Michele D’Elia, primo sovrintendente e cittadino onorario della città dei Sassi, sarà tumulato a Matera. La città è già al lavoro per ricordarlo con un monumento e con una mostra di pittura di Pietro Antonio Ferro, pittore del ‘600, per avviare un progetto promosso dallo stesso D’Elia in sintonia con Mazzarone.
Nel pomeriggio di martedì 16 ottobre, alle ore 16, sarà allestita la camera ardente nella chiesa del Carmine, attigua all’ingresso di Palazzo Lanfranchi. La benedizione della salma sarà affidata a monsignor Ligorio alle ore 10,30.
Nella saletta delle Arcate di Palazzo Lanfranchi si è svolta nel pomeriggio una conferenza stampa alla quale hanno partecipato la Sovrintendente Marta Ragozzino, la segretaria particolare del compianto D’Elia, Teresa Garaguso e la restauratrice Silvia Padula, operatrice culturale che si è occupata della documentazione anagrafica dei beni culturali materani post terremoto dell’80.
Marta Ragozzino traccia il ricordo umano e professionale di Michele D’Elia: “A Matera D’Elia ha ottenuto il suo primo incarico di sovrintendente. E’ giunto a Matera dopo aver svolto l’incarico di sindaco nel suo paese, Grumo Appula. Nella nostra città ha svolto una carriera bellissima. Dal 1967 per un decennio si è impegnato per fronteggiare l’emergenza del terremoto. Ha lavorato per raccogliere le opere e portarle a Matera per custodirle, conservarle e tutelarle. Ha trasmesso la passione e la partecipazione per l’arte a tutti coloro che entravano in contatto con lui. Sono onorata di averlo avuto come maestro ideale. La sua morte ci ha lasciati attoniti, è come se avessimo perso uno di famiglia. Ha avuto con tutti un rapporto bellissimo e personale, individuale evitando di mettere in difficoltà l’uno contro l’altro. D’Elia era dotato di grande umanità e di una straordinaria modestia. Ha avviato la Pinacoteca D’Errico a Matera riuscendo ad ottenere tutte le aule del Palazzo Lanfranchi e questo è stato molto determinante per la sua carriera”.
La Ragozzino sottolinea che D’Elia ha voluto che a Matera fossero presenti i restauratori e tra queste c’è anche la materana Rita Padula, tra le restauratrici più esperte. La volontà della sepoltura a Matera è una scelta di grande amore per la città, da cui ha ricevuto moltissimo ma alla quale ha dato anche tanto. E dopo l’esperienza del terremoto dell’80 ha lavorato con grande amore per il territorio. E’ stata una persona passionale”. Un ricordo personale? ” Mi ha dato consigli affettuosi al mio arrivo a Matera nell’estate del 2010 e l’ultima volta che l’ho incontrato è stato a Melfi in una inaugurazione. Ricordo che per il trentennale del terremoto in Basilicata è stato a Matera, era molto commosso e in un’altra occasione per la mostra di scultura. Per lui era importante l’azione rispetto alle parole, aveva una cultura straordinaria ed ha lasciato sul campo tanti documenti che testimoniano il suo lavoro prezioso”
Questo il ricordo di Silvia Padula: “Era una persona che chiedeva sempre la mediazione, era umile e sempre molto vicino a tutti. Aveva familiarità e anche il forte senso del risparmio. Era un uomo “pragmatico tra le nuvole” con totale comprensione al territorio. La legge 285 su formazione e l lavoro la sposò felicemente perché ampliò l’organico della Sovrintendenza. Fu lui ad organizzare il primo censimento di tutto il territorio inventariando i beni culturali che vi erano in ogni comune. Elenco che è stato utile in occasione del Terremoto dell’80″.
La segretaria particolare Teresa Garaguso: “E’ stato un uomo d’altri tempi, un antesignano e persona a disposizione di tutti”.
Carlo Abbatino
Il cordoglio del Circolo La Scaletta per la scomparsa di Michele D’Elia.
“E´ con profondo cordoglio che abbiamo appreso della scomparsa di Michele D´Elia, amico fraterno dei soci del Circolo La Scaletta e pilastro d´amore della città di Matera”.
I soci del Circolo La Scaletta piangono lo storico dell´arte scomparso domenica 14 ottobre a Bari.
“Il suo amore per la città di Matera – prosegue il presidente del Circolo La Scaletta Ivan Focaccia, facendosi portavoce dei soci tutti – è stato tale da dedicarle il suo impegno e la sua professionalità sia come Soprintendente ai Beni Artistici e Storici della Basilicata, dal 1977 al 1988, sia in seguito come Direttore Scientifico del Centro per la Valorizzazione e Gestione delle Risorse Storico-ambientali della Basilicata e successivamente della Fondazione Zétema di Matera. Quel che ci rattrista maggiormente è che il procrastinarsi dei lavori per la Scuola di restauro di Matera non gli ha permesso di vedere realizzato questo suo ultimo grande impegno per dotare la città di un importante centro di valorizzazione del patrimonio artistico – storico e culturale. Ci auguriamo, noi tutti soci de La Scaletta, che questo progetto sia finalmente realizzato in nome e per rispetto di Michele D´Elia”.
I soci tutti de La Scaletta si stringono ai famigliari di Michele D´Elia in questo momento di grande dolore.
Le esequie si svolgeranno martedì 16 ottobre alle 15.30 nella Basilica di San Nicola a Bari. Dopo la cerimonia funebre, il feretro sarà portato a Matera e sosterà nella chiesa del Carmine per un ultimo saluto della comunità materana.
Mercoledì 17 ottobre, alle ore 10, si terrà la cerimonia ufficiale di saluto della città.
Il sindaco di Matera Salvatore Adduce: L’eredità di D’Elia è nel ricordo di una persona straordinaria
“L’amore per la nostra città lo ha accompagnato fino all’ultimo istante della sua vita tanto da desiderare fortemente che la sua sepoltura avvenisse a Matera”. Lo afferma il sindaco, Salvatore Adduce, che ha appreso questa mattina della scomparsa di Michele D’Elia, cittadino onorario della città di Matera dal 18 febbraio 2008. “Ma D’Elia – aggiunge Adduce – è stato molto di più, è stato un figlio di questa terra in cui da tempo ha messo radici con il suo straordinario amore per la difesa e la valorizzazione dei Beni culturali sia come direttore dell’Istituto centrale di restauro, sia come soprintendente ai Beni storici e artistici della Basilicata, sia come direttore della Fondazione Zètema”.
Il sindaco, in particolare, ricorda il suo prezioso apporto, nelle sue funzioni di Soprintendente, alla ricostruzione del ricco mosaico di beni culturali messo a rischio dal tragico terremoto del 1980. “Fu forse in quella tragedia e in quelle ferite che Michele D’Elia seppe riconoscere il valore e la forza della nostra comunità e del patrimonio culturale che riusciva ad esprimere”.
Adduce ricorda poi alcune sue significative parole: “La Basilicata è forse la regione più autentica meno contaminata, nonostante i terremoti che ci sono stati. Sono convinto – spiegava D’Elia – che un rapporto così stretto tra città e campagna è unico. E un miracolo della natura che non è solo nei Sassi di Matera. La bellezza della Basilicata è nella sua autenticità”. Una autenticità che “D’Elia ha portato sempre con sé non solo attraverso la sua straordinaria competenza, ma anche nella sua dimensione umana”.
“E’ necessario, però, che la Basilicata apra le proprie frontiere, produca cultura e non solo accetti cultura altrui”, diceva D’Elia.
“Un insegnamento, una direzione di cui tutti dobbiamo tenere in debito conto. E non è un caso – ricorda il sindaco – che D’Elia guardava con grande attenzione al percorso di candidatura di Matera a Capitale europea della Cultura nel 2019 mettendosi sempre a disposizione con i suoi consigli”.
“D’Elia ci lascia una eredità straordinaria, fatta di parole, consigli, insegnamenti, ma anche di cose concrete. Come non ricordare la prossima nascita a Matera di una sede distaccata dell’Istituto centrale di restauro. Una battaglia che stiamo vincendo grazie anche e soprattutto al suo impegno e alle sue competenze. Ma l’eredità ancora più importante che D’Elia lascia alle istituzioni, ai suoi amici, all’intera città è il ricordo di una persona straordinaria, di un uomo che ha saputo vivere con intensità, passione, onestà e umiltà il suo amore per la gente, l’arte e la cultura, per il sapere, per la nostra città. Per tutte queste ragioni saremo ai funerali che si terranno domani, a Bari, nella Chiesa di San Nicola, alle ore 15.30. Subito dopo il rito funebre, insieme agli amici della Scaletta e della Soprintendenza ai beni artistici e storici, accompagneremo la salma a Matera, in quella che fu la sua prima sede di lavoro, Palazzo Lanfranchi. Nella chiesa della Madonna del Carmine verrà allestita una camera ardente che resterà aperta fino alle 22. Mercoledì mattina, alle ore 10, sempre nella Chiesa della Madonna del Carmine l’ultimo saluto a Michele D’Elia prima di accompagnarlo al cimitero di Matera”.
Il sindaco ha deciso per la giornata di lunedì 15 e martedì 16 ottobre di tenere le bandiere a mezz’asta in segno di lutto cittadino.
La Fondazione Zétema di Matera ricorda con affetto Michele D´Elia, con il quale ha condiviso una lunga e positiva militanza cultuale.
La sua presenza nella nostra città è stata occasione di collaborazioni feconde sia quale autorevole Soprintendente per i Beni Artistici e Storici della Basilicata, sia quale prestigioso Direttore dell´Istituto Centrale del Restauro.
L´impegnato e appassionato lavoro compiuto da Michele D´Elia nel lungo e faticoso percorso di salvaguardia del patrimonio culturale, drammaticamente colpito dal terremoto del 1980, si è sostanziato nella costruzione in Matera del moderno ed efficiente laboratorio di restauro quale luogo qualificato dalle innovazioni scientifiche legate alle tecniche della conservazione.
Così come la scelta della sede della Soprintendenza in Palazzo Lanfranchi ha favorito gli essenziali interventi di manutenzione straordinaria del prestigioso edificio e, successivamente, la sua funzionale destinazione a Museo Nazionale d´Arte Medievale e Moderna.
Egli è stato propositore e catalizzatore di numerose iniziative culturali che, a cavallo degli anni 70 e 80, hanno segnato le proposte progettuali che la comunità materana andava elaborando per dare alla città dei Sassi e alla Regione Basilicata un ruolo culturale ancora inespresso.
Questa sua militanza civile e culturale è stata trasferita nella disinteressata responsabilità di direttore scientifico della Fondazione Zétema di Matera, testimoniata dalla autorevole collana editoriale da lui diretta e dalla significativa presenza nella costruzione del prestigioso progetto di ubicare nel territorio lucano, con sede a Matera, la sede distaccata della Scuola di Alta Formazione dell´Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro.
La sua scomparsa rappresenta una irrimediabile perdita di valore per la intera comunità materana e lucana, ma la sua testimonianza di vita, distinta per qualità scientifica e per disarmante umiltà, ha segnato quanti hanno avuto il privilegio e l´onore di condividere i suoi progetti e le sue realizzazioni, prima fra tutte l´opera di salvaguardia de “La Cripta del Peccato Originale”.
Raffaello de Ruggieri, Presidente Zétema Matera
Assessore Vincenzo Viti su scomparsa Michele D’Elia:“Un prezioso testimone e protagonista della vita culturale e istituzionale italiana”.
“Vivo con dolore la scomparsa di Michele D’Elia come una perdita gravissima per l’Italia, per il Mezzogiorno e per la Basilicata. Il suo impegno fino ai livelli massimi di responsabilità alla guida dell’Istituto Centrale del Restauro si iscrive in una delle pagine più alte della missione rivolta al recupero delle straordinarie risorse di cui dispone la nostra Regione.
Ricordo di avergli consegnato, all’epoca dell’Amministrazione Buccico, il riconoscimento più alto della città di Matera, a testimonianza di un lavoro indomito di scavo e di valorizzazione dei tesori di cui dispone il nostro territorio.
A lui va il pensiero più grato e commosso”.
Lo dichiara l’assessore regionale alla Cultura Vincenzo Viti.
Biografia di Michele D’Elia
Michele D’Elia, nato il 21 aprile 1928 a Grumo Appula (BA), nel 1953 si laurea in Lettere con una tesi in Storia dell’Arte; fino al 1960 collabora con l’Istituto di Storia dell’Arte della Facoltà di Lettere dell’Università di Bari in qualità di assistente, prima volontario, poi incaricato e straordinario, e, dal 1960, ordinario presso la cattedra di Storia dell’Arte.
Nel triennio 1960/1963, in qualità di conservatore della Pinacoteca Provinciale di Bari, conduce una campagna sistematica di ricognizione del patrimonio di opere d’arte mobili del territorio pugliese, preliminare alla organizzazione di una grande mostra da allestire negli ambienti della Nuova Pinacoteca: la Mostra dell’Arte in Puglia dal Tardo Antico al Rococò, inaugurata nel luglio 1964 e aperta al pubblico per un intero anno.
Nel 1966 vince il concorso per Ispettore Storico dell’Arte e viene destinato alla Soprintendenza ai Monumenti e Gallerie della Puglia e alle Gallerie della Basilicata.
In questo ruolo, d’intesa prima con il Sindaco Michele De Ruggieri e poi il Commissario Prefettizio, dott. Pietro Boccuccia, allestisce in Matera (Palazzo Lanfranchi) la prima esposizione permanente delle opere ricadenti nella quadreria D’Errico.
Nel decennio successivo organizza presso la Soprintendenza di Bari un Laboratorio-scuola di Restauro e di Conservazione di Opere d’Arte mobili, e imposta un rapporto nuovo di stretta e fattiva collaborazione, con le istituzioni museali degli Enti locali, a Bari, Brindisi, Lecce e Foggia.
Dal 1972 al 1978 regge l’incarico di Storia e Tecnica del Restauro presso la Università di Lecce.
Nel 1977 viene trasferito a Matera in qualità di Soprintendente reggente e l’anno successivo è nominato Soprintendente ai Beni Artistici e Storici della Basilicata da pochi anni resasi autonoma dalla Puglia. In questo contesto opera, di concerto con il Comune di Matera, il trasferimento della sede della Soprintendente presso Palazzo Lanfranchi, iniziandone il relativo restauro e la moderna rifunzionalizzazione.
Dal novembre 1980 al 1987 concentra tutta la sua attività nel recupero e nel successivo restauro del patrimonio storico-artistico regionale danneggiato dal sisma del 23 novembre 1980, attuando un coordinamento capillare degli interventi con la Soprintendenza ai Beni Architettonici, il Provveditorato alle OO.PP., gli Enti territoriali civili ed ecclesiastici ed i privati proprietari di singoli beni.
Nel 1982 viene eletto membro del Consiglio Nazionale dei Beni Culturali e del Comitato di Settore per i Beni Artistici e Storici.
Nel 1985/1986 è l’ideatore e il promotore del progetto FIO “Matera-Cultura: le infrastrutture” e, in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Architettonici e Ambientali e con il Comune di Matera, cura il coordinamento dei lavori di progettazione. Utilizzando le ingenti risorse ottenute programma e progetta la realizzazione dell’opificio di restauro nel PAIP, il Museo dell’Habitat Rupestre nell’antico Palazzo Gattini, nel Sasso Barisano e la riqualificazione di via Ridola.
Nel 1987 viene nominato direttore dell’Istituto Centrale del restauro di Roma. Di particolare importanza l’impegno profuso per realizzare la carta del rischio intesa come strumento per la programmazione degli interventi conservativi, della quale coordina le fasi progettuali.
Dal 1990 fa parte del Comitato per la Salvaguardia della Torre di Pisa.
Dal 1992 è Direttore Scientifico del Centro per la Valorizzazione e Gestione delle Risorse Storico-ambientali della Basilicata e successivamente della Fondazione Zétema di Matera, promuovendo una serie di ricerche sul recupero dei Sassi di Matera e sul patrimonio artistico e architettonico della Basilicata.
Grazie alla sua autorevolezza scientifica, alla sua conoscenza del territorio lucano e al suo impegno per la città di Matera sono stati realizzati ricerche e progetti di altissimo valore culturale pubblicati nella collana ‘Zétema’ delle edizioni ‘La Bautta’ di Matera, e più propriamente ‘Il Codice di Pratica per la sicurezza e la conservazione dei Sassi di Matera’ di Antonino Giuffré, ‘Tardogotico e Rinascimento in Basilicata’ a cura di Francesco Abbate, ‘Andrea Mantegna e la donazione de’ Mabilia alla cattedrale di Irsina’ di Clara Gelao.
L’impegno più intenso in questi ultimi anni è quello assunto per l’esemplare restauro della Cripta del Peccato Originale, di cui è stato il responsabile scientifico e che ha comportato non solo la salvaguardia di una delle più importanti testimonianze alto-medievali d’Europa ma anche la costruzione di un protocollo operativo quale essenziale metodologia di ricerca, di studio, di analisi e di lavoro per la conservazione dell’intero patrimonio rupestre mediterraneo.
Con delibera n. 19 del 18 febbraio 2008, il consiglio comunale di Matera gli ha concesso la Cittadinanza Onoraria riconoscendo i valori e i meriti della sua azione culturale in favore della Città.