Il Dipartimento Infrastrutture della Regione fornisce ai Comuni un applicativo gestionale per garantire la formulazione della graduatoria con trasparenza e oggettività valutativa.
Tipo di struttura, anno di realizzazione, occupazione giornaliera media, classificazione
sismica e pericolosità sismica, eventuali ordinanze di sgombero.
Sono questi i principali fattori che concorreranno alla redazione della graduatoria per la concessione di contributi per la realizzazione sugli edifici privati di interventi per la prevenzione del rischio sismico.
A fronte di una disponibilità di 1,7miIioni di euro sono 3.200 le richieste di contributo per interventi strutturali sugli edifici registrate da 111 Comuni su 117 considerati “a maggiore pericolosità sismica” con Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri. Le stesse
sono già state istruite dal|’Ufficio Edilizia della Regione e dopo la validazione da parte dei Comuni dovranno essere ritrasmesse entro fine giugno alla Regione per la definizione della graduatoria.
Per sopperire ad alcune carenze funzionali del software messo a disposizione dal Dipartimento Nazionale di Protezione Civile per la redazione della graduatoria, il Dipartimento Infrastrutture, Opere Pubbliche e Mobilità della Regione, consegna ed illustra oggi ai tecnici comunali un apposito strumento gestionale.
Grazie a questo supporto ì Comuni potranno rapidamente effettuare: l’importazione dei dati e la trasmissione degli stessi agli uffici regionali; l’elaborazione dei Buoni Contributo; I’aggiornamento degli stati di liquidazione, d’avanzamento dei lavori e della contabilità
finale. A livello regionale lo strumento consentirà invece: la redazione, la gestione e il monitoraggio della graduatoria; la verifica della spesa e degli interventi finanziati; la trasmissione dei dati e delle stime del fabbisogno al Ministero.
l progetti per gli interventi di rafforzamento dovranno essere presentati entro novanta giorni dalla graduatoria, quelli per il miglioramento sismico o demolizione e ricostruzione, entro centottanta giorni. l progetti finanziati saranno poi sottoposti allo Sportello Unico dei
Comuni o degli Uffici intercomunali, ove esistenti, per il rilascio del permesso di costruire.
l lavori dovranno iniziare entro trenta giorni dall’approvazione del progetto e del relativo contributo e dovranno essere completati entro: 270, 360 o 450 giorni rispettivamente nei casi di: rafforzamento locale, miglioramento o di demolizione e ricostruzione. Per I’assistenza a tutte le fasi l’Ufficio Edilizia del Dipartimento Infrastrutture, Opere Pubbliche della Regione Basilicata ha istituito un apposito Call Center che risponde ai numeri: 0971/668312 — 668397.
Prevenzione rischio sismico, Braia: intendiamo accelerare le fasi
Snellire la gestione di operazioni importanti come questa diventa un imperativo in zone a carattere sismico come la nostra Basilicata
“Le 3400 domande pervenute ai Comuni per la realizzazione di interventi strutturali sugli edifici privati per la prevenzione del rischio sismico rappresentano un chiaro segnale di richiesta di maggiore sicurezza da parte dei cittadini e una buona occasione per dare, con le prime risorse disponibili pari a 1,7 milioni di euro, un piccolo impulso al comparto delle costruzioni”.
Lo dichiara l’assessore regionale alle Infrastrutture, Opere Pubbliche e Mobilità, Luca, Braia in occasione della consegna ai tecnici comunali di un applicativo, realizzato dalla Regione Basilicata, per la gestione delle pratiche relative all’ Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri numero 4007 del 2012, che prevede l’erogazione di contributi per la realizzazione di interventi di mitigazione del rischio sismico sugli edifici privati.
“Abbiamo voluto sviluppare un nostro software applicativo per sopperire ad alcune carenze funzionali del sistema messo a disposizione dal Dipartimento Nazionale di Protezione Civile e per velocizzare tutte le fasi gestionali di questa importante azione – aggiunge Baria – che è finalizzata a favorire la realizzazione di interventi importanti per la messa in sicurezza alcuni edifici dei Comuni lucani maggiormente esposti al rischio sismico. Ulteriori risorse ministeriali – dichiara ancora Braia – saranno assegnate per le annualità 2012-2013 e 2014. La definizione di un modello procedurale efficace è quindi propedeutica ad un prosieguo efficace di questa azione importante che si affianca alle numerose iniziative messe già in atto dal Dipartimento Infrastrutture, tra cui gli studi di microzonazione sismica per la mitigazione delle conseguenze derivanti dai terremoti. La prevenzione – sottolinea Braia – è uno strumento efficace per contrastare gli effetti negativi dei terremoti. Velocizzare le fasi di gestione di operazioni come questa, diventa quindi un imperativo importante in zone a carattere sismico come la nostra Basilicata. L’elaborazione di sistemi di gestione informatizzata delle procedure in maniera sinergica tra Regione e Comuni è un modello operativo virtuoso da ripetere – conclude Braia – che rende omogenee le stesse, trasparenti, veloci ed efficaci in grado quindi di garantire tempi certi” .
Prevenzione rischio sismico, le previsioni dell’avviso pubblico – scheda
Il contributo ogni singolo edificio deve essere destinato unicamente agli interventi sulle parti strutturali. Per gli interventi di rafforzamento locale è previsto un contributo di 100 euro per ogni metro quadrato di superficie lorda coperta con il limite massimo di 20.000 euro per ogni unità abitativa e 10.000 euro per altre unità immobiliari. Per il miglioramento sismico: 150 euro per ogni metro quadrato di superficie lorda coperta, con il limite di 30.000 euro massimo per ogni unità abitativa e 15.000 euro per altre unità immobiliari. Per demolizione e ricostruzione: 200 euro per ogni metro quadrato di superficie lorda coperta complessiva, con il limite massimo di 40.000 euro massimo per ogni unità abitativa e 20.000 euro per altre unità immobiliari.
Nella formazione della graduatoria, in base agli elenchi forniti dai Comuni, la Regione seguirà i criteri dall’Opcm 4007/2012 che sono: tipo di struttura; epoca di realizzazione; occupazione giornaliera media riferita alla superficie totale lorda dell’edificio; prospicienza su vie di fuga; classificazione sismica e pericolosità sismica; eventuali ordinanze di sgombero pregresse.
Sono considerati beneficiari dei contributi i proprietari di gli edifici su cui si realizzino gli interventi. Gli edifici sono intesi come unità strutturali minime di intervento e possono essere: isolati, ossia separati da altri edifici, da spazi (strade, piazze), o da giunti sismici; aggregati strutturali più ampi, ossia più edifici, realizzati anche con tecnologie diverse, che in qualche modo interagiscono fra di loro in caso di sisma. In particolare, se l’interazione è bassa è possibile studiare l’intervento considerando l’edificio indipendente dal resto dell’aggregato; se così non è, il progettista definirà l’unità minima di intervento che, ragionevolmente, può rappresentare il comportamento strutturale, oppure considera l’aggregato nel suo complesso.
VITA (PSI): INTENSIFICARE STUDI PREVENZIONE SISMICA
“Specie dopo l’ulteriore sforzo della Regione, annunciato dall’assessore Braia, per la realizzazione di interventi strutturali sugli edifici privati finalizzati alla prevenzione del rischio sismico, attraverso la disponibilità di un fondo di 1,7 milioni di euro, l’allarme lanciato da Marco Mucciarelli , professore universitario di Sismologia Applicatapresso la Scuola di Ingegneria dell’Università della Basilicataedirettore del Centro Ricerche Sismologiche dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (OGS), sulla cosiddetta probabilità che al Sud capiti un terremoto forte in due anni qualsiasi (inclusi quindi i prossimi due) pari al 30%, non può essere sottovalutato”. A sostenerlo è il consigliere regionale Rocco Vita (Psi) secondo il quale “il Dipartimento Protezione Civile Nazionale e della Regione Basilicata, l’intera comunità scientifica nazionale e regionale (Cnr, Università) devono pronunciarsi sulle affermazioni del prof. Mucciarelli che, come era prevedibile, stanno provocando forti e contrastanti reazioni. Il ragionamento dello studioso in fondo non è nuovo e può essere così sintetizzato: in Italia ci sono stati tra il 1100 ed oggi 59 terremoti catastrofici (con magnitudo maggiore o uguale a 6.3) con una media di un terremoto ogni 15,25 anni. Il terremoto dell’Irpinia-Basilicata nel 1980 è stato l’ultimo di questa classe di eventi, ormai 33 anni fa. Sono quindi passati più del doppio della media degli anni da quel terremoto, e già questo sarebbe preoccupante. Le cose diventano ancora più serie – è sempre il ragionamento del docente universitario – se guardiamo come sono distribuiti gli anni trascorsi tra due terremoti catastrofici: se guardiamo quante volte ci sono stati intervalli più corti di33anni scopriamo che sono stati il 90%. Il punto – evidenzia Vita – è se a causa delle possibili e limitate attività di studio e ricerca scientifica dobbiamo limitarci ad un calcolo di probabilità matematiche o se invece si devono e si possono intensificare studi e ricerche. Si tratta di una questione non certamente irrilevante ai fini dell’azione messa in campo dalla Regione in attuazione dell’ Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri numero 4007 del 2012, che prevede l’erogazione di contributi per la realizzazione di interventi di mitigazione del rischio sismico sugli edifici privati. Persino il software applicativo di cui dispone il Dipartimento Infrastrutture della Regione per sopperire ad alcune carenze funzionali del sistema messo a disposizione dal Dipartimento Nazionale di Protezione Civile – conclude il capogruppo del Psi – risulterebbe di scarso significato in assenza di precisazioni di tutti gli aspetti scientifici della prevenzione di fenomeni sismici tra cui, come rileva lo stesso assessore Braia, gli studi di microzonazione sismica per la mitigazione delle conseguenze derivanti dai terremoti”.