Che a Matera la segnaletica orizzontale e verticale, ivi comprese le indicazioni turistiche, lasci parecchio a desiderare non è certo una novità, ma le ultime “prodezze” dell’amministrazione comunale hanno lasciato letteralmente a bocca aperta molti cittadini materani.
Negli ultimi giorni, infatti, via Tommaso Stigliani, via San Biagio e piazza San Rocco sono state oggetto di lavori di rifacimento della segnaletica orizzontale che hanno scatenato accese proteste: oltre il varco della ZTL di via Stigliani (quindi in piena zona a traffico limitato) le bellissime chianche, vanto del nostro centro storico, sono state imbrattate da orribili strisce bianche che assicurano un comodo posto macchina sotto casa agli abitanti della zona.
Discorso analogo davanti la bellissima facciata della chiesetta di San Biagio, ma è davanti il gioiello romanico-pugliese della città, San Giovanni Battista, che si è raggiunta l’apoteosi: le strisce che delimitano la zona di carico-scarico sono state realizzate esattamente in corrispondenza del sagrato, deturpando in maniera indicibile un monumento che il mondo ci invidia.
L’intervento è da ritenersi ancora più paradossale e privo di qualsiasi logica se consideriamo che proprio la chiesa di S.Giovanni Battista è stata scelta come monumento simbolo di “HE MAIN” (acronimo di “Heritage Maintenance”, ovvero manutenzione del patrimonio), l’ambizioso progetto di recupero finanziato dal MIUR con 12 milioni di euro che può vantare soggetti attuatori di primaria importanza come l’Università Ca’ Foscari di Venezia, l’Università dell’Aquila, della Basilicata, La Sapienza di Roma e molte importanti imprese del settore.
HE MAIN si propone infatti di stabilire un protocollo di altissimo livello che codificherà le “best practice” da applicare a futuri interventi di recupero di importanti monumenti italiani, partendo proprio dalla chiesa di San Giovanni Battista.
Un’altra nota dolente è rappresentata, infine, dalla cementificazione selvaggia dei marciapiedi di via Sant’Antonio Abate e via Madonna delle Virtù, realizzata in tutta fretta a dicembre 2013, pochi giorni prima del “presepe vivente”: per poter ripristinare la situazione, ricoprendo quei marciapiedi di chianche, così come è stato fatto nel resto dei Sassi, ora si dovrà necessariamente rimuovere prima il cemento in questione, con un ulteriore esborso di denaro pubblico.
Ci piacerebbe chiedere all’amministrazione comunale, soggetto che più di ogni altro dovrebbe essere garante della tutela del patrimonio cittadino, come i suddetti interventi-scempi possano essere compatibili con le legittime, grandi ambizioni della città e la sua innegabile vocazione turistica e quali interventi si intendano mettere in atto per correggere gli errori già fatti ed evitare di commetterne altri in futuro.
Alla luce di quanto detto, le associazioni MaterAzione B.R.I.O Matera e il referente dell’archivio storico Vinciguerra (che ha curato molte esposizioni con foto d’epoca del centro storico materano), sollecitano l’immediata cancellazione delle strisce di cui sopra, una più idonea collocazione delle stesse in punti meno “sensibili”, oltre che un pronto ripristino dei marciapiedi cementificati dei Sassi. Si allega documentazione fotografica.
Dire che sono impazziti è come fare un complimento ai nostri amministratori. A questo punto dopo il ponte di ferro, dopo il cemento e dopo le strisce del centro storico, abbattiamo i Sassi e facciamolo diventare suolo edificatorio per la gioia di molti imprenditori. R.I.P. cara la nostra vecchia città.