Rifiuti e raccolta differenziata a Matera, Giovanni Caserta: “Cambiare si può, si deve. A Bologna l’hanno fatto. Di seguito la nota integrale.
Alcuni amici materani, residenti a Bologna, rientrando in sede dopo le festività di Maria Santissima della Bruna, hanno preso atto del cambiamento che al sistema smaltimento rifiuti ha portato il Comune di Bologna. Loro sanno delle continue mie lamentele a fronte di un “modo” che non esito a definire folle, perché costoso, inadeguato e offensivo per la cittadinanza, soprattutto anziana. Sanno che, aver sostituito ogni cassonetto pubblico con cinque mastelli unifamiliari o condominiali, ad occhio e croce significa che, per cento cassonetti pubblici, ci sono cinquecento mastelli tra familiari e condominiali.I “mastelli”, brutta parola recuperata alla lingua italiana grazie all’immondizia, se sono condominiali, sono collocati, dove è possibile, all’interno della proprietà privata (cortile, giardino e simili); se su suolo pubblico, sono oggetto di tassazione. La loro collocazione su suolo pubblico, a sera,con rientro al mattino, è a carico del condominio, con ulteriore aumento di spese. Lo stesso succede per lavaggio e disinfestazione. Mi si scusi se dico cose risapute.
Ci sono poi i“mastelli” unifamiliari, cinque per ogni famiglia, molto ingombranti, pesanti. Pongono condizioni insostenibili,punitive.Sono da conservare in casa, magari nel salotto o nella stanza da letto dei bambini, fino al giorno consentito per la raccolta. Questo significa, nel complesso, che l’immondizia viene seminata sulla intera città, nelle case o sui balconi (per chi ce l’ha). La raccolta, con infiniti “mastelli” da raccogliere ogni mattina, dura molto più a lungo, pur impiegandosi molte unità lavorative in più, che, naturalmente, pesano onerosamente sul bilancio familiare. Se non svuotati bene e non chiusi– come sempre succede – i “mastelli”, in caso di pioggia, al mattino li si trova pieni di acqua; in tempi caldi, come gli attuali, sono ricettacolo di formiche, scarafaggi e insetti vari.
I mastelli unifamiliari vanno portati giù, fuori del portone dell’edificio, scendendo anche tre e quattro piani; se, però, il condominio è dotato di giardino, cortile e cancello, gli stessi sono portati sulla pubblica strada, dopo che si sono percorse scale e tutta l’area del cortile e del giardino.Al mattino c’è il cammino inverso. Questo avviene quotidianamente, tranne la domenica. Avviene, ovviamente, con la pioggia, col vento, con un caldo di 40 gradi, con la febbre… Sottoposte a questo servizio da campo di concentramento (esisteva una tortura analoga) sono alcune migliaia di persone. Questo si impone proprio mentre ci si gloria di scivoli sui marciapiedi, atti – si dice – ad eliminare barriere architettoniche!
Tale tormentosa fatica si può fare solo se si è in buona salute, non si hanno handicap, e si è pensionati; se si lavora e la mattina si esce presto, il mastello rimane sulla pubblica via per l’intera giornata. C’è rischio che rotoli sulla carreggiata e procuri seri incidenti di traffico. A carico di chi? Se poi salta un turno, anche per giorni festivi, l’umido rimane in casa o sul balcone per sei giorni; il resto per due settimane! Ora che fa caldo, i mastelli unifamiliari, sul balcone o in casa, hanno creato l’ambiente adatto per nugoli di moscerini, mosche, vespe e tante formiche. Tutte cose risapute; ma tutto, in una città sorda e addormentata, come se non si sapesse.
A Bologna si sono resi conto di tanto sbagliato e disumano sistema.Per questo, nei giorni scorsi,hanno fatto marcia indietro, come dai documenti che allego. Che è quanto dire! Il sistema materano, per contratto, per quel che se ne sa, dovrebbe durare fino al 2028. Quel che si vuol dire è che, se a Bologna hanno cambiato, anche a Matera si può cambiare. Bisogna, però, che, come a Bologna i cittadini facciano sentire la propria voce.. Bisogna– vogliamo dire – che, intorno al problema, si crei un vero e proprio movimento di denunzia collettiva, che arrivi agli istituti sanitari, al Prefetto, all’ASM, ai sindacati dei pensionati, alle associazioni per disabili, e, naturalmente, al Comune.Non ci si limiti a bofonchiare.
Ecco quanto, documenti alla mano, si legge in una nota inviataci da Bologna: “Il Comune di Bologna – si scrive dal Palazzo Municipale -lancia un piano straordinario di cura e pulizia del centro storico[…]Il cambiamento principale è un ritorno al passato, con la cessazione a partire dal 12 luglio della raccolta porta a porta di carta e plastica in favore dei cassonetti. Si tratta di un cambiamento – sancisce l’assessore alla Manutenzione e alla Pulizia della città, Simone Borsari, in riferimento alle lamentele di alcuni sul decoro e la bellezza dei portici compromessa dal porta a porta”.
Va precisato che il disagio dei bolognesi è ridotto almeno del sessanta per cento rispetto ai materani, perché, intelligentemente, a Bologna hanno capito che l’organico non si può tenere in casa per più di un giorno. E’ diversità di livello intellettuale e culturale? L’igiene da noi è un problema marginale? O i materani, come dice il nostro stemma, sono veramente boves lassi, capaci di far sentire la propria voce solo quando in gioco sono i fuochi pirotecnici della Bruna? Bologna dice che si può cambiare e si deve cambiare, anche riducendo, per l’immediato, il disagio, collocando solo cassonetti comunali per l’organico.Non ci vuole molto. Basta ritirare un certo numero di cassonetti condominiali per organico e sistemarli nelle isole ecologiche pubbliche di una volta, a cominciare dalle zone più critiche.
Dica qualcosa l’Assessore Materdomini, neo promosso, che, da amministratore di condomini, era non meno degli altri critico sul sistema.Ha cambiato parere? Da noi, invero, non c’è l’abitudine di rispondere a chi solleva un problema e magari, correttamente, fa delle proposte. Non si è ancora imparato a dialogare con i cittadini. Forse che non siamo la città più antica e vecchia del mondo? Non lo chiediamo al Sindaco, troppo impegnato in manifestazioni esterne, e quindi lontano dal problema. Vorrà smentirmi, Assessore?
Buongiorno!
Ritornare alle isole ecologiche per l’organico, sarebbe una soluzione che andrebbe contro le necessità di anziani, disabili, malati, costretti a dover uscire dalla propria abitazione per depositare il sacchetto.
Migliorare la raccolta differenziata si deve.
L’ organico necessita il ritiro quotidiano; l’indifferenziato almeno 2/3 volte a settimana (prendi che ti faccia visita un neonato a cui viene cambiato il pannetto); i mastelli per la plastica sono spesso di dimensioni insufficienti.
Ingiusto far pesare sui condominii che non hanno spazio privato (spesso palazzi abitati da anziani), il costo, esoso, del deposito diurno dei mastelli. Andrebbero rivisti anche gli orari e date soluzioni alternative, per chi deve partire e non può lasciare in casa a imputridire la spazzatura. Isole ecologiche di quartiere andrebbero istituite per lo smaltimento di piccoli elettrodomestici e affini.
Questo, il mio modesto apporto di proposte. Grazie