macaione ha dichiarato che costruire il ponte di ferro è stato un errore, anche il Sottosegretario di Stato al Mibac, Ilaria Borletti Buitoni, a seguito di nostra segnalazione e documentazione che abbiamo provveduto ad inviare afferma che “ che la passerella di collegamento realizzata dal Comune nel Rione Sassi risulta, allo stato attuale, dissonante nell’ambito del caratteristico paesaggio dello storico rione materano” . Il sottosegretario usa termini educati ma fermi.
E’ opinione generale, ormai, che quel pasticcio chiamato ponte di ferro nei Sassi proprio non ci azzecca. Anche il buon sindaco Adduce condividerà e, forse, prima che esaurisca il suo mandato si esprimerà.
La progettazione di quel ponte partì male e la commissione di valutazione dell’opera rispose a logiche di appartenenza e non già professionali, purtroppo. Il guaio è che si continua ,ancora, a subordinare quello che è un fatto ovvio: la rimozione della struttura, con i freni burocratici che non si attagliano anche perchè, anche a bocce ferme, gli elementi di illeceità sostanziali penali già sono presenti. Se è vero che c’è una responsabilità amministrava dei cosiddetti dirigenti e funzionari preposti è anche vero che vi è una responsabilità politica- parola grossa per gli attuali amministratori di Matera- e quello brutto sgorbio non può restare lì a dimostrazione della dabbenaggine che alberga nelle stanze della casa municipale. Sempre lo stesso Sottosegretario nella sua nota, molto ben circostanziata, ebbe a dichiarare che “ L’Architetto Canestrini ( Soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Basilicata, ndr.), a tal proposito, ritiene che se si optasse per lo smontaggio dell’attuale passerella, si potrebbe spostare il percorso lungo il costone, in modo tale che la parte “aerea” del percorso (la passerella) avrebbe le dimensioni più contenute” su questo c’è ampia convergenza ed il collegamento resterebbe intatto e non a caso abbiamo presentato un progetto di massima di cui all’allegata foto. Sarebbe questo il momento, tenuto conto che esistono risorse negli FSC, di fare un salto di qualità, cosa che a Matera non è uso, si potrebbe intervenire su tutto il costone a partire dagli Ipogei di Piazza Vittorio Veneto – chiesa dello Spirito Santo – fino a Piazza del Sedile lungo il costone sottostante via Margherita. E’ una qualificazione complicata perchè la zona è scarsamente assolata ma il sistema fognario risale almeno a sessanta anni fa ed è con quasi certezza in gres e la sua tenuta non è più adeguata ai tempi, si potrebbero creare i sottoservizi e qualificare la pubblica illuminazione. Solo così anche la piazzetta sottostante che l’assessore Macaione mira immediatamente a qualificare potrebbe essere valorizzata altrimenti occorreranno molte giacche impermeabili ma per proteggersi dall’acqua di fogna e non già piovana.
Pio Abiusi – Associazione Ambiente e Legalità
Riportiamo di seguito la relazione inviata dall‘Architetto Canestrini ( Soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Basilicata) al Sottosegretario di Stato del Ministero dei Beni Culturali Ilaria Borletti Buitoni a seguito della denuncia inviata a Roma dall’associazione materana.
Il percorso pedonale alternativo al ponte in acciaio si sarebbe potuto realizzare in corrispondenza del costone laterale prospiciente le abitazioni esistenti, utilizzando gran parte del percorso naturale disponibile.
Il punto critico è in corrispondenza del setto murario realizzato che interclude lo spazio disponibile.
Il superamento di questo vincolo sarebbe possibile con la realizzazione di una passerella a sbalzo dal banco tufaceo esistente, con sistemi di putrelle in acciaio disposte perpendicolarmente al senso di transito ed incassate nel banco tufaceo per non modificarne la quota attuale del piano di calpestio.
Cosi si ottiene il passaggio laterale al setto realizzato con questa struttura a sbalzo della larghezza utile non superiore a 0,90 – 1,00 m
Per il resto del percorso non sembrerebbe difficile metterlo in sicurezza con la realizzazione della ringhiera identica a quella esistente, ancorata su piastre ancorate alle putrelle prima indicate.
Lo schema strutturale potrebbe essere il seguente:
Risulta evidente, comunque, che questa soluzione non può prescindere da interventi di consolidamento statico del blocco tufaceo, con operazioni comunque non impattanti rispetto alla morfologia e la tipicità dei luoghi.
Che la realizzazione di quella passerella sia un errore, a detta di tutti, è pacifico. Spero che un’altra spesa per qualsiasi altro intervento (smontaggio, ristrutturazione, rifacimento, ecc…) sia fatto a spese di coloro che hanno commesso l’errore ossia, i maggiori oneri dovrebbero essere coperti dall’assicurazione obbligatoria dell’incaricato alla progettazione. Altrimenti alla Corte dei Conti arriverebbero diverse segnalazioni, inoltre molti cittadini si incazzerebbero di brutto per l’ennesimo spreco di denaro pubblico di questa Amm.ne comunale.