Riceviamo e pubblichiamo il documento della “Rete” inviato al Sindaco e ai capigruppo consiliari sulla questione IMU.
Regolamento IMU e riclassamento catastale: possibili vantaggi per le famiglie non abbienti e per le finanze comunali.
Con decreto ministeriale del 2 agosto scorso è stato spostata al 31 ottobre la scadenza dei termini per i comuni per approvare il bilancio di previsione 2012, con conseguente rinvio anche a quella data delle adempienze sulla fissazione definitiva delle aliquote IMU e sull’adozione del relativo regolamento da applicare già per il corrente anno.
In base al decreto ministeriale, anche in presenza di bilanci di previsione già precedentemente approvati, le aliquote IMU contestualmente approvate con l’apposito regolamento potranno comunque incidere nella rideterminazione delle entrate con la manovra di riassetto di finanza locale fissato per i consigli comunali.
Le associazioni costituitesi in “Rete per la solidarietà, l’inclusione sociale e la tutela dei beni comu-ni” (Diritti di Cittadinanza, Sunia, Federconsumatori, Assocasa, Apu, Appc e Sfida) ritengono che sussistano pertanto ancora sufficienti margini temporali perché l’Amministrazione Comunale e le forze politiche rappresentate in Consiglio Comunale possano varare, anche in vista del versamento a conguaglio dell’ultima rata IMU di dicembre prossimo, un regolamento IMU che sappia distribuire equamente l’onere del prelievo, tenendo conto delle condizioni socio-economiche delle famiglie non abbienti.
Nei mesi scorsi le associazioni della Rete avevano espresso più volte all’Amministrazione Comuna-le i propri orientamenti al riguardo, ribaditi peraltro nei giorni scorsi, proponendo in particolare di prevedere: 1) una riduzione della stessa aliquota minima dell’0,4% per l’abitazione principale e l’assimilazione ad essa, ai fini della relativa agevolazione, delle abitazioni concesse dall’Ater, come hanno fatto altre città; 2) una agevolazione per le locazioni a canone concordato; 3) l’aliquota mas-sima per il canone libero, case sfitte e aree edificabili diverse da quelle destinate all’edilizia sociale e all’attività produttiva.
Le associazioni richiamano l’attenzione dell’Amministrazione Comunale e delle forze politiche pre-senti in Consiglio Comunale affinché, come chiarito dalla circolare 3/DF del 18 maggio 2012 del Ministero Economia e Finanze, prevedano esplicitamente nel regolamento IMU l’assimilazione all’abitazione principale degli alloggi Ater ai sensi del comma 9 dell’art. 13 del DL 201/2011, altrimenti scatterebbe l’assoggettamento all’aliquota ordinaria dello 0,76%, ciò che comporterebbe una pesante riduzione delle spese di manutenzione ordinaria, peraltro già ora insufficienti, degli edifici Ater.
Le associazioni della Rete non ignorano certamente le esigenze di bilancio; ritengono nondimeno che un’oculata ed equa distribuzione degli oneri impositivi, a partire dal regolamento IMU, non so-lo non contrasta con la corretta gestione di equilibrio finanziario del Comune, ma consente di disporre di risorse per consistenti riduzioni del prelievo, soprattutto in favore delle fasce deboli della società, e di potenziare e riqualificare i servizi di pubblica utilità.
Sempre a proposito di una più equa distribuzione del prelievo le associazioni lamentano che l’Amministrazione Comunale, dopo aver finalmente avviato nello scorso febbraio con l’Agenzia del Territorio la procedura per il riclassamento catastale delle abitazioni, a partire da quelle del Centro Storico, con conseguente rideterminazione degli estimi, in base all’art.1 commi 336-7 alla Legge Finanziaria 311/2004, al fine di adeguare il prelievo alle intervenute modifiche di valore di mercato delle abitazioni, non è riuscita a condurre in porto l’operazione che peraltro comporterebbe maggio-ri entrate per il Comune.
E’ il caso di Roma, dove sin dal 2006 l’Amministrazione Comunale presieduta dal Sindaco Veltroni fece ap-provare dal Consiglio Comunale con delibera n. 87 del 3 aprile di quell’anno ai fini della rideterminazione dell’ICI il classamento catastale degli immobili siti nel Comune con conseguente variazione delle rendite.
Non è dato conoscere il motivo della situazione di stallo venutasi a determinare nel Comune di Ma-tera e quali eventuali iniziative siano state messe in atto per portare a termine una operazione, che altrove ha dato ottimi risultati.
Le associazioni della Rete auspicano che le forze politiche presenti in Consiglio Comunale raccolgano il presente appello e affrontino con tempestività le questioni sopra evidenziate, secondo le attese dalla comunità materana, sempre più esasperata da oneri impositivi non equamente distribuiti e comunque non più sostenibili.