I gestori delle aree di servizio autostradali attueranno le prime 48 ore di sciopero generale dalle ore 22.00 di martedì 3 fino alla stessa ora di giovedì 5 marzo. Lo ha deciso l’Assemblea promossa da Faib Confesercenti, Fegica Cisl ed Anisa Confcommercio per protestare contro gli atti di indirizzo per la ristrutturazione della rete. I gestori, che hanno anche deciso di fare ricorso al Tar del Lazio, protestano perché “i Ministeri dei Trasporti e dello Sviluppo economico continuano ostinatamente e senza alcun riguardo dello stato di assoluto degrado e sofferenza del settore, dei consumatori, del bene pubblico soggetto a concessione, dell’interesse collettivo e persino delle leggi vigenti, a difendere unicamente l’ormai indifendibile interesse privato e le ingenti rendite di posizione appannaggio degli ‘amici’ concessionari e degli ‘amici degli amici'”.A giudizio dei gestori, infatti, i due dicasteri “invece di farsi promotori di una decisa iniziativa tesa a razionalizzare la rete distributiva e migliorarne gli standard di servizio offerto all’utenza, consentono ai concessionari di eliminare anche la semplice assistenza attraverso la completa automazione”. Allo stesso modo, “nessun intervento correttivo viene previsto e adottato per eliminare quella vera e propria soprattassa che i concessionari impongono sui servizi prestati in autostrada e che, ad esempio, pesa sui prezzi dei carburanti per 18 cent ogni litro venduto all’automobilista, aumentata del 1400% nel giro di sei anni. Se i concessionari fossero ricondotti nell’alveo delle regole e della semplice ragionevolezza, esaurendo le loro pretese con i pedaggi che invariabilmente aumentano al 1° gennaio di ogni anno, e quindi fosse azzerato il peso delle royalty sui carburanti e razionalizzata la rete – così come chiedono i Gestori – il prezzo di benzina e gasolio venduti in autostrada potrebbe scenderebbe immediatamente tra i 16 ed i 20 centesimi di euro. In Basilicata nonostante la card carburanti faccia risentire i propri effetti il consumo di carburante, dopo l’impennata che fa seguito alla nuova “ricarica”, è tornato stazionario mentre i prezzi alla pompa sono sempre tra i più alti d’Italia e non certo a vantaggio dei gestori delle stazioni.
Non sono certo i gestori – sottolinea Fausto De Mare Confcommercio Potenza – ad avere responsabilità in questa situazione, gestori che hanno un margine fisso che non dipende mai dal prezzo finale, che sono costretti a lavorare a prezzi non competitivi imposti dalle compagnie petrolifere e che sono colpiti dal caro carburante, come gli automobilisti, che incide sulla loro esposizione finanziaria ed sull’indebitamento per l’acquisto del prodotto al punto da mettere in crisi definitivamente le loro imprese. Una situazione ancora più insostenibile – conclude De Mare – da noi dove si estrae il greggio e si continua a discutere di Zona a fiscalità di vantaggio già da tempo senza alcuna conclusione”.