I Gestori degli impianti di distribuzione carburanti aderenti a Figisc/Anisa-Confcommercio, Faib-Confesecenti, Fegica-Cisl oggi non accetteranno alcuna carta di credito né bancomat per manifestare lo stato di disagio della Categoria che è avviata, se non interverranno fatti nuovi, ad una vera e propria disobbedienza civile, rifiutando la moneta elettronica in pagamento. E’ quanto si afferma in una nota diffusa dalle sigle aderenti a Confcommercio Imprese per l’Italia e Confesercenti ribadendo che nella terra che produce petrolio i costi alla pompa sono troppo alti e i margini di guadagno dei gestori troppo bassi.
“I costo delle commissioni imposte dal sistema bancario- è scritto ancora nella nota – è talmente alto da assorbire l’intero margine di gestione e da costringere di fatto gli operatori a scaricarne gli oneri direttamente sul prezzo al pubblico dei carburanti. Questo il risultato dei provvedimenti emanati dal Governo che hanno finito per penalizzare, ancora una volta, piccole imprese, lavoratori e consumatori ad esclusivo vantaggio delle Banche e dei consorzi interbancari che gestiscono sostanzialmente in regime di oligopolio l’emissione e l’utilizzo delle carte di credito e del pagobancomat.
Insomma, mentre il Governo impone ad esercenti e consumatori l’utilizzo delle carte, dall’altro lascia assolutamente libero il sistema bancario di fissare condizioni e costi a proprio piacimento e in ragione delle sue esigenze.
E’ sufficiente dire che il costo imposto ai Gestori italiani è complessivamente superiore all’1,5%, a fronte di un margine lordo inferiore al 2% del prezzo finale che, come noto, per il resto viene intascato dallo Stato, in forma di accise ed IVA, e dalle compagnie petrolifere.
Tutto ciò nonostante persino l’”Europa delle Banche” stia per adottare una normativa che contiene il costo massimo del servizio fra lo 0,2 e lo 0,3%.
Maurizio MICHELI, Presidente di FIGISC CONFCOMMERCIO per i prossimi giorni dichiara che vi sono tutte le condizioni per una DIMINUZIONE dei prezzi nei prossimi giorni: «In una settimana la quotazione interna-zionale dei prodotti lavorati è SCESA di -2,1 cent/litro per la benzina e di -1,3 cent/litro per il gasolio. Nella settimana, i prodotti sono stati ceduti dalle Compagnie petrolifere ai propri gestori della rete di marchio, vincolati all’esclusiva di acquisto, a prezzi di cessione mediamente più sostenuti di 17,6/18,3 cent/litro rispet-to a quelli riservati agli operatori indipendenti [le “pompe bianche” e la grande distribuzione].
Al monitoraggio – effettuato in collaborazione con Assopetroli-Assoe-nergia – dei prezzi pubblicati dalla Commissione Europea risulta che il 3 novembre lo “stacco Italia delle imposte sui carburanti” [ovvero quante imposte si pagano di più in Italia rispetto alla media dei 28 Paesi U. E.] è di +24,6 cent /litro per la benzina e +23,8 per il gasolio.»
«I prezzi sulla rete autostradale ASPI sono diminuiti per la benzina di 0,011 euro/ litro e di 0,006 euro/litro per il gasolio rispetto all’ultima precedente rilevazione del 31 ottobre» aggiunge Stefano CANTARELLI, Presidente ANISA Confcommercio, l’associazione che raggruppa i gestori della rete distributiva auto-stradale «mentre il prezzo del gasolio in autostrada – prodotto che costituisce oltre l’80 % delle vendite in questo comparto – nella modalità self risulta per questa settimana in linea rispetto al prezzo dello stesso prodotto nella stessa modalità in rete ordinaria».
Ma proprio oggi – avvertono le sigle Confcommercio – gli entusiasmi per il calo prezzi carburanti sono raffreddati dalle notizie di stampa su un possibile rincaro al 2015 di 8 cent al litro se il Governo non riuscirà a far quadrare i conti della Legge di Stabilità. Di qui l’impegno a vigilare.