Le opinioni del mondo femminile espresse dalla presidente Crpo, Consigliera regionale di Parità, coordinamento regionale donne Cgil, Cisl e Uil, Telefono Donna, Comitato di democrazia, partecipazione e genere, Movimento per la Vita e Cav di Potenza.
Proseguono i lavori di approfondimento della quarta Commissione consiliare (Politica Sociale), presieduta da Luigi Bradascio (Pp), sulla proposta di legge (primo firmatario il consigliere Pace del Gruppo misto) che detta misure di sostegno sociale alla maternità e alla natalità con l’audizione delle rappresentanti del mondo femminile.
“In questa occasione, ancor più che in altre, ci siamo sentite offese”. Così ha esordito la presidente della Commissione regionale per le Pari Opportunità, Antonietta Botta che prima ancora di entrare nel merito della proposta di legge in esame ha esplicitato il suo rammarico per il mancato coinvolgimento della Crpo su un progetto normativo di particolare interesse per la comunità lucana. Pur consapevole che non c’è alcun obbligo per il legislatore di ascoltare l’organismo consiliare che rappresenta, la Botta ha richiesto un maggior coinvolgimento degli organismi di genere. Per quanto riguarda la proposta in esame la presidente della Crpo ha messo in evidenza una serie di criticità, a partire dall’entità del contributo messo a disposizione che coprirebbe solo una piccola parte di ciò di cui le donne hanno bisogno. “Occorre – ha detto – mettere insieme le risorse per le grandi questioni, dagli asili nido, alle politiche per gli anziani, alla rimozione degli ostacoli affinché le donne siano più presenti nelle istituzioni e nella politica”. La Consigliera regionale di parità, Anna Fanelli, da parte sua pur ritenendo apprezzabile l’attenzione rivolta dalla Commissione consiliare alle politiche per la maternità non condivide la finalità della pdl (offrire un incentivo economico alle donne che rinunciano ad abortire). “Occorre inquadrare il tema – ha detto – in un quadro più vasto ed ampio, così da garantire contemporaneamente la maternità e il lavoro. Sono necessarie misure anticrisi per operare e attuare quelle relazioni di genere di cui le politiche devono tenere conto, favorendo una nuova mappa del welfare nel rispetto della vita quotidiana che riguarda sia le politiche sociali per la maternità e la famiglia, oltre che dell’economia (orari flessibili di lavoro, telelavoro, congedi parentali, asili nido in famiglia, asili nido aziendali, misure per favorire il problema della cura delle persone anziane e non autosufficienti)”.
Il giudizio negativo sulla proposta di legge e la richiesta di ritiro della stessa “perché inemendabile” giunge dalle rappresentanti del coordinamento regionale donne Cgil, Cisl e Uil, Anna Russelli, Giuseppina Dalessandro e Anna Carritiello, dalla presidente dell’associazione “Telefono Donna”, Cinzia Marroccoli e dalla presidente del “Comitato di democrazia, partecipazione e genere”, Cristiana Coviello.
“Si fa passare una cultura che non ci fa onore, con un approccio ideologico che respingiamo”. Lo hanno detto le rappresentanti del coordinamento regionale donne Cgil, Cisl e Uil le quali nel ribadire che “non può esserci nessuna compensazione economica rispetto alla volontà e alla libertà di ognuno di decidere della propria vita e del proprio futuro” si sono dette pronte a un confronto costruttivo “per una politica del welfare a sostegno della famiglia e dell’infanzia”. Tra le richieste oltre alle “agevolazioni fiscali e contributive per incentivare l’occupazione femminile, voucher di sostegno alla genitorialità, congedi a ore e congedi parentali, servizi di cura per anziani e disabili, asili nido”, anche strumenti e modalità per una “reale partecipazione delle donne alla vita del Paese e politiche attive del mercato del lavoro al fine di superare le condizioni che determinano disuguaglianze a livello retributivo e nei percorsi di carriera”.
“Una proposta ambigua e basata su presupposti sbagliati e di parte”. E’ il pensiero di Cinzia Marroccoli, presidente dell’associazione “Telefono Donna”. “Sbagliati – ha sottolineato – perché in Basilicata gli aborti sono aumentati di pochissimo e sono comunque nella norma del tasso di abortività delle donne italiane che si attesta intorno al 6,9%; di parte perché non ha tenuto conto della voce delle associazioni femminili”. “Il concetto di aiuto alle madri in difficoltà – ha proseguito Marroccoli – è positivo ma non può e non deve essere legato alla scelta di interrompere o meno una gravidanza. Per favorire la natalità occorrono efficaci politiche del lavoro”. La Marroccoli ha poi posto l’attenzione sugli aiuti da destinare alle “donne e madri che hanno sporto denuncia nei confronti dei compagni violenti”.
“Un progetto legislativo frutto di uno sguardo tutto al maschile”. E’ la premessa fatta dalla presidente del “Comitato democrazia, partecipazione e genere”, Cristiana Coviello che rivolgendosi ai commissari si è detta offesa per le motivazioni addotte nella relazione alla pdl che lasciano intendere che una donna interrompa la gravidanza per motivi economici. “E’ una proposta iniqua e intrisa di un valore ideologico – ha rimarcato la Coviello. Il Comitato che rappresento non si farà ingabbiare nella battaglia abortisti-non abortisti. La legge 194 – ha spiegato – è una legge che prevede l’autodeterminazione e la donna deve essere libera di scegliere”. “Lodevole l’idea di istituire un Fondo ma il contributo previsto va slegato dalla decisione di rinunciare all’aborto. Il sostegno – ha concluso – deve essere rivolto alle madri in difficoltà”.
Di parere contrario i rappresentanti del “Movimento per la vita”, Marcello Ricciuti e del “Centro di Aiuto alla Vita”, Gabriella Biscione che hanno messo in evidenza la mission delle associazioni. Fermo restando l’obiettivo primario di salvare delle vite umane – hanno spiegato – il volontariato per la vita è concretamente impegnato ad offrire solidarietà a tutte le donne in difficoltà. “Lo stile che ci contraddistingue è di rispetto – ha sottolineato Biscione – e ci affianchiamo alle donne che ce lo concedono nella giusta modalità”. Ricciuti ha poi ribadito che “la legge 194 non sancisce un diritto all’aborto in quanto tale ma stabilisce che le donne andrebbero aiutate nel rimuovere gli ostacoli che le porterebbero alla interruzione della gravidanza”.
Al dibattito hanno partecipato oltre al presidente Bradascio, che a margine della riunione ha comunicato il ritiro della firma alla pdl da parte del consigliere Leggieri del M5s, i consiglieri Pace (Gruppo misto), Spada (Pd), Galante (Ri), Romaniello (Sel), Napoli (Pdl-Fi) e Pietrantuono (Psi).
In precedenza la Commissione aveva audito Vincenzo Carlone e Alba Montagnuolo dell’associazione “Con noi e dopo di noi” sulle problematiche dell’assistenza ai disabili gravi. Dopo aver spiegato la finalità dell’associazione che ha come obiettivo principale la cura e la dimora stabile dei disabili, Carlone e Montagnuolo hanno richiesto l’impegno della Commissione per “l’assegnazione di una congrua somma da programmare nel bilancio 2014 per la ‘Comunità Alloggio’ e per la costruenda ‘Casa Domotica’; l’istituzione del servizio di odontoiatria da attivare presso l’Aor del S. Carlo di Potenza; la revisione del prezzario regionale afferente i presidi sanitari per i disabili e l’esenzione totale dai ticket per i soggetti con handicap totale sia per diagnostiche specialistiche che per i farmaci”.
Ai lavori della Commissione hanno partecipato oltre al presidente Bradascio (Pp), i consiglieri Galante (Ri), Leggieri (M5s), Mollica (Udc), Napoli (Pdl-Fi), Pace (Gruppo Misto), Pietrantuono (Psi), Romaniello (Sel), Rosa (Lb-Fdi), Robortella, Miranda Castelgrande, Polese e Spada (Pd), Benedetto (Cd).